Coach Carousel NCAA: Cristobal a Miami, Venables a Oklahoma

La storia del ritorno del figlio prodigo non passa mai di moda quando viene declinata al livello sportivo. L’ennesima riprova di tutto questo è avvenuta la scorsa settimana quando Miami, contestualmente all’esonero di Manny Diaz, ha riportato a casa Mario Cristobal (HC- Oregon). A differenza della parabola religiosa, che vede il protagonista tornare dalla famiglia dopo aver sperperato tutte le ricchezze che il padre gli aveva donato, Cristobal ritorna “arricchito” da una discreta dose di esperienza che ha rimpinguato un curriculum di tutto rispetto (head coach a FIU dal 2007 al 2012, assistente di Saban ad Alabama dal 2013 al 2016 e più recentemente head coach di Oregon).

cristobal player

Gli Hurricanes hanno sempre tenuto un occhio sulla progressione della carriera di questo alumnus che, da perno della linea offensiva aveva vinto due titoli nazionali (1989,1991) e successivamente proprio a Coral Gables aveva iniziato la sua carriera da allenatore. Nel 2018, alla luce dell’improvviso ritiro di Mark Richt, un nutrito gruppo di booster dell’università aveva garantito la copertura economica per pagare il buy-out e prelevare Cristobal da Eugene ma l’athletic director Blake James gli preferì Manny Diaz che aveva lasciato da poche settimane il ruolo di DC a Miami per diventare head coach di Temple. Il resto è storia.

Pubblicità

https://twitter.com/CanesFootball/status/1469059427495985165?s=20

Potrebbe sorprendere la scelta di Cristobal di lasciare un programma con il quale ha vinto due titoli di Pac-12 e sfiorato la partecipazione ai playoff per un altro in perenne ricostruzione ma ciò che ha reso possibile, o meglio meno impossibile, questo risultato è l’impegno economico senza precedenti che l’università di Miami ha garantito all’ex allenatore di Oregon, non solo dal punto di vista personale (contratto di dieci anni a 8 milioni di dollari annuali) ma anche diretto al programma in tutte le sue sfaccettature (buy out per Oregon da 9 milioni di dollari, ampio budget per gli assistenti, per il recruiting department, analisti e continui miglioramenti delle facilities riservate alla squadra di football).

Da dove nasce questo nuovo approccio? Se dovessimo indicare una data ed un luogo esatto, diremmo 25 settembre scorso sul palco della popolare trasmissione televisiva di ESPN, College Gameday quando Kirk Herbstreit, uno degli opinionisti più rispettati nel mondo del College Football, ha messo a nudo tutte le contraddizioni e i problemi che hanno portato Miami in uno stato di totale apatia negli ultimi 15 anni.

In seguito alla fortissima reazione mediatica all’intervento di Herbstreit il presidente di UM Julio Frenk ha deciso di far riesaminare il modus operandi del dipartimento atletico da due suoi fidati collaboratori (Rudy Fernandez e Joe Echevarria). I risultati di questa indagine interna sono stati il licenziamento di Blake James, il maggiore impegno economico e la corte serrata a Mario Cristobal che, accettando l’offerta della nuova leadership di Miami, ha permesso ai Canes di compiere il desiderato upgrade anche nella posizione di head coach.

Detto dell’investimento economico, che cosa dovrà aspettarsi Miami in cambio? Da buon ex offensive lineman, forza fisica, durezza mentale e carattere sono gli slogan del nuovo coach dei Canes ma Cristobal è, prima di tutto, un recruiter instancabile. È riuscito a portare ad Oregon una quantità di talento mai vista prima quindi è chiaro che, trovandosi Miami in una delle regioni più fertili dell’intero paese, il recruiting resterà centrale nella sua gestione. Detto questo, i problemi che hanno reso gli Hurricanes una delle squadre più deludenti degli ultimi anni non sono da ricondurre alla mancata acquisizione di talento: a livello di roster nella ACC forse solo Clemson ha avuto più qualità rispetto a Miami negli ultimi anni. Non si può negare che il triennio targato Diaz abbia portato a Miami alcuni benefici, quali l’implementazione di uno stile di attacco moderno come la spread offense e l’intelligente uso del transfer portal, ma alla fine si è arenato nell’incapacità da parte dell’allenatore di apportare le necessarie modifiche alla sua filosofia difensiva.

Inoltre Manny Diaz si è fortemente scontrato con l’incapacità di gestire la disciplina e il corretto sviluppo dei giocatori: è su questo che Cristobal dovrà intervenire in prima battuta. Non essendo un allenatore specializzato in Xs & Os, la scelta dei coordinatori (offensivo e difensivo) e del resto dello staff sarà cruciale, ecco spiegato il motivo per il quale Miami investirà fior di milioni in assistenti: gli Hurricanes hanno garantito al proprio nuovo allenatore il budget più alto dell’intera ACC (più di 8 milioni di dollari) per l’ingaggio dello staff.

Pubblicità

Con Cristobal, in tandem con un altro alumnus e nuovo athletic director, Dan Radakovich (strappato a Clemson), ha inizio l’ennesimo tentativo di Miami di ritornare alla ribalta nel panorama del college football, perlomeno questa volta, a differenza delle altre, si parte da un impegno morale ed economico finalmente all’altezza delle aspettative. All in.

E Oregon? Dan Lanning.

I Ducks non si aspettavano di ritrovarsi nella condizione di dover scegliere un nuovo Head Coach, non nell’immediato futuro, figuriamoci nel presente. Possiamo spingerci a dire che siano stati “sfortunati” in questo caso: solo Miami e la prospettiva di tornare ad allenare la squadra per cui ha giocato nella città in cui è nato, potevano convincere Cristobal a lasciare Oregon che è e resta una destinazione molto ambita a livello nazionale.

Onde evitare esodi in stile Oklahoma e considerando la fine della prima fase di recruiting in questi giorni, l’AD Rob Mullens si è mosso in fretta. Si era parlato di un ritorno di Chip Kelly (HC – UCLA), di un interessamento per Justin Wilcox (HC – California ed ex Duck) ma alla fine la scelta è ricaduta su Dan Lanning (DC – Georgia).

Oregon, grazie ai milioni investiti dal patron della Nike, Phil Knight, è da sempre una delle realtà più innovative in moltissimi campi. L’ampliamento delle strutture riservate alla squadra di football che potete vedere in questo Tweet ne è la riprova.

Lanning è giovanissimo (35 anni) e si troverà per la prima volta a capo di un programma di football dopo aver guidato, con tantissimo successo, la difesa dei Bulldogs negli ultimi due anni. E’ considerato una delle menti più brillanti a livello difensivo dell’intero panorama collegiale e la sua giovane età lo rende perfetto nel rapportarsi con gli studenti-atleti. Ovviamente è ancora tutto da verificare se riuscirà a gestire un ruolo così importante in una realtà che pretenderà risultati da subito (Oregon resta la squadra con maggiore talento della propria conference).

Se USC ha fatto il botto con l’ingaggio di Lincoln Riley e Washington si è affidata ad un allenatore dalla forte impronta offensiva come Kalen DeBoer, la mossa di Oregon con un head coach di estrazione difensiva va nella direzione totalmente opposta. Sarà interessante vedere come questo aspetto andrà a caratterizzare quelle che riteniamo essere le squadre in lotta per la testa della Pac 12.

La scelta di Oklahoma: Brent Venables.

coach Venables

Dopo il tumultuoso addio di Lincoln Riley (qui per l’articolo) anche Oklahoma ha dovuto, forzatamente, cambiare rotta: Brent Venables (DC – Clemson) è il nuovo allenatore dei Sooners.

Forse più che di cambio di rotta, dovremmo parlare di un ritorno alle origini: Venables è stato defensive coordinator di OU dal 1999 al 2011 sotto Bob Stoops e da lì era passato a Clemson dove ha poi contribuito in maniera sostanziale al raggiungimento di due titoli nazionali e alla consacrazione dei Tigers tra i migliori programmi di football del nuovo millennio. Durante gli anni del “dominio” di Clemson, in tanti hanno provato, senza successo, a portare via il DC a Dabo Swinney e si pensava che Venables potesse essere uno di quei rari allenatori che preferiscono gestire il proprio reparto senza gli oneri e rinunciando agli onori della figura del capo-allenatore. In realtà stava solo aspettando la situazione giusta.

Ovviamente per un allenatore così coinvolto nella fase difensiva, era cruciale trovare un alter-ego dalla parte opposta del campo di pari livello e, infatti, una delle prime mosse di Venables come HC è stato l’ingaggio di Jeff Lebby (OC – Ole Miss) come offensive coordinator. Lebby ha imparato l’arte del football offensivo dal discusso Art Briles prima di condividere le sue conoscenze con Josh Heupel (altro ex Sooner) a UCF e aiutare Lane Kiffin nella creazione di uno degli attacchi più prolifici e divertenti dell’intera nazione in Mississippi. La scelta di un nome forte come quello di Lebby permette con ogni probabilità ai Sooners di fare un respiro di sollievo visto il rumor che voleva Caleb Williams, QB titolare e star di OU, molto attratto dalle sirene del transfer portal come altri suoi compagni di reparto.

Per Oklahoma, tradita da Riley, c’era bisogno di trovare qualcuno che regalasse nuovo entusiasmo ad un ambiente ferito: Venables sembra proprio la persona meglio equipaggiata per riuscirci.

In breve

  • Tony Elliott (OC – Clemson) dopo un periodo di riflessione ha accettato la proposta di Virginia e sarà il nuovo Head Coach dei Cavaliers. L’ex allenatore Bronco Mendenhall ha gettato le basi di un programma molto solido che, nonostante la forte concorrenza, continua a dire la sua all’interno della ACC. Per quanto riguarda Clemson, che ha perso nel giro di pochi giorni i due maggiori assistenti, sarà interessante vedere quale strategia Dabo Swinney utilizzerà per la loro sostituzione.
  • Duke mette le mani su Mike Elko (DC – Texas A&M) che sostituirà Cutcliffe alla guida dei Blue Devils. Elko torna in ACC dopo la sua esperienza a Wake Forest nel primo staff di Dave Clawson e lo fa dopo aver avuto grande successo come defensive coordinator prima di Notre Dame e poi degli Aggies sotto Jimbo Fisher. Un discreto colpo per Duke e la ACC in generale.

Con queste due ultime assunzioni dovrebbe chiudersi la prima ondata del coach carousel che, parallelamente a quello che succedeva in campo, ha caratterizzato i mesi della stagione di college football. Non possiamo sottovalutare la possibilità di un eventuale effetto domino in relazione a quello che accadrà in NFL, come ogni girano già le prime voci di alcune franchigie interessate ad allenatori provenienti dai ranghi collegiali.

Non ci resta che attendere il prossimo giro della giostra, dunque.

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.