Mike Macdonald è il nuovo Head Coach dei Seattle Seahawks

Con una ricerca molto lineare ed a tratti, soprattutto sul finale, pressochè scontata, i Seattle Seahawks hanno scelto Mike Macdonald come nuovo Head Coach della franchigia.

Dopo i quattordici anni di Pete Carroll, la svolta c’è stata ancora anche se non drastica come molti avrebbero potuto pensare. Si passa dal coach più anziano della lega, settantadue anni Carroll che superava Belichick di circa otto mesi, al coach più giovane dell’attuale NFL con i trentasei anni dell’ex defensive coordinator dei Baltimore Ravens. Tuttavia, si passa da un coach dalla forte mentalità difensiva ad un altro con lo stesso credo, chiaramente con visioni differenti vista anche la enorme differenza di età, delusi chi dopo gli ultimi anni di non altissimo livello offensivo avrebbero preferito il Ben Johnson del caso.

John Schneider, general manager ed executive vice president della franchigia, giunto nel 2010 ed inaugurato il suo percorso nello stesso anno spalla a spalla con Carroll, non ha avuto dubbi su chi puntare come nuovo head coach della franchigia fin dal momento dell’annuncio del ritiro da parte di Pete Carroll. L’ex head coach di USC aveva preannunciato la sua decisione di fare un passo indietro dalla carriera in sideline già durante la stagione ed il general manager si era già iniziato a guardare intorno andando praticamente fin da subito all in su Mike Macdonald. Quando su termine della stagione Carroll ha annunciato alla franchigia la sua volontà di ritornare sui suoi passi e di fare un’altra stagione alla guida del team di Washington, ormai Schneider aveva deciso per Macdonald e non c’è stato modo di tornare indietro.

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Eppure, la ricerca di Seattle per un nuovo head coach era partita in salita con l’annuncio del ritiro di Pete Carroll che era arrivato leggermente tardivo ed aveva di fatto impedito a Seattle di poter intervistare il defensive coordinator dei Baltimore Ravens prima dell’inizio dei playoff. Da li erano state cercate altre figure ma la volontà ferrea di attendere l’eliminazione – o eventuale vittoria – della franchigia del Maryland da playoff aveva sottolineato come nel processo di assunzione si stesse aspettando proprio l’ex Michigan, anche senza averlo ufficialmente sentito in una intervista.

L’assunzione di Macdonald segue la corrente nata con le assunzioni di Sean McVay ai Los Angeles Rams e di Kyle Shanahan ai San Francisco 49ers di posizionare mentalità giovani e nuove correnti sulla sideline senza aspettare che le troppe stagioni di coach o coordinatori possano inficiare una mentalità fresca in favore di schemi assodati e ripetitivi imparati sotto altri.

La sua carriera è relativamente breve e legata a doppio filo con la franchigia del Maryland. Dopo un inizio nella High Scholl di Cedar Shoals nel 2008 come linebackers e running back coach, nel 2010 giunge a Georgia dopo avrà ruolo attivo nel lato difensivo del campo per quattro anni. Nel 2014 il salto in NFL a Baltimore come coach intern e dove rimarrà fino al 2021, con ruoli diversi da defensive assistant a defensive back o linebacker coach, quando ritorna al college football per diventare defensive coordinator di Michigan sotto la guida di Jim Harbaugh. Dopo appena un anno di apprendistato nel ruolo, nel 2022 torna a Baltimore dal fratello John nello stesso ruolo spiccando definitivamente il volo come uno dei migliori coordinatori della lega.

Quest’anno sicuramente l’anno che lo ha consacrato e probabilmente il momento giusto per abbandonare la sua “casa” da ormai una decina di anni per spiccare il volo come Head Coach NFL. Quest’anno i Ravens hanno guidato la lega per punti segnati – 16,5 per partita – per numero di sack e per takeaway. Primo team nella storia a riuscire a guidare la NFL in tutte e tre le categorie nello stesso anno. In appena due anni da coordinatore nella lega è riuscito a produrre ben quattro All-Pro come Patrick Queen, Roquan Smith, Kyle Hamilton e Justin Madubuike.

Chiaro che ora arriva il bello con Seattle che non sarà fin da subito materiale da Super Bowl, forse nemmeno da playoff con l’incognita quarterback che pende minacciosamente sulla testa della franchigia, e che giocoforza vedrà la difesa come baluardo per tenere su le redini del team. Sicuro l’esperienza di Pete Carroll che rimarrà ancora – almeno – per una stagione all’interno della franchigia sarà sicuramente d’aiuto per questo giovane head coach, sempre che l’aiuto sia si supporto e non ingombrante come spesso accade quando qualcuno di così importante a livello di squadra fa un parziale passo indietro. Scelte importanti saranno quelle dei coordinator, con focus speciale manco a dirlo sull’offensive coordinator. Al momento nomi veri e propri non ce ne sono, troppo presto, facile tuttavia pensare che visto il fortissimo lega con Baltimore che i coordinatori o almeno coach in ruoli cardine possano arrivare da li. Altra possibilità è sicuramente il mondo Michigan dove, orfani di Jim Harbaugh finto ai Los Angeles Chargers, lo staff potrebbe “disperdersi” in NFL.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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