Addio Carl Weathers

Nella notte americana a cavallo tra la fine di gennaio e febbraio, ci ha lasciati l’attore Carl Weathers. Tutti noi lo ricordiamo come un appassionato attore anche se nella mente storica lui non era più nemmeno Carl Weathers, era Apollo Creed storico rivale/amico di Rocky Balboa. Nella sua vita però è stato anche tanto, tanto altro.

“Io ho combattuto con i migliori e li ho battuti tutti […]”.

E’ la frase che Apollo Creed in Rocky IV riferisce durante la conferenza stampa e nella sua vita reale, al di fuori del mondo attoriale, possiamo trovare similitudini.

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Weathers era un atleta multi-disciplina, e si anche di boxe, di ottimo livello. Non uno di quei talenti generazionali, ma un elemento assolutamente di valore. Alla Long Beach Polytechnic High School inizia a muovere i primi passi anche nel mondo del football americano. Quando inizi a giocare provi un po’ in tutti i ruoli fino a capire quale sia realmente il tuo posto in campo, oppure semplicemente vai nei buchi del roster. Lui è bravo, molto bravo. Un linebacker che spicca in mezzo ai ragazzi della scuola superiore ma questo non basta per trovare un approdo universitario. Deve andare su un percorso alternativo, quello che intraprendono molti atleti che credono nelle loro potenzialità: il Community College (Long Beach City nel suo caso).

Qui non è fortunato perché la sua prima stagione nel 1966 la salta completamente per un infortunio alla caviglia occorso durante il riscaldamento inciampando su un cordolo che circondava la pista d’atletica. Un infortunio stupido ma di quelli capaci di chiudere anzitempo una carriera. Lui però come Creed combatte e batte tutti, anche gli infortuni, fino a farsi notare due anni dopo da San Diego State ottenendo il trasferimento. Il capo allenatore degli Aztecs però non è uno qualunque, anzi. Forse ai tempi, quando notò Weathers, non era ancora quello che ricordiamo oggi ma il nome di Don Coryell è qualcosa che è ormai scritto a vita nel mondo della NFL essendo stato introdotto nella Hall of Fame nel 2023. Allenò infatti successivamente i Cardinals, quando erano a St. Louis, e i Chargers, ai tempi di San Diego. Sotto la guida di Coryell, che a detta di Weathers e di tutti i collaboratori che ne hanno tessuto le lodi era un coach maniacale di tutte le fasi di gioco, gli Aztecs rimasero imbattuti segnando un record di 20-0-1 e vincendo nel 1969 il Pasadena Bowl, nella NCAA lower College Division. Sfortunatamente l’ultima stagione dell’attore fu limitata da un infortunio al ginocchio.

Abbandonati gli altri sport in cui brillava in favore del football americano, alla San Diego State Carl non abbandonò quella che era la sua altra grandissima passione all’infuori dello sport: la recitazione. Prima di effettuare il salto nella NFL Weathers pensò bene di portare a termine il proprio percorso universitario per crearsi un futuro successivo alla carriera sportiva andandosi a laureare in arti teatrali.

Nel 1970 tenta il grande balzo nel football professionistico ma al draft non va bene. Nonostante l’uscita da un progetto universitario vincente da imbattuto, San Diego State è pur sempre un college di livello secondario e viene snobbato dalle selezioni. L’occasione però a chi persevera nelle proprie convinzioni arriva ed a 500 miglia circa dalla sua alma mater c’è un team disposto a dargli una possibilità: gli Oakland Raiders.

I Raiders da un anno a questa parte hanno iniziato una nuova era, quella di John Madden. Una era storica, che porterà i Raiders a vincere il Super Bowl XI. La vita è un qualcosa di casuale, puoi programmare quanto vuoi ma poi c’è sempre un qualcosa che può far saltare tutto in aria. Oppure quel qualcosa può avere un risvolto positivo quando tutto sembra girare per il peggio. Madden lo conosciamo come grandissimo head coach e successivamente come magnifico telecronista televisivo, ma del Madden pre Raiders conosciamo spesso poco. Ebbene prima di arrivare a Oakland nel 1967 come linebackers coach, lui era il defensive coordinator di San Diego State sotto la gestione di Don Coryell. Come spesso accade, quando un coordinatore diventa head coach questi va a pescare dal suo passato ecco, dunque, che Sid Hall passa da essere linebackers coach a San Diego State ad esserlo ai Raiders. Hall aveva seguito l’intera crescita di Weathers all’università e, quando quest’ultimo espresse la volontà di avere una occasione, non si fece problemi a testarlo nel mondo del football professionistico.

Weathers raggiunge dunque Oakland e riesce effettivamente a convincere Madden ed il resto dello staff a metterlo a roster, tanto che nella stagione 1970 aiuta i Raiders, con la sua presenza in campo a vincere il titolo divisionale della AFC West ma sul finale di stagione le statistiche messe a referto rasentano lo zero. Questo perché a causa delle sue caratteristiche fisiche, viene spesso relegato allo Special Team.

Weathers raccontò qualche tempo fa di come fu Gene Upshaw a dargli il benvenuto in squadra stendendo nel primo blitzing drill fatto ai Raiders. Molti suoi compagni di squadra, tempo dopo, descrissero l’attore come un giocatore uscito nel tempo sbagliato alludendo di come ai giorni d’oggi sarebbe una fantastica safety ma che hai suoi tempi non avrebbe mai potuto giocare da linebacker con quella fisicità.

raiders carl weathers

Madden era molto attento ai suoi giocatori, non era solo un coach dedito alle situazioni di campo, Weathers continua a cullare la sua seconda vita iscrivendosi alla San Francisco State University per conseguite una seconda laurea in recitazione, causa a cui si dedicava nel suo tempo libero dal football. Un giorno del 1971 – dopo che Weathers aveva provato a trasformarsi da linebacker a strong safety – John Madden, non è mai stato chiaro se invitato dall’attore o giunto lì per un caso fortuito, andò a vedere a teatro il suo linebacker recitare nel ruolo del protagonista nella realizzazione di Otello di Shakespeare rimanendone estasiato. Il coach dei Raiders non è uomo da peli sulla lingua e qualche giorno dopo fece andare Weathers nel suo ufficio dove gli comunicò l’intenzione dei Raiders di rilasciarlo. L’attore in una intervista ha ricordato perfettamente le parole che a Madden gli diresse:

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“Ti rilasciamo. Semplicemente sei troppo sensibile”

Inutile dire come l’attore la prese male, era infuriato, non poteva accettare che la motivazione fosse che lui era troppo sensibile. Eppure, giorno dopo giorno quelle parole si sono insinuate dentro la sua testa e la frase di John Madden, che in futuro lo avrebbe legato sempre di più al mondo Raiders, gli fece capire quanto la sua sensibilità non fosse un valore aggiunto nel mondo del football professionistico, ma che poteva esserlo nella carriera artistica che in fondo era la sua più grande passione ed obiettivo:

“La mia vera passione è la recitazione. Da piccolo andavo a vedere i film di Sidney Poitier, mi sedevo in sala e fantasticavo di essere un attore”.

Weathers non poteva fingere di essere il linebacker o difensore che non era, però poteva fingere di essere l’attore che non era convincendo produttori di Los Angeles di quello che faceva – ma che in realtà non faceva – a San Francisco. Le parole di Madden lo convinsero ad abbandonare lo sport per la recitazione; infatti, dopo i Raiders giocò per soli altri tre anni con i BC Lions canadesi fino a che non al compimento la sua seconda laurea nel 1974.

Da quel momento iniziò un lungo percorso fatto di comparse e piccoli ruoli tra televisione e cinema mantenendo sempre quella sensibilità che lo fece mandare via da Oakland ma acquisendo – in parte anche da Madden – quella schiettezza che da lì a qualche anno gli sarebbe stata fondamentale. Al provino per il ruolo di Apollo Creed, Carl ebbe da ridire sul livello di recitazione di Stallone e fu proprio questo a fargli ottenere il ruolo che lo ha poi fatto diventare iconico.

Dal 1979 ad oggi sono passati poco meno di cinquant’anni. Ha avuto altri ruoli importanti come quello di Chubbs in Happy Gilmore con Adam Sandler o Greef Karga nella prima stagione di Star Wars: The Mandalorian, senza dimenticare Predator con Arnold Schwarzenegger attraversando i vari decenni del mondo del cinema. Ancora oggi, nonostante i ruoli più recenti o al suo passato da giocatore di football, è tuttavia ricordato da tutti come Apollo Creed.

    “E’ un giorno incredibilmente triste. Rest in Power e continua a fare a pugni [Carl/Apollo]”

    Le parole con cui, in un video sui propri profili social, Sylvester Stallone saluta l’amico e collega a cui è legato a doppio filo il successo della saga di Rocky.

    Il football da e il football toglie, belle vedere come possa essere anche formativo per dimostrare come, quando una porta si chiude ce ne sia un’altra pronta ad attenderti e notare come questa non sia per forza nel mondo della delinquenza.

    Ciao Carl.

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    Eugenio Casadei

    Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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