Jerod Mayo è il nuovo Head Coach dei New England Patriots

Con una mossa molto rapida, in neanche ventiquattro ore, i New England Patriots hanno svoltato pagina con la separazione storica da Bill Belichick e l’annuncio di Jerod Mayo come nuovo head coach della franchigia.

Una svolta rapida ma totalmente in linea con quanto si diceva ormai da tempo: il successore di Belichick sarebbe venuto fuori dall’universo Patriots. Prima il nome cardine era quello di Josh McDaniels, poi era arrivato per breve tempo quello di Matt Patricia. Da tre anni a questa parte il nome di Jerod Mayo era quello più solido e la conclusione è quella che ora sappiamo.

Quello che ha sorpreso molti è la rapidità con la quale l’assunzione è stata portata a termine, non tanto il buon esito. E’ infatti noto come tutte le franchigie siano obbligate a rispettare la Rooney Rules in materia di assunzione degli head coach e nessun team è esentato da questo. A molti è parso che l’escamotage utilizzato da New England fosse evidente in quanto Mayo è un prodotto di etnia minoritaria per via del colore della pelle; quindi, assumendolo non era più necessario seguire la regola dei colloqui. La chiave di lettura invece risiede tutta all’interno di una clausola che i Patriots hanno inserito nel contratto di Mayo quando nella scorsa offseason le parti si sono ritrovate per rinnovare il contratto dopo che l’ex linebacker aveva nuovamente rifiutato le avance di colloquio richieste dalle franchigie in cerca di coach, cosa che era già occorsa nell’annata ancora precedente. Nel contratto dell’ex prodotto di Tennessee è stata aggiunta la clausola di promozione a Head Coach nel caso di addio di Belichick che è stata quindi attivata ed ha annullato la necessità di sopperire alla Rooney Rules.

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Non sorprende questa fortissima presa di posizione del management dei Patriots nei confronti del loro enfant prodige, nato e cresciuto sotto l’egida Patriots. Ancora più ovvio è il fatto di come nel processo di successione di Belichick non potesse non esserci lo zampino del buon vecchio Bill. E’ successo in tempi recenti ai Buccaneers con una egemonia – quella di Bruce Arians – durata decisamente meno rispetto a Belichick, non era minimamente concepibile che dopo ben ventiquattro anni il guru non mettesse il proprio endorsement su un suo pupillo e che, in Massachussetts, non lo stessero ad ascoltare.

Quello che sicuramente farà storcere e non poco il naso a tifosi e non solo, è che dopo le ultime annate assai deludenti dal punto di vista di risultati e prestazioni, con l’assunzione di Jerod Mayo non si veda all’orizzonte un qualcosa di nuovo, un rompere la catena che ormai da anni prosegue sullo stesso stile. È vero si che è un nuovo che avanza, un coach che non ha mai avuto ruoli da head coach e che è anche piuttosto giovane, ma pur sempre legato alla gestione Belichick da cui qualcuno si sarebbe voluto allontanare.

Jerod Mayo arriva al momento clou della propria carriera da coach ad appena 37 anni, ne farà 38 solo a febbraio, dopo aver legato tutta la sua carriera NFL al mondo Patriots venendo draftato da Belichick con la pick numero 10 del draft 2008 dai Tennessee Volunteers e rimanendo per otto anni, il totale della sua carriera, con la maglia del Massachussetts fino ad un infortunio alla spalla che ne chiuderà la carriera. Al primo anno vincerà l’NFL Defensive Rookie of the Year.

Dopo qualche anno di pausa e di disintossicazione dal mondo del football, nel 2019 è rientrato dalla porta principale – chiaramente quella di New England – entrando a far parte dello staff di Bill Belichick in qualità di inside linebackers coach. Fin dal primo momento è parso un astro nascente del mondo del coaching staff ed ha incuriosito molto la scelta di Belichick di non promuoverlo mai ufficialmente a defensive coordinator dalla dipartita di Matt Patricia verso i Detroit Lions, ma di lasciarlo sempre nel limbo di coach “secondario” nonostante fosse chiaro già a tutti come lui fosse il coordinatore difensivo in pectore del team.

Quest’anno, nonostante le grandi difficoltà del team, la difesa è stata sembra ombra di dubbio un reparto di livello nonostante mancassero personalità di altissimo livello, non vi è dubbio che questo possa continuare a performare discretamente anche con la sua promozione. Il grande dubbio sarà rivolto verso l’attacco, che quest’anno definire asfittico è dire poco, dove chiaramente lui non aveva grande voce in capitolo ma che avrà bisogno di una netta risistemata la dove Belichick, e da lui poi tutto lo staff, non è riuscito a porre rimedio.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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