Tutto (o quasi) sul Concussion Protocol

Sul campo di ogni partita NFL sono presenti delle persone (trainer certificati) che hanno il compito di verificare se un giocatore ha sintomi da concussion sia per effetto di un placcaggio fatto o subito sia per il contatto col terreno di gioco.

Nel caso in cui uno “spotter” rilevi un rischio di concussion il giocatore viene immediatamente esaminato per verificare la presenza o meno dei seguenti sintomi: perdita di coscienza, instabilità motoria, confusione, amnesia, crisi da impatto, mancanza di coordinazione muscolare (introdotta dopo la seconda concussion di Tagovailoa nella scorsa stagione). Se una o più di questi sintomi sono presenti il giocatore viene immediatamente visitato da un consulente neurologico indipendente presente sul terreno di gioco che dovrà decidere se il giocatore ha subito una concussion o meno.

Nel primo caso, oltre ovviamente a terminare la partita, il giocatore entra nel cosiddetto concussion protocol, una serie di test e passaggi fondamentali per verificare se il concusso si è ripreso ed è quindi abile per tornare sul campo di allenamento. Questi step possono concludersi in pochi giorni, come durare molto di più in base alla gravità del trauma subito.

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Il primo step è quello degli esami neurologici e del riposo assoluto, è consentito al massimo un po’ di stretching e di esercizi aerobici sotto il controllo del training staff della squadra (come per tutti i punti a seguire). Se tutto va per il meglio, non ci sono quindi ritorno del mal di testa e/o una maggiore sensibilità alla luce, si passa al secondo step, che permette maggiore attività aerobica come per esempio utilizzare un tapis roulant.

Il terzo step prevede il ritorno in campo,  esclusivamente per qualche drill e per un massimo di 30 minuti. Nel quarto step finalmente si torna in campo con i compagni di squadra, ma esclusivamente per attività pertinenti al proprio ruolo e possono aumentare la “quantità” di esercizi aerobici e in sala pesi. In questa fase del recupero il giocatore viene sottoposto a  diversi test neurologici.

L’esito dei test viene valutato dallo staff medico della squadra e da un neurologo indipendente che dovranno dare il via libera al ritorno alla piena attività.

I 4 step possono anche essere superati, teoricamente, in quattro giorni, l’esperienza ci dice che difficilmente prima di 5 giorni viene dato il via libera al rientro sapendo che si può arrivare fino al giorno della partita per un eventuale parere positivo al rientro in campo.

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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