“Meglio una brutta vittoria che una bella sconfitta”. Questa affermazione di Zac Taylor a fine partita, ben descrive la seconda vittoria consecutiva dei Bengals in campionato, infatti, dopo Arizona, riescono a battere i Seattle Seahawks per 17 a 13 in una partita dominata dalle difese e rimasta in bilico fino all’ultimo secondo. Una vittoria che potremmo definire assai improbabile a leggere le statistiche finali; Seattle è stata di gran lunga superiore ai padroni di casa per yard totali, 381 contro 214, primi down, 24 a 15, tempo di gioco, 34 minuti contro 26, ma ha difettato per intercetti, 2 contro 1, e per sack concessi, 4 contro 3, ma soprattutto per l’efficienza in red zone: 1 solo touchdown su 5 tentativi contro il 2 su 2 dei padroni di casa.
Eppure i ragazzi allenati da Pete Carroll erano subito partiti bene; nel primo drive, infatti, il running game del RB Walker III e di Geno Smith riesce a percorrere tutto il campo portando in vantaggio gli ospiti con un touchdown su corsa dello stesso Walker III, dando l’idea di essere inarrestabili nel gioco sul terreno. Burrow non è da meno perché pareggia subito i conti grazie al pass verso Boyd dopo un drive ben condotto. Un bel primo tempo quello giocato dal QB neroarancio che fino all’intervallo lancia con percentuali di completi non male (18/22), grazie ai quali i padroni di casa si portano sul 14 a 7 con un altro touchdown segnato questa volta dal rookie WR Iosivas, alla sua prima ricezione in end zone in carriera, realizzata tra l’altro nel giorno del suo compleanno. Poco prima dell’intervallo Seattle accorcia le distanze per il momentaneo 14 a 10 grazie ad un field goal del kicker Myers, alla sua prima trasformazione stagionale dalle 55 yard.
Nel secondo tempo entrambe le difese prendono il sopravvento rispetto agli attacchi avversari concedendo solo un field goal per parte. Nel primo drive della ripresa Burrow si fa intercettare dopo soli 47 secondi dal CB Tre Brown, nel tentativo di innescare il WR Chase sul profondo; Burrow accusa il colpo e sembra smarrirsi, tanto che nel proseguo della partita riuscirà a conquistare il misero bottino di 3 primi down.
Le cose non vanno meglio al collega di reparto Geno Smith che nel drive successivo si fa intercettare dal nickel CB Hilton sulla linea delle 3 yard. Seattle, riconquistata subito palla, per la seconda volta di seguito non riesce a trasformare 3 tentativi in red zone, accorciando le distanze con un field goal del kicker Myers. Le cose non vanno meglio nel possesso seguente dove Geno Smith si fa intercettare per la seconda volta dal CB Cam Taylor Britt, che riesce ad agguantare lo sferoide prolato grazie ad un bel tuffo verso il centro del campo. Taylor Britt era già stato protagonista domenica scorsa di una pick 6, mentre questa volta, una volta agguantato il pallone, riesce a correre 24 yard prima di essere fermato sulle 32 yard avversarie dove, di lì a poco, il kicker McPherson trasformerà il field goal per il definitivo 17 a 13.
A nulla valgono altri 3 possessi di Seattle, di cui 2 in red zone (per un totale di 11 giochi), tutti fermati dalla difesa di casa. La partita termina con Burrow che si inginocchia a pochi secondi dalla fine.
Seattle ha illuso i propri tifosi con uno splendido primo drive, mentre la reazione della difesa Bengals è riuscita a bagnare le polveri di Geno Smith e compagni, riuscendo a intercettarlo per ben due volte quando in campionato finora era stato intercettato una volta sola. La defensive line di Cincinnati si è ricordata di essere sempre stata molto forte nel fermare le corse e Hubbard e Hendrickson hanno seminato il terrore nel backfield avversario.
Pete Carroll ha tentato la sorte cercando di convertire nel finale un quarto down in red zone, quando avrebbe potuto calciare considerando la sterilità offensiva totale dei Bengals nel secondo tempo, per poi giocarsi magari un ultimo drive con la possibilità del field goal della vittoria, ma col senno di poi è sempre facile giudicare, di sicuro non sembra aver ben interpretato le difficoltà offensive di Burrow e compagni.
Burrow con 24/35 per sole 185 yard, è in linea con la (bassa) media di yard lanciate nelle partite precedenti eccezion fatta per week 5 contro i Cardinals dove aveva lanciato per oltre 300 yard. Per sua fortuna, però, riesce a realizzare 2 touchdown che saranno sufficienti per vincere la partita. Prestazione dai due volti: bene il primo tempo, malissimo il secondo, anche a causa dell’intercetto che gli toglie sicurezza e spregiudicatezza nel cercare la giocata, “accontentandosi” di target nel medio e corto raggio, dove diventa prevedibile e dove la difesa avversaria riesce a contenere i guadagni. Il running game torna ad essere inconsistente considerando che Mixon corre per sole 38 yard con ben 12 portate, che equivalgono a 3,2 misere yard di media. In ricezione si mette in evidenza, non solo per la collana indossata col simbolo 7-eleven per dire che è sempre aperto, il solito Chase che riceve per 80 yard e dietro di lui Boyd, autore del primo Touchdown.
Numeri ragguardevoli per l’attacco guidato dal quarterback ospite: Geno Smith completa 27 passaggi su 41 per 323 yard. Sono ben 7 i ricevitori in doppia cifra. Lockett, sempre affidabile, Metcalf e Smith-Njigba ricevono per ben 211 yard, il 60% di quelle totali. Ma i numeri non dicono tutti, Geno Smith è stato messo sotto pressione tutta la partita e in generale tutto l’attacco, con l’accorciarsi del campo, non è riuscito a trovare soluzioni, rimanendo su giocate molto conservative anche quando era evidente che queste non portavano in end zone.
Entrambe le difese si son comportate in modo egregio limitando fortemente la produzione offensiva avversaria. La secondaria di Seattle è salita in cattedra, con Tre Brown sugli scudi che è riuscito a rendere impraticabile la sua area di competenza, mentre la DL ha limitato le corse di Mixon e ha portato pressione a Burrow con 3 sack e 5 QB Hits.
Straordinaria la difesa dei Bengals, 2° in tutta la NFL per intercetti (8) e 6° per sack realizzati (19), che è riuscita a contenere Metcalf e compagni. Bene la secondaria: un favoloso Taylor Britt, come anche il compagno di reparto Dj Turner, che ha spesso sostituito Awuzie non al meglio, e la safety Daxton Hill, sono stati autori di prestazioni di livello. I linebacker Wilson e Pratt e soprattutto il front four hanno portato una pressione continua, grazie ai sack e alle 13 QB hits, soprattutto dal lato destro della offensive line di Seattle, che non ha mai cercato di porre rimedio a questa emorragia magari aiutando con un tight end da quel lato.
Solo grazie a una prestazione monstre della difesa, i Cincinnati Bengals sono riusciti a prevalere e a conseguire la 3° vittoria stagionale raggiungendo un record di 3-3. Dopo il bye, tuttavia, Burrow e compagni dovranno cambiare passo visto che il calendario che li metterà di fronte ai Niners e ai Bills e si capirà dove potranno arrivare questi Bengals. Occasione persa per Seattle che ha avuto a disposizione il bye per preparare al meglio la partita e invece si trova a recriminare per non aver sfruttato tutte le occasioni in red zone. Giocare contro le difese della AFC North è sempre ostico, ma ci sarà modo per riscattarsi a partire dallo scontro divisionale contro Arizona.