Parliamo spesso, troppo spesso, di “momento della verità”, ma definire “momento della verità” il 2023 dei New York Jets sarebbe un eufemismo.
Abbiamo trascorso buona parte dell’ultima stagione a interrogarci ossessivamente su cosa sarebbero potuti essere con un quarterback degno di nome, e a ragione. Rinvigorito dagli innesti di Breece Hall e Garrett Wilson, l’attacco ha dimostrato di traboccare di talento… talento sprecato sotto l’alternanza Wilson-Flacco-White: un peccato mortale, soprattutto se si tiene presente il livello medio del reparto difensivo.
Cosa sarebbero potuti essere i Jets nel 2022 con un direttore d’orchestra esperto e affidabile? Con una difesa del genere e così tanto talento giovane – e quindi “gratuito” – è apparso evidente a chiunque che a tener barricata la finestra ci pensasse esclusivamente (?) l’inettitudine dei vari quarterback.
Esasperata, New York ha deciso di giocare l’all-in e investire sulla voglia di riscatto di un Aaron Rodgers in totale rottura con i Packers.
Rodgers, però, a dicembre festeggerà il quarantesimo compleanno: va da sé che il tempo a loro disposizione sia veramente ridotto e che le loro uniche preoccupazioni debbano essere l’hic et nunc.
Questo deve essere il loro anno, l’anno dei Jets.
OFFENSE
Aaron Rodgers, quindi.
Quella vista nel 2022 non è sicuramente stata la sua miglior versione, ma sono convinto che ai Jets sarebbe bastata per centrare perlomeno la qualificazione ai playoff. Sorge spontaneo chiedersi quali possano essere le prospettive di questa squadra qualora dovesse recuperare la forma che nel biennio precedente gli era valsa due MVP.
La batteria di ricevitori messagli a disposizione è profonda, completa e può vantare una punta di diamante come Garrett Wilson, già dominante a servizio dei vari Wilson e White: figuriamoci cosa può fare con Rodgers a rifornirlo di palloni. Il ritiro di Corey Davis cementifica lo stato di Allen Lazard come WR2 di Rodgers, anche se mi aspetto un cospicuo numero di target pure per Randall Cobb e Mecole Hardman. Hardman, in particolar modo, può risultare estremamente pericoloso in un attacco del genere: definire un ricevitore come gadget player può suonare offensivo a primo acchito, ma grazie alla sua velocità senza eguali potrebbe essere usato à la Percy Harvin.
Conklin e Uzomah vanno a completare un arsenale veramente ben assortito che un Rodgers motivato potrebbe far rendere a livelli altissimi, forse addirittura da top five per scoring offense.
Il backfield ci regala un’altra grande novità che risponde al nome di Dalvin Cook. Il veterano ex Vikings è stato recentemente aggiunto come polizza assicurativa a Breece Hall, apparentemente ancora ben lontano dal proprio 100%. Il futuro appartiene chiaramente a Hall, ma reputo intelligente la decisione di ottimizzare il primo – e ultimo? Dai, non credo – anno di Rodgers assicurandosi un veterano produttivo e affidabile come Cook.
La situazione lungo la linea d’attacco è alquanto comica, poiché da una parte troviamo una coppia di guardie di livello come Laken Tomlinson e Alijah Vera-Tucker, dall’altra un paio di tackle decisamente enigmatici.
A proteggere il lato cieco del numero 8 ci sarà l’attempato Duane Brown – 38 anni sono irrilevanti solo se ti chiami Andrew Whitworth –, mentre a destra troviamo un Mekhi Becton all’ultima chiamata per salvare una carriera finora estremamente deludente: in tre anni fra i professionisti l’ex scelta al primo round del draft ha racimolato poco meno di 800 snap, numero difficile da commentare senza cadere nel sensazionalismo.
A dare lo snap a Rodgers probabilmente ci sarà il rookie Joe Tippmann, ma attenzione agli infortuni – si stanno accumulando piuttosto velocemente al training camp – che potrebbero costringere Saleh a usarlo fuori posizione chiedendo così al veterano McGovern di giocare centro.
Hanno il potenziale – nello specifico, il quarterback – per flirtare con i trentello a partita, tuttavia non lo reputo un requisito fondamentale per avere successo: tutto ciò di cui avevano bisogno lo scorso anno era un attacco che non vanificasse l’ottimo lavoro del reparto difensivo e, sulla carta, con Rodgers under center questo pericolo dovrebbe essere stroncato sul nascere.
DEFENSE
L’esaltazione generale causata dall’aggiunta di Rodgers è stata parzialmente stemperata dal caso Quinnen Williams che, seguendo il modus operandi predominante nel 2023 – ossia togliere ogni riferimento ai Jets sui social – ha chiesto a gran voce un nuovo contratto: detto fatto, poco meno di un mese fa il front office lo ha blindato per i prossimi quattro anni con un massiccio rinnovo da 96 milioni di cui 66 garantiti.
Temo di non essere in grado di rendere giustizia all’impatto di un giocatore come Williams sulla difesa dei Jets, un interior lineman così dominante in pass rush semplifica immensamente la vita a chiunque abbia la fortuna di giocare a suo fianco e, anche per questo, mi aspetto segnali importanti dai giovani Jermaine Johnson e Will McDonald, pass rusher per cui New York ha speso scelte al primo round negli ultimi due draft. A completare la rotazione della D-line troviamo ottimi mestieranti come Al Woods, John Franklin-Myers, Solomon Thomas e lo sfortunato Carl Lawson, giocatore che con maggior continuità ha il necessario per trasformarsi in un pass rusher da doppia cifra perenne.
Attorno all’inossidabile C.J. Mosley troviamo Quincy Wilson e Jamien Sherwood che vanno a formare un pacchetto linebacker assolutamente solido, anche se la salivazione aumenta continuando ad arretrare: la secondaria è fra le migliori che possiate trovare attualmente in NFL.
Non è infatti un caso che abbiano concluso il 2022 concedendo in media il secondo passer rating più basso ai quarterback avversari, un prodigioso 80.5 che profuma di 1980: ma non è finita qui, poiché stiamo pur sempre parlando della squadra che ha concesso il minor numero di passing touchdown – in compagnia degli insospettabili Texans.
Il volto e la voce del reparto non può che essere Sauce Gardner che, a detta di molti, lo scorso autunno non solo è stato il miglior difensore rookie della lega, ma pure il miglior cornerback in assoluto. Da rookie.
Dall’altra parte troviamo il solidissimo D.J. Reed, alle loro spalle il duo formato da Jordan Whitehead e uno fra Tony Adams e Adrian Amos – che sostituiranno lo sfortunatissimo Chuck Clark, fuori per tutta la stagione a causa della rottura del legamento crociato.
L’aspettativa è che questo reparto non solo confermi quanto fatto l’anno scorso, ma migliori sensibilmente facendo leva sulla maggior esperienza dei vari giovani prodigi appena elencati.
SPECIAL TEAM
A convertire i tanti – almeno così sperano – extra point troveremo ancora una volta Greg Zuerlein, riconfermato dopo un’annata non eccessivamente brillante ma consistente con quanto fatto nel biennio precedente: quello che una volta era The Leg ha convertito l’81.1% dei piazzati tentati.
I punt saranno spediti in orbita da Thomas Morstead, cavallo di ritorno a New York dopo una fugace esperienza nel 2021, mentre sono esponenzialmente migliorati nel gioco dei ritorni grazie all’acquisizione di Mecole Hardman, spesso letale in questa fase del gioco durante l’avventura ai Chiefs .
COACHING STAFF
La grande novità porta il nome di Nathaniel Hackett, ingaggiato come offensive coordinator dopo la disastrosa avventura a Denver come head coach. L’intesa fra Hackett e Rodgers è nota pressoché a chiunque e, non a caso, la sua aggiunta si è rivelata fondamentale per rendere i Jets una meta ancora più appetibile al malcontento ex numero 12. Sotto questo punto di vista i tifosi possono dormire sonni tranquilli, le possibilità di battibecchi e malumori sono rasenti allo zero in quanto Hackett è “un uomo di Rodgers“.
Pure quest’anno il defensive coordinator sarà Jeff Ulbrich e, sinceramente, dopo quanto fatto vedere lo scorso anno non vedo come avrebbero potuto non riconfermarlo.
Sono molto curioso di vedere se – e come – Robert Saleh sarà in grado di gestire il suo nuovo e impegnativo quarterback. È ben risaputo che la convivenza con Rodgers, seppur potenzialmente soddisfacente e fruttuosa, è complicata, anche se la singola cosa che più mi incuriosisce è constatare se riuscirà a tenere unito lo spogliatoio negli inevitabili momenti di difficoltà.
Hanno tutta la pressione del mondo sulle spalle e sono pienamente consapevoli di non aver alcun margine d’errore, quindi Saleh dovrà anche provare a tenere a bada la cannibale stampa locale che freme al solo pensiero di seppellirli dopo un paio di sconfitte consecutive.
Record previsto: 11-6
I nostri voti
Offense - 8
Defense - 8.5
Coaching Staff - 7.5
8
Miglioreranno esponenzialmente rispetto allo scorso anno, ma parliamoci chiaro, sono in piena modalità Super Bowl or bust e qualsiasi cosa diversa dal Lombardi potrebbe essere bollata come una delusione.