Ricordo di Jim Brown

Ci sono leggende dello sport che nessuno (o quasi) di noi ha mai potuto vedere, ma dei quali le vittorie, le imprese e i titoli raccolti riecheggiano ancora oggi. Sono i grandi campioni di altri tempi, come Pelè nel calcio, Fausto Coppi nel ciclismo o Jim Brown nel football americano.

Jim Brown si è ritirato nel 1965, lo stesso anno in cui l’astronauta Ed White faceva la prima camminata spaziale, Winston Churchill moriva a Londra e i Beatles infiammavano le radio e gli stadi di tutto il mondo. Un’epoca che ci sembra lontanissima, ma Brown è ancora ricordato come uno dei migliori giocatori della storia del football.

James Nathaniel Brown nacque il 17 febbraio del ‘36 a St. Simons, Georgia, ma da bambino si trasferì a New York. Alla Manhasset High School diventò una leggenda dello sport liceale, guadagnandosi 13 varsity letters (premi per le eccellenze sportive) per football, lacrosse, pallacanestro, baseball e atletica leggera. Al college scelse la vicina Syracuse University, dove continuò a migliorare come fullback, fino a diventare All American nel suo anno da senior. Nella sua ultima partita, il Cotton Bowl del ‘57, firmò una prestazione da 132 yard corse e tre touchdown segnati.

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Jim Brown a Syracuse

I Cleveland Browns lo presero con la sesta scelta assoluta al Draft, e il resto è storia dello sport che amiamo. Solo qualche numero, per capire che fenomeno assoluto era Jim Brown. Nelle nove stagioni giocate in NFL, tutte con la maglia di Cleveland, fu otto volte il migliore della lega per yard corse e per cinque volte il giocatore con più rushing td. Diventò il primo giocatore nella storia della NFL a superare le 10000 yard corse in carriera. Vinse tre titoli di MVP e un campionato nel 1964, che rimane ancora l’ultimo nella storia dei Browns. Le sue prestazioni straordinarie gli hanno meritato l’inserimento nelle migliori squadre per il 50°, 75° e 100° anniversario della NFL.

Si ritirò giovanissimo, a soli 29 anni, quando era ancora al top della forma fisica ma aveva ormai altro in mente. Voleva iniziare una carriera da attore, ma per recitare nel film Una sporca dozzina sarebbe stato costretto a saltare parte del training camp estivo. Il proprietario dei Browns, Art Modell, gli chiese che cosa volesse fare, e mise in chiaro che, anche se era il migliore giocatore della lega, lo avrebbe multato se avesse saltato gli allenamenti. In modo molto poco diplomatico, come fu per tutta la vita, Brown strinse la mano a Modell, ringraziò per gli anni trascorsi insieme e annunciò che non avrebbe mai più giocato a football.

Jim Brown Browns

Brown iniziò così ufficialmente la sua nuova carriera come attore di cinema. Anche in questo campo infranse tante bandiere, diventando uno dei primi grandi attori neri di Hollywood. Partecipò a più di trenta film, tra i quali Quella sporca dozzina, Mars Attacks! e Ogni maledetta domenica.

Se sul campo da football è ricordato come uno dei più grandi atleti della storia, fuori il suo apporto fu forse ancora più importante, come attore ma soprattutto come attivista. Brown sfruttò la sua immagine, conosciuta in ogni angolo degli Stati Uniti, per contribuire alla lotta per i diritti civili – degli afroamericani e non solo – nel corso degli anni ‘60.

Un evento che in Italia difficilmente ricordiamo, ma che è decisivo nell’ambiente di quegli anni, è il Cleveland Summit del ‘67. In una domenica pomeriggio di giugno, alcuni dei più grandi atleti neri dell’epoca – tra i quali Muhammad Alì, Bill Russell e Lew Alcindor – si riunirono nella città dell’Ohio. L’idea era venuta in mente proprio a Jim Brown, che in quel modo voleva esprimere il sostegno – suo e degli altri partecipanti – a Muhammad Alì, che solo un mese prima aveva rifiutato di partire per il Vietnam. Quell’evento è ricordato come un giorno fondamentale per il cambiamento del ruolo degli sportivi nella società. Non erano più solo degli atleti, ma delle voci che potevano – e volevano – essere ascoltate.

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Nel 1988 fondò un’organizzazione con lo scopo di aiutare nel reinserimento nella società i membri delle gang in carcere. Brown ebbe poi un ruolo centrale nello stabilire la pace tra le gang rivali di Los Angeles nel ‘92.

Non ci sono state solo luci nella lunga vita di Jim Brown. Ha avuto una lunga storia di denunce per violenze, specie contro le donne. Negli ultimi anni, l’appoggio pubblico a Donald Trump sembrava contraddire tutta la sua storia personale, fatta di impegno e lotta in prima fila contro il razzismo e le discriminazioni.

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Ma, tra le tante contraddizioni che lo hanno accompagnato, lo vogliamo ricordare per ciò che ha fatto in campo, sul set e soprattutto nell’impegno da attivista. Fuori dal campo, Jim Brown ha rotto tante barriere come rompeva i placcaggi durante la sua gloriosa carriera da fullback.

E’ scomparso il 18 maggio nella sua casa a Los Angeles e con la famiglia accanto. Ti sia lieve la terra, Jim Brown.

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Carlo Giustozzi

Nato nelle Marche nel 2003, nel tempo libero cerco di unire la passione per lo sport e quella per la scrittura, con la speranza di farlo per vivere, un giorno. Parlo di parecchie cose, soprattutto pallacanestro, football americano e ciclismo.

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