Cincinnati suona la quinta (Cleveland Browns vs Cincinnati Bengals 10-23)

Quinta vittoria di fila per i Cincinnati Bengals che, davanti al proprio pubblico, sconfiggono 23 a 10 i Cleveland Browns nella cosiddetta “Battle of Ohio”, sfida divisionale e derby dell’Ohio sempre carico di significati per entrambe le franchigie.

Cincinnati è alla ricerca di un’ulteriore Win sia per continuare la corsa ai Playoff sia per interrompere la striscia di ben 5 sconfitte consecutive rimediate dai rivali, l’ultima nel Monday Night del 1° novembre; l’ultima vittoria Bengals risale quasi a 3 anni fa (17 dicembre 2019), ottenuta, tra l’altro, in una partita priva di significati nell’ultima settimana di regular season. Cleveland, invece, affronta l’avversario con l’obiettivo di inserire il più in fretta possibile il nuovo quarterback Deshaun Watson all’interno degli schemi offensivi della franchigia e di rimandare l’eliminazione matematica dai Playoff.

Con queste premesse ne esce una partita poco spettacolare, bloccata a tratti dalle rispettive difese che ben si comportano di fronte agli attacchi avversari. Burrow, privo di Hurst (il tight end titolare), di Higgins (il wide-receiver n.2) a scopo precauzionale per un risentimento muscolare e anche di Tayler Boyd (slot receiver) subito infortunatosi a un dito, che risulterà poi slogato, ad inizio partita, fa fatica a muovere la catena anche perché, almeno inizialmente, le corse del rientrante Mixon e di Perine non sembrano portare grandi guadagni. Al contrario sembra partire subito forte Cleveland che, però, sulla linea delle 25 yard non calcia il field goal del potenziale vantaggio, ma decide di giocarsi un cervellotico quarto down affidandosi al quarterback di riserva Brisset, autore di un lancio incompleto verso il wide receiver Peoples-Jones, restituendo così la palla ai padroni di casa. Dopo una serie di punt la partita sembra di colpo animarsi grazie al primo touchdown di giornata.

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È Cincinnati a mettere i primi punti a referto grazie soprattutto alle numerose penalità commesse dai Browns che prima regalano di nuovo palla a Burrow travolgendo il punter e poi concedono ulteriori yards all’attacco di casa per illegal use of hands e pass interference. La segnatura avviene con un millimetrico passaggio dalle 15 yard al wide receiver Chase che rende vano il tentativo della safety avversaria di chiudere la stretta finestra del lancio. Dopo la risposta di Cleveland con un field goal, Cincinnati concede il bis, questa volta grazie a Perine che prende in consegna il pallone sulle 6 yard andando a sbattere centralmente contro un muro di giocatori, ma, quando sembra ormai senza sbocchi, quasi rimbalzando contro il blocco centrale, riprova a sfondare sulla destra e riesce ad attraversare la linea di end zone. Non c’è più tempo per replicare e il primo tempo si chiude sul 13 a 3 per Cincinnati a causa di un punto addizionale sbagliato da McPherson sul primo TD.

Nella ripresa Cincinnati allunga ancora grazie ad una perfetta flea flicker del trio Burrow-Mixon-Irwin con quest’ultimo che riceve indisturbato il lancio di Burrow per 45 yard. Partita in ghiaccio, anche se Cleveland segna poco dopo grazie a un bel drive, culminato con il touchdown pass al tight end David Njoku, prima segnatura di Watson con i Browns dopo circa 700 giorni dall’ultima con i Texans. La marcatura, invece di rilanciare Cleveland, sembra spegnerla, infatti i successivi drive offensivi si concludono con un intercetto, e due mancate conversioni di quarti down anche grazie alla buona prestazione della difesa di casa.

Buona la prestazione dell’attacco guidato da Joe Burrow che, con 18/33 per 239 yard, 2 touchdown e 1 intercetto, riesce a sopperire alla lunga serie di infortunati anche grazie al sempre decisivo apporto di Chase, destinatario di 10 target con cui mette a referto circa la metà delle yard ricevute dalla propria squadra. Chase non è più il terminale dei cosiddetti “big play”, come spesso avveniva nella passata stagione, ma viene cercato con più regolarità per muovere la catena, specie con ricezioni sull’esterno. Per i Bengals, dopo qualche difficoltà iniziale, ha funzionato molto bene anche il gioco di corsa che si è incredibilmente rivelato superiore a quello più quotato di Cleveland in termini di yard percorse, 136 contro 71. È la terza partita di fila che Cincinnati riesce a correre oltre 100 yard di media; statistica ottenuta tra l’altro contro buone difese come quelle di Tennesse, Kansas City e Cleveland. Ad inizio partita ci aveva pensato Burrow a chiudere i down correndo in prima persona: tre dei primi sei e gli altri sono stati causati da penalità dei Browns. Si conferma la crescita della offensive line che, seppur soffrendo contro i forti rusher di Cleveland, concede solo due sack agli avversari contro i cinque subiti nella scorsa partita di novembre.

Buonissima anche la prova della difesa che riesce molto bene a contenere il gioco di corsa di Cleveland, da sempre punto di forza dei Browns: nel secondo tempo Cincinnati ha concesso solo 6 yard sul running game agli avversari. Superba la prova del linebacker Wilson con 17 tackle e discreta anche la secondaria, con Vonn Bell e il rookie Taylor-Britt autori complessivamente di 13 tackle, mentre la safety Bates ha messo a referto il terzo intercetto stagionale.

Sul fronte Browns, Watson, anche se ha lanciato per un numero superiore di yard (276) e con una migliore percentuale (26/42) rispetto all’avversario, è apparso ancora arrugginito e fuori ritmo; lo splendido giocatore che tutti ammiravamo a Houston è, per ora, un lontano ricordo. Completare solo un quarto down su tre tentativi (oltre alla mancata conversione di Brissett) non è da lui. Certamente il lungo stop e il cambio di casacca hanno inciso e serve pazienza prima che possa ritrovare la forma ed entrare nei meccanismi offensivi. Il talento certo non manca, ma solo a tratti si è vista la mobilità che lo aveva reso davvero un elite quarterback.  A fronte di questa premessa risulta essere poco comprensibile come Cleveland non abbia insistito di più nel running game, vero e proprio marchio di fabbrica della franchigia, che ha sempre messo in difficoltà qualunque difesa, Bengals compresi; running back come Chubb ed Hunt sono campioni che ogni franchigia si sognerebbe di schierare nelle proprie fila.  Stefanski ha invece insistito nei lanci, di corto medio raggio, ma senza ottenere grandi risultati nonostante la buona prestazione del wide receiver  Donovan Peoples-Jones che riceve 8 completi per 114 yard, mancandone però uno in end-zone  a causa dell’intervento del cornerback avversario Taylor-Britt. Sul piano difensivo le cose non sono andate molto meglio. La defensive line, seppur sia riuscita a mettere spesso pressione all’offensive line dei Bengals, non è riuscita comunque a risultare decisiva e soprattutto non è riuscita a contenere le corse di Cincinnati. Anche la secondaria e i linebacker hanno dimostrato di giocare più come singoli che come reparti coordinati, come dimostrato sul grave errore commesso in occasione del touchdown di Irwin che di fatto ha chiuso la partita.

Con questa vittoria Cincinnati compie un altro passo verso i playoff che ormai sembrano ampiamente alla portata. Burrow, oggi molto paziente a capitalizzare quello che la difesa concedeva, sembra in controllo e in fiducia, indipendentemente dal supporting cast di contorno. Quando la linea tiene e il running game funziona, i Bengals sembrano davvero inarrestabili e pronti per ripetere i playoff della passata stagione.  L’unico aspetto negativo per la franchigia di Cincinnati, in questa fase del campionato, sono gli special team che sono molto fallosi e stranamente imprecisi.

Cleveland invece sembra una squadra allo sbando; tantissime penalità che hanno indirizzato la partita nel momento in cui Cincinnati era più in difficoltà. La stagione sembra ormai avere come unico scopo quello di far progressivamente entrare in ritmo partita Watson, ma non si intravede un comune spirito di gruppo. Questa squadra è la brutta copia di quella vista all’andata che ha dominato l’intera partita imponendosi per 32 a 13. Quasi impossibile che Cleveland possa rientrare nella corsa Playoff, ma la preoccupazione maggiore è che il problema primario di questa squadra sia proprio nel suo coaching staff. Decisioni difficili e importanti attendono i Browns in questa offseason e la sensazione di non aver imboccato la strada giusta sembra purtroppo sempre più probabile.

Per maggiori approfondimenti sui Bengals vi consigliamo di ascoltare il Podcast o meglio “ROARcast” disponibile su Youtube o Spotify.

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