Radio Bonanza Power Ranking – Week 11
Torna il Power Ranking di Radio Bonanza, quello che contiene più citazioni al mondo, questa settima a tema musicale! Per ogni squadra è indicato il movimento in classifica rispetto alla scorsa settimana.
- Kansas City Chiefs (+1) – Mahomes + Kelce = un duo capace di Mandare in Nervous Breakdown qualsiasi avversario. A un minuto dalla fine poi. AFC West Kings.
- Philadelphia Eagles (-1) – Nel 1983 usciva Piece of Mind, uno dei migliori album degli Iron Maiden e, diciamolo pure, del panorama metal degli ultimi 40 anni. Philadelphia è come questo disco, quasi perfetto, nonostante la fatica immane contro i Colts. Special Teams così così? Se aggiustano pure quelli diventano The Number of The Beast.
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- Buffalo Bills (=) – I Bills inizialmente ci hanno spaventato contro i Browns. Josh Allen forse non è proprio al 100% anzi, poi bastano brusche accelerate per riportare la W con una trasferta a Detroit inattesa causa neve.
- Miami Dolphins (+4) – BYE Week. Chilling consci di flexare un 7-3 e continuare ad essere il rullo compressore dopo la pausa.
- Dallas Cowboys (=) – Statement game contro i Vikings a dir poco roboante. Quando non hanno svarioni sono indubbiamente la più valida alternativa in NFC ai rivali di division. Pollard-Elliott duettano meglio di Bradley Cooper e Lady Gaga. Tony da urlo, come Stefani Joanne Angelina Germanotta.
- Minnesota Vikings (-2) – Tornano coi piedi per terra. I Vikings tutti, ma soprattutto Justin Jefferson, che dopo serate di onnipotenza viene annullato (3 ricezioni x 33 yds) da Trevon Diggs. Durante i concerti degli Amon Amarth si son viste meno mazzate, ma nel Minnesota hanno le spalle larghe abbastanza per passare oltre.
- San Francisco 49ers (=) – Come al solito, partono a rilento, poi si adattano, poi iniziano a dominare. 3° W di fila, e CMC-Deebo-Mitchell fan spavento, soprattutto in previsione dei playoff. Jimmy G è il classico frontman sexy con alle spalle una band pazzesca.
- Baltimore Ravens (+1) – Che faticaccia contro i Panthers. Partita frustrante che non carbura mai: dilatata come un pezzo di elettronica ambient ascoltato con una tisana calda.
- Cincinnati Bengals (+2) – Vincere la partita contro gli Steelers era prevedibile. Farlo grazie al supporto di 3 TD di Samaje Perine un po’ meno. Prestazione barbuta come quelle band che escono dall’underground e poi ci ritornano in men che non si dica: qualsiasi thrash metal band della Bay Area negli anni ‘80.
- Tennessee Titans (+2) – Non fanno più notizia. Pragmatici. Quadrati. Spigolosi come un basso post-punk ben in evidenza che crea un bel wall of sound con le picconate di Derrick Henry.
- New York Gentle Giants (-1) – Exposed? Record Falzo? Incidente di percorso? I sospetti sui Giants sono stati cancellati da un record eccellente, ma arrivano 3 scontri divisionali insidiosi. Rimangono una squadra complessa da leggere e da affrontare.
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- Seattle Seahawks (-3) – BYE WEEK nella città del grunge, ma noi siamo nostalgici veri e vi riportiamo ad uno dei più grandi di sempre. Forse IL più grande.
- Los Angeles Chargers (=) – 5-5. La sensazione di arrivare sempre corti inizia ad essere estremamente fastidiosa. Manca sempre la tessera del puzzle finale. Qui erano arrivati a 1.46 dalla W contro i Chiefs dopo il drive di Justin Herbert: la durata di un pezzo screamo – che son anche le urla dei tifosi Chargers.
- Tampa Bay Buccaneers (=) – BYE WEEK. Big party con gli ALESTORM, ma non fate bere troppo Ol’ Tom.
- New England Patriots (=) – Beh. Ruggito finale che è sufficiente, proprio come in un pezzo post rock dalla durata di 25 minuti che però deflagra in maniera convincente e vincente nei 3 finali. E il Felpa c’è.
- Washington Commanders (+4) – Lucio Dalla in una fase onirica e presumibilmente in preda a sostanze psicotrope cantava questa canzone dal profondo sottotesto di denuncia. I Commanders non sono onirici ma concreti, non sono profondi ma efficaci, non sono belli ma ballano, con 5w nelle ultime 6.
- New York Jets (-1) – Zach Wilson panchinato a favore di Mike White e insomma – rivedendo la prestazione contro i Patriots la sensazione che giocasse a scatafascio come una band psichedelica degli anni ‘70 non è troppo lontana.
- Cleveland Browns (=) – Countdown a Deshaun. E contro i Bills almeno fino al terzo quarto non hanno nemmeno sfigurato – ma il 3-7 oramai è molto pesante considerando lo stato attuale dell’AFC. Pesante come quando ti arriva in faccia un riff sludge.
- Atlanta Falcons (=) – Cordarellone nella storia con il 9° KickOff return in carriera. Cavalca con lo stesso entusiasmo con cui Till Lindemann sale a cavalcioni di un enorme fallo sulle note di Pussy, e scansa avversari con una forza granitica degna dei Rammstein.
- Arizona Cardinals (+1) – Stagione andata pesantemente a Sud, Kingsbury a rischio? Rientrano a pieno titolo nelle Big4 di quest’anno come delusioni, insieme a Packers, Rams e Broncos. E sì, questo commento è fatto per inventare riferimenti ai Big4 del Thrash Metal e avere un pretesto per mettere i Megadeth.
- Detroit Lions (+6) – La stagione dei Lions è un rollercoaster continuo che in 11 settimane ha suscitato molte emozioni contrastanti in tifosi e appassionati: speranza, entusiasmo, divertimento, sospetto, disdoro, rassegnazione. Cambi di ritmo e sonorità degni dei grandi maestri del progressive rock. E visto che abbiamo la PFM che festeggia 50 anni di musica…
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- Indianapolis Colts (+8) – Oh quasi quasi riesce il colpaccio contro gli Eagles e non sappiamo manco come. La stagione rimane deragliata. Il polverone alzato dall’hiring di Saturday ancora non si è abbassato, però sono due week incoraggianti.
- Green Bay Packers (=) – Siamo ormai praticamente fuori tempo massimo, tutti i dubbi in pre-season sull’attacco orfano di Adams sono stati confermati, anche al netto della crescita di Watson nelle ultime 2. La difesa non gira, e questi Packers sono sempre più simili ai Metallica quando decisero di togliere la cordiera dal rullante di batteria per registrare St. Anger
- Chicago Bears (+1) – Fields ha visto la luce, e lo sappiamo. Questa stagione non ha obbiettivamente nulla da offrire ai Bears, sappiamo anche questo. Si aspetta il 2023.
- Jacksonville Jaguars (+1) – Un’altra stagione di belle speranze se ne va. Delusione e c’è solo da raccogliere i cocci come in una canzone spezzacuore.
- New Orleans Saints (=) – le speranze playoff rimangono incredibilmente vive. A sprazzi si vede qualcosa, più in attacco che in difesa, ma di base manca l’anima che ci si aspetterebbe nella patria del Jazz.
- Los Angeles Rams (-10) – Kupp andato, forse per la stagione. Che comunque era già parecchio a sud. Post sbronza stile Motley Crue, citando il tifoso Rams n°1 in Italia “meno male che abbiamo vinto il Super Bowl”…
- Las Vegas Raiders (=) – McDaniels aveva come unico obiettivo stagionale quello di vendicarsi dei Broncos? Parrebbe proprio di sì. Rimonta furente come i blast beat di un pezzo black metal.
- Pittsburgh Steelers (=) – Almeno Pickett qualcosina lo sta lasciando timidamente intravedere. Proprio timidamente eh. Come le melodie soffuse di una chitarra acustica + voce che vi porta nel mondo di Morfeo.
- Denver Broncos (-7) – Quando li ho visti davanti, ho avuto la sinistra sensazione che sarebbero andati a perdere anche questa contro i Raiders. #einfatti. Prevedibili come la comparsa di un assolo in un gruppo heavy metal classico.
- Carolina Panthers (-2) – Baker’s song? Chissà, quello dei Blink182 è un brano di speranza, di salvezza dopo aver guardato nel’abisso. I Panthers potranno tornare a sperare con una pick verosimilmente molto alta nel prossimo draft. La carriera dell’ex #1 del draft 2018 però è veramente appesa a un filo sottile.
- Houston Texans (=) – La corsa alla prima assoluta prosegue. E la partita contro i Dolphins – con Davis Mills panchinato non aiuterà a cambiare il copione delle ultime settimane di Houston. Stagione di un blues malinconico.