Cousins to Jefferson e passa la paura (Green Bay Packers vs Minnesota Vikings 7-23)

Partono bene i Vikings che al primo assalto mettono a segno i primi sette punti grazie ad un passaggio in end zone di Kirk Cousins per Justin Jefferson. Seguono un paio di possessi infruttuosi a testa e si cambia campo. Arriva finalmente un buon drive dell’attacco giallo-verde che arriva fino alle 7 yard di Minnesota ma viene respinto ino al turnover on down. Partiti dalla propria linea di 1 yard, i Vikings escono brillantemente con tre corse vincenti di Dalvin Cook, poi Cousins serve Jefferson con un lancio da 64 yard fino alla red zone di Green Bay, ma deve accontentarsi di un FG di 28 yard che Greg Joseph realizza. Dopo un three & out dei Packers, il football ripassa nelle mani di Cousins che dopo un paio di corse di Cook, attiva Jefferson con due passaggi, il primo per 11 yard, e il secondo di 36 per il touchdown del 17-0.

Comincia il terzo periodo e i Packers continuano a non ingranare mentre i viola, entrati in modalità controllo, mettono a segno un altro FG, stavolta da 56 yard, per il 20-0. Il possesso successivo di Rodgers è finalmente coronato dal successo con A. J. Dillon che va in end zone con una corsa di 2 yard. Si va verso la fine con possessi alterni senza grandi sussulti, se si esclude il terzo FG di Joseph che da 29 yard fissa il punteggio sul 23-7.

Comincia male la stagione dei Packers. La sconfitta a Minneapolis, al di là del risultato negativo, ha messo in evidenza diversi problemi, soprattutto relativi al gioco offensivo. La squadra è sembrata fin dall’inizio poco convinta dei propri mezzi, poi, col passare del tempo, sempre più sfiduciata, tanto da non dare mai l’impressione di poter recuperare lo svantaggio. Il primo tempo è stato quasi disastroso, con Aaron Rodgers che ha fallito i primi cinque tentativi di passaggio dando l’impressione di non fidarsi granchè dei suoi ricevitori, che in realtà hanno fatto ben poco per meritarsi la sua fiducia. Nel seguito la prestazione del QB è migliorata, permettendogli di chiudere con un buon 22 su 34 ma con un bottino abbastanza deludente in fatto di yard, 195 e soprattutto senza alcun TD pass.

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Le maggiori perplessità vengono però dalla OL che non è riuscita ad opporsi alla pass rush dei Vikings permettendo loro di atterrare Rodgers per ben quattro volte e di mettergli comunque molta pressione. L’assenza dei due tackle titolari David Bakhtiari ed Elgton Jenkins è certamente una valida attenuante ma non giustificare una prova così negativa. Nel finale Matt LaFleur ha dato spazio anche a Jordan Love che ha fatto un buon 4 su 5 per 65 yard. Anche la difesa non è esente da critiche, sia contro le corse che, soprattutto nell’opposizione al gioco aereo dei Vikings.

Ai padroni di casa, viceversa, tutto è andato nel migliore dei modi. Kirk Cousins chiude con un brillante 70% di completi e 2 TD pass in una giornata in cui raramente i difensori avversari sono arrivati a disturbarlo ed ha confermato l’ottima connection con Justin Jefferson che lo ha ripagato con 9 ricezioni per 184 yard risultando letale sui lanci a lunga gittata. I Vikings hanno dosato saggiamente il gioco aereo con le azioni di corsa affidandosi al solito affidabile Dalvin Cook, 90 yard in 20 portate, ben coadiuvato da Alexander Mattison con altre 36 yard in 8 tentativi. Determinante per le fortune dell’offense viola la partita dell’offensive line, buona sia nel neutralizzare la pass rush avversaria che nell’agevolare le corse dei due RB. Buona prestazione anche della difesa, che ha tenuto Rodgers sotto grande pressione e, nell’unica occasione in cui i Packers si sono presentati nella sua red zone, è riuscita a resistere a 4 tentativi.

Insomma, tutto male per i Packers e tutto molto bene per i Vikings ma, naturalmente, una sola partita, specialmente ad inizio stagione, non basta a definire il valore delle due squadre. I Packers restano i favoriti per la conquista del titolo di Division, specialmente quando recupereranno gli assenti in linea d’attacco, e il WR Allen Lazard oggi indisponibile, ma i Vikings sono apparsi certamente più brillanti rispetto alla stagione passata e potranno recitare un ruolo importante.

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Francesco Di Taranto

Nato a Foggia, nel 1953, risiedo a Brescia dal 1987 e in precedenza ho abitato a Bologna, dove mi sono laureato in Ingegneria Elettronica. Ho cominciato a seguire il football dalla notte del Super Bowl 1982 vinto da san Francisco sui Cincinnati Bengals. Terminato il servizio militare, nell'aprile '82 ho cominciato a seguire assiduamente, a Bologna, alle partite dei Doves e dei Warriors. Per alcuni mesi, nel 1984, ho partecipato agli allenamenti di una squadra bolognese in formazione, gli Atoms, che sarebbero poi diventati Phoenix San Lazzaro, che ho poi dovuto lasciare a causa del trasferimento per motivi di lavoro. Da allora non ho più smesso di seguire il football, sia professionistico (NFL e poi USFL, AAF e quest'anno XFL), sia dilettantistico in Italia, ma anche in Germania, grazie ai video in streaming della GFL

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