La battaglia dei terzi down tra Todd Bowles e Matt LaFleur

“Third down is the money down”. Tra tutti i cliché legati al mondo del football pochi contengono una dose di verità maggiore di quello per cui le partite di football si decidono sui terzi down, in particolare dal terzo e medio in sù. In quel momento le carte sono scoperte, l’attacco sa di dover passare e la difesa sa di dover difendere un passaggio. Minacce di corsa, minacce di finta di corsa e altre illusioni ottiche che ammorbidiscono l’entità dello scontro nei precedenti down si azzerano per lasciar spazio al vero duello “mano a mano”. Un duello che è certamente fisico e atletico, ma esalta spasmodicamente la componente tattica del football, in particolare quando a chiamare i giochi sono le migliori menti dello sport. Matt LaFleur e Todd Bowles, head coach rispettivamente di Packers e Buccaneers, sono abituati da anni a incrociare le spade nei duelli ad alta quota della NFC. L’attacco del primo e la difesa del secondo hanno dato vita a battaglie entusiasmanti, fatte di aggiustamenti e contro aggiustamenti che spesso sfuggono all’inquadratura televisiva ma si rivelano in tutta la loro affascinante complessità una volta osservati attraverso l’inquadratura All-22. Ormai due anni fa avevo analizzato un dettaglio della sfida tra LaFleur e Bowles nel Championship game 2020 che vi invito a recuperare per entrare nel giusto mood di questo pezzo.

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Bene, domenica scorsa una sequenza di terzi down nella parte centrale della partita ci ha regalato un altro scontro ad alto livello tra LaFleur e Bowles. Per seguirlo dobbiamo invertire l’ordine cronologico delle due azioni che considereremo partendo dall’ultima, un intercetto lanciato da Aaron Rodgers su un terzo e cinque.

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Già dall’inquadratura televisiva si può vedere la decisione con cui il defensive back Logan Ryan si fionda su quel pallone, come se si aspettasse di trovarlo lì pronto per essere agguantato. Il perché di questa convinzione lo possiamo rintracciare partendo dal terzo down giocato pochi minuti prima dai Packers, in una situazione di Down and distance (terzo e quarto) e posizione in campo (parte centrale) paragonabili a quelle dell’intercetto che abbiamo appena visto.

Premettiamo una cosa importante. Come abbiamo scritto in The Playbook Vol III, i “menù” offensivi e difensivi dai quali i coach scelgono gli schemi da chiamare sono influenzati principalmente da due aspetti. Il primo è l’avversario di turno, con i suoi punti di forza da evitare e i suoi punti deboli da colpire. Il secondo è invece più stabile di settimana in settimana e riguarda proprio gli aspetti che abbiamo menzionato poco fa: down and distance e situazione di campo.

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Ora, su questo terzo e quattro vediamo i Packers schierati in shotgun con tre ricevitori su un lato e uno su quello opposto. Il ricevitore isolato è Juwann Winfree, i tre raggruppati sono invece Randall Cobb, Allen Lazard e il tight end Robert Tonyan.

foto 1 lafleur

Andiamo ancora più nei dettagli. Una prima particolarità è che Tonyan è dei tre quello più esterno (solitamente i tight end stanno più centrali) e davanti a lui c’è il linebacker Lavonte David. Questo è un segnale evidente di marcatura a uomo, perché un linebacker non starebbe mai così esterno se non per marcare a uomo un giocatore dal fisico comparabile al suo. Un’ulteriore conferma arriva dopo che Rodgers richiama con un cenno il tight end e lo fa spostarsi fino a diventare il più interno dei tre ricevitori. David segue Tonyan, confermando a Rodgers la marcatura a uomo.

FOTO 2 packers buccaneers

Questa short motion di Tonian influenza anche altri giocatori della difesa. Riguardate l’azione e osservate cosa succede dopo che Tonyan si sposta internamente. Il #31 Antoine Winfield Jr, che era “pressato” direttamente davanti ad Allen Lazard, fa qualche passo indietro. Questi movimenti che a noi possono sembrare irrilevanti spesso si rivelano decisivi, perché costringono la difesa ad un aggiustamento e la costringono ad essere impeccabile nella comunicazione. Non posso averne la certezza, ma sono convinto che qualcosa sia andato storto nel castello difensivo dei Bucs. Quello che probabilmente i Bucs volevano fare era giocare una Cover 2 Man, ma Winfield sembra giocare a zona ed indicare alla safety alle sue spalle di prendere in consegna Lazard, che per via di questo errore sarebbe libero di ricevere.

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Cosa ci insegna questa prima sequenza? Che i dettagli fanno la differenza e qualunque modo per confondere l’avversario può essere utile alla vittoria del down. Qui invece i Bucs non pagano il loro errore anche perché Rodgers va a cercare il lato opposto del campo, quello con un solo ricevitore. Come spesso ha fatto in passato, il quarterback dei Packers ha cercato una backshoulder fade per il ricevitore isolato, in questo caso Winfree. Qui si vede quanto può pesare la mancanza di Adams. Winfree non è paragonabile al 17 e non si intende con Rodgers su un lancio che l’anno scorso rappresentava yard gratuite per la squadra. 

Al di là dell’errore dei Bucs e della mancata connessione tra Rodgers e Winfree, sono sicuro che LaFleur abbia notato come questo schieramento difensivo dei Bucs, con entrambe le safety sul profondo, lasciava apertissimo il centro del campo. Nel terzo e quattro che stiamo considerando, Tonyan è sfrecciato tra le due safety seguito a uomo da David, e avrebbe forse potuto ricevere per una big play. Teniamo a mente questo dettaglio e passiamo all’azione successiva, l’intercetto di Ryan.

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A prima vista possono sembrare situazioni diverse – in un caso un lancio intercettato al centro, nell’altro un lancio esterno incompleto – ma basta guardarle più da vicino per capire come le due azioni sono collegate tra loro. Per prima cosa, ricordiamoci che si tratta di due terzi down successivi, quindi nel momento in cui LaFleur sceglie il gioco ha in mente la reazione dei Bucs alla formazione che ha schierato in precedenza, e ha in mente quello spazio al centro del campo. I Packers si schierano quindi in modo identico, con l’unica differenza data dal fatto che il ricevitore isolato non è più Winfree ma il rookie Romeo Doubs. Altro dettaglio è che Tonyan, il tight end, non parte più esterno, ma è già schierato come ricevitore più interno.

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I Bucs rispondono con uno schieramento simile. L’unica differenza è che David, il linebacker, non parte direttamente davanti a Tonyan ma è schierato più centralmente, in una posizione ambigua dalla quale potrebbe anche lanciarsi in blitz. I Packers chiamano un concetto molto simile e di nuovo Tonyan attacca il centro del campo. Dopo lo snap Rodgers guarda alla propria destra e vede che i tre ricevitori sono marcati a uomo, con una safety alle loro spalle.

Lungi da me dare per certo quello che passa nella testa di un genio di questo sport, ma credo che Rodgers ne abbia concluso “cover 2 man”, e che il pensiero conseguente sia stato  “Tonyan è 1vs1 al centro del campo”.

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Questa volta però lo spazio che LaFleur pensava di trovare libero è chiuso da una delle due safety, Ryan appunto, che dal lato debole è spiovuto al centro per l’intercetto. Il motivo di questo fraintendimento è di natura tattica. I Bucs non erano più in copertura 2 man (uomo e due safety profonde) ma in una copertura più complessa, appartenente alla famiglia delle match quarters. Senza indugiare troppo su questo tipo di copertura, questo dettaglio fa tutta la differenza del mondo. Il nuovo schieramento dei Bucs funziona quasi esattamente come una Cover 2 man su UN lato del campo (quello osservato da Rodgers), mentre su quello opposto non è così. Il ricevitore isolato (Doubs) è marcato 1vs1, ma la safety su quel lato (Ryan) non difende la sua metà campo profonda, come invece aveva fatto nella prima azione. Nella match quarters coverage chiamata dai Bucs Ryan parte dal profondo (come una safety in cover 2 man) ma poi si abbassa nel ruolo di “Robber”, un giocatore deputato proprio alla difesa del centro del campo, proprio per contrastare la traccia corsa da Tonyan. Nell’immagine seguente vedrete tratteggiato in rosso quello che Rodgers pensava che Ryan avrebbe fatto, mentre in azzurro quello che è stato il suo reale comportamento.

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C’è un altro motivo per cui Rodgers, un quarterback storicamente pressoché immune agli intercetti, si è fatto fregare. La pressione portata centralmente da Vita Vea ha infatti portato Rodgers a lanciare quasi alla cieca in direzione di Tonyan, senza poter confermare una seconda volta quando aveva dedotto dal primo “scan” della difesa.

Questa sfida “andata e ritorno” è stata vinta senza dubbio da Bowles, che ha sempre messo in difficoltà LaFleur e Rodgers nei precedenti incontri. Chissà che tra qualche mese, in un palcoscenico degno dei due sfidanti come i playoff della NFC, non possa arrivare l’ennesima resa dei conti tra due grandi menti di questo sport.

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Alberto Cantù

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