Huddle’n Music: The Fray e il sogno spezzato dei Broncos

La carriera di Peyton Manning a Indianapolis si è chiusa nel marzo del 2012, quando i Colts hanno deciso di tagliare la superstar prodotto di Tennessee dopo quattordici stagioni, anche a causa di una complicata operazione al collo che gli costa l’intera stagione. La franchigia dell’Indiana, dopo una stagione da 2 vittorie e 14 sconfitte, selezionerà poi al Draft come prima scelta assoluta Andrew Luck da Stanford. I sospetti sul “tanking” operato dalla squadra allenata da Jim Caldwell (licenziato alla fine di quella stagione insieme al GM Bill Polian) accompagneranno per lungo tempo la squadra arrivata nel 1984 da Baltimore. A usufruire del taglio di Manning sono i Denver Broncos che nei 4 anni con Peyton alla guida dell’attacco (2012-2015) vinceranno sempre la division di appartenenza e arriveranno al Super Bowl ben due volte, vincendone uno.

La storia che vi raccontiamo oggi è quella della stagione 2013 dei Broncos e del primo AFC Championship game giocato da Manning in maglia arancione, il 19 gennaio del 2014, contro i New England Patriots di Tom Brady.
La stagione 2013 dei Broncos e del loro QB in particolare è stata una di quelle che capitano raramente nella storia della NFL, soprattutto grazie alle straordinarie statistiche offensive accumulate dal figlio di Archie.
I Broncos giungono ai playoff dopo una stagione chiusa con un record di 13-3, che gli porta in dote il quarto titolo divisionale consecutivo nonché la testa di serie numero 1 dei playoff per la AFC, con il conseguente vantaggio del fattore campo fino al Super Bowl. Denver ha dovuto superare qualche inconveniente durante la regular season, in particolare l’assenza per quattro partite dell’Head Coach John Fox, operato al cuore a inizio novembre e sostituito temporaneamente dal DC Jack Del Rio.

Manning consegna alla storia una stagione da incorniciare, che gli vale il suo quinto trofeo di MVP della Lega. Che la NFL stesse per testimoniare qualcosa di unico lo si capisce già in week 1, dove Peyton lancia sette TD pass senza intercetti contro i campioni in carica Ravens. Alla fine del campionato stabilisce il record per yard passate in una stagione con 5477 e TD lanciati con 55. Nell’arco della stagione lancia 3 volte più di 400 yard in una partita, segnando almeno 50 punti per ben tre volte e lanciando almeno 10 TD pass a quattro diversi ricevitori dei Broncos. La stagione si chiude con un passer rating di 115,1 che fa di Manning l’unico giocatore insieme a Brady a concludere un campionato con un rating superiore a 110.

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manning broncos

Una delle tre sconfitte in stagione per i Broncos arriva proprio per mano dei Patriots, che arrivano allo Sports Authority Field at Mile High di Denver forti del secondo miglior record stagionale della AFC (12-4). La partita, soprannominata da molti come Manning-Brady XV in quanto quindicesima sfida (quarta ai playoff) tra i due QB, verrà decisa dalla capacità dei Broncos di mantenere il possesso della palla. Due lunghissimi drive di 80 e 93 yard di oltre sette minuti ciascuno, conclusi con 2 TD pass (uno per Demaryius Thomas e uno per Jacob Tamme) aiutano la squadra di Coach Fox a dominare il tempo di possesso per 36 minuti a 24. Lo scoring dei Broncos è completato da ben quattro FG di Matt Prater. La difesa dei Broncos riesce a mettere la museruola al gioco di corsa dei Patriots che nelle settimane precedenti aveva prodotto statistiche di tutto rispetto, e il trio di RB composto da LeGarrette Blount, Stevan Ridley e Shane Vereen riesce a totalizzare solo 57 yard su 14 portate.

Manning chiude con 32 passaggi completati su 43, 400 yard di passaggio, 2 TD e nessun intercetto, una performance all’insegna dell’assoluta efficienza. I Patriots, indietro 20-3 dopo tre quarti provano una rimonta nel quarto conclusivo ma,  come si dice in questi casi “it’s too little, too late” e Peyton guadagna l’accesso al terzo dei quattro Super Bowl della sua carriera, al MetLife Stadium di East Rutherford,  New Jersey, dove due settimane dopo i Broncos verranno disintegrati dai Seattle Seahawks con un punteggio di 43-8.

manning broncos

L’halftime show del Championship game è stato caratterizzato dalla performance dei The Fray (traducibile come “la mischia”), un gruppo fondato a Denver nel 2002 ed ancora in attività, composto da Isaac Slade (voce/pianoforte), Joe King (cori/chitarra ritmica), Dave Welsh (chitarra solista) e Ben Wysocki (batteria, percussioni). I The Fray si caratterizzano per un genere rock con un uso del pianoforte che ricorda i Coldplay e i Keane. Hanno composto 4 album in studio e il loro lavoro d’esordio pubblicato nel 2005, How to Save a Life (doppio LP di platino negli USA) ha vinto numerosi premi. Tra le canzoni di maggior successo ricordiamo: Over My Head (Cable Car) e How to Save a Life, entrambe del 2006, Never Say Never (2009) e Love Don’t Die (2013).

the fray

I componenti della band hanno confessato di essere molto tifosi dei Broncos e di aver sofferto particolarmente per la sconfitta nel Super Bowl XLVIII contro Seattle in quanto oltre ad aver suonato durante il prepartita nel Super Bowl Kickoff Spectacular, hanno ricevuto dagli organizzatori biglietti per la partita in una posizione davvero invidiabile e hanno quindi assistito al brutale massacro della propria squadra del cuore da molto vicino. Il frontman Isaac Slade ha dichiarato “siamo ragazzi di Denver, cresciuti guardando le partite dei Broncos e augurandoci di poter andare a vederli dal vivo… abbiamo avuto biglietti n prima fila sulle 20 yard, non ci sono posti migliori” parlando del Super Bowl, “è stata la partita più straziante che io abbia mai visto. Sono sempre orgoglioso (della squadra), ma è stata davvero dura da guardare…”. Per loro fortuna, due anni dopo, Peyton consegnerà ai Broncos il primo Super Bowl dai tempi di John Elway.

Oggi ascoltiamo i The Fray con la loro canzone di maggior successo, How to Save a Life, per la quale Slade si è ispirato alla sua esperienza come mentore in un campeggio per adolescenti con problemi. Le strofe contengono dei consigli per i ragazzi per cercare di salvare un legame a cui si tiene. Con il ritornello invece, c’è l’ammissione che in fondo, è difficile salvare un amico che non vuole essere salvato. Enjoy!

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Francesco Porciello

Co-host di Purple Valhalla, il podcast italiano dei Minnesota Vikings e tifoso di tutte le squadre (college e pro) della terra dei 10,000 laghi. Da quasi quarant'anni a soffrire in attesa dell'anello... Skol!!!

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