Uno sguardo al 2021: Los Angeles Rams

La stagione 2021 dei Los Angeles Rams ha fatto vivere ai tifosi gialloblu una miriade di emozioni, dalle migliori alle peggiori, culminando con quella più grande: vincere il titolo nello stadio di casa.
Nonostante il successo finale, l’annata non è stata tutta rose e fiori, ma la conquista del Lombardi ha un po’ relegato in secondo piano tutte le cose che non hanno funzionato bene o comunque non sono andate come previsto, perchè alla fine nulla è più contato, di fronte al pallone d’argento di Tiffany.

COME DOVEVA ANDARE…

Le ambizioni di Los Angeles erano chiare fin da subito: arrivare fino in fondo e provare a portarsi a casa il trofeo, confidando anche nel fattore campo, Tutte le mosse in offseason erano state fatte in funzione della vittoria finale, a cominciare dall’ingaggio di Matthew Stafford, scambiato con Jared Goff ed una montagna di scelte, proprio per mettere quello che si supponeva essere i tassello mancante in una squadra già perfetta così.

L’acquisizione di DeSean Jackson completava il reparto ricevitori, mentre in difesa il nuovo Defensive Coordinator Raheem Morris doveva fare i conti con gli addii di John Johnson III e Troy Hill, tra gli altri, che lasciavano un grosso punto interrogativo nel backfield difensivo. Morris, spalleggiato da Sean McVay e Les Snead, era convinto di poter ripetere l’annata precedente, quando Brandon Staley aveva messo in piedi una difesa pazzesca, nonostante le perdite della free agency, e tutti erano convinti che i Rams sarebbero arrivati agevolmente al Super Bowl, tanto che nelle previsioni di inizio stagione erano dati come una delle favorite alla vittoria finale da moltissime previsioni.

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Il mantra che ci ha tormentato per mesi è stato quello relativo all’arrivo di Matt Stafford: finalmente con un vero QB finiremo al Super Bowl.

…E COME E’ ANDATA

E’ andata benissimo, ovviamente. Il risultato finale è stato quello sperato ed agognato: la vittoria nel Super Bowl LVI che ha portato ai Rams il secondo Vince Lombardi Trophy ed il quarto titolo complessivo. Non è stato facile, però, e per nulla scontato, anche perchè dopo il botto iniziale Stafford ha incominciato a perdere qualche colpo di troppo e la difesa non ha funzionato come avrebbe voluto Morris, per cui i Rams sono dovuti correre ai ripari con acquisizioni importanti a metà stagione. Dopo aver lasciato andare DeSean Jackson, scontento per i pochi palloni ricevuti, sono arrivati Von Miller in difesa e Odell Beckham Jr. in attacco.

Il loro arrivo è coinciso con il mese buio della stagione dei Rams. A Novembre, infatti, Los ANgeles ha perso tutte e quattro le partite disputate, per poi riprendersi in dicembre e, soprattutto, a Gennaio, quando i ragazzi di McVay hanno letteralmente cambiato marcia trasformandosi in un0armata pressochè invincibile, nonostante l’attacco continuasse a creare e distruggere. Tutti i dubbi su Raheem Morris si sono rivelati infondati quando il reparto difensivo ha disputato una post season mostruosa, mettendo il proprio marchio, di fatto, sulla stagione dei Rams.

Si sono anche allineati tutti i pianeti affinchè i Rams giungessero alla conquista del Super Bowl. Un Saturno qua, sotto forma di intercetto droppato da un defensive back dei 49ers, un Marte là, sotto forma di un passaggio droppato da un ricevitore Bengals, hanno fatto sì che per i Rams andasse tutto per il verso giusto fino alla fine.

COSA HA FUNZIONATO….

Inizialmente ha funzionato soprattutto l’attacco. L’inserimento di Stafford è parso avvenire senza il minimo intoppo, e le prime partite hanno dato l’impressione che il quarterback dei Rams fosse destinato ad una stagione da record. Andando avanti nella stagione, però, le cose si sono complicate un po’.

Chi ha performato persino oltre le aspettative è stato sicuramente il wide receiver Cooper Kupp, che ha sfruttato appieno le nuove direttive dategli da McVay sul come interpretare il gioco offensivo in qesta stagione. Kupp ha avuto piena libertà di definire le sue tracce in funzione dei difensori che gli si schieravano di fronte, ed ha avutp il grosso merito di trovare fin da subito un affiatamento eccezionale con il suo quarterback, che gli ha permesso di inanellare prestazioni straordinarie anche quando le difese avversarie, avendo capito come Kupp fosse diventato l’uomo da fermare, gli preparavano comitati di accoglienza personalizzati. Nel 2021 nessuno può dire di essere riuscito a fermare Kupp, il quale ha infatti giocato una stagione da MVP, se non fosse che ormai è un premio dedicato ai quarterback.

In difesa, tra mille problemi, il caposaldo è rimasto quello che ci si aspettava: Aaron Donald. Una certezza ormai da qualche anno, Donald ha saputo cementare attorno a sè un reparto difensivo che porta gli atleti a performare anche al di sopra delle loro reali possibilità e capacità. Quando, poi, si è aggiunto Von Miller, il front seven di Los Angeles è diventato qualcosa di illegale, dando anche ampio respiro alla secondaria, mettendola meno sotto pressione obbligando i quarterback avversari a liberarsi subito della palla senza aspettare lo sviluppo delle tracce profonde.

… E COSA NON HA FUNZIONATO

Dopo un inizio bruciante, come dicevamo nel paragrafo precedente, Stafford ha iniziato a perdere colpi, ed il pallone profondo ha iniziato ad essere un problema. Un grosso problema. Da metà stagione in avanti, quando Stafford lanciava sul profondo era matematico che arrivasse l’intercetto. McVay si è intestardito nel cercare un qualcosa che evidentemente faticava ad arrivare e Stafford stesso si incaponiva a lanciare palloni in doppia o tripla copertura e spesso anche corti, così da favorire i recuperi dei defensive back avversari.

Unitamente ad uno schema difensivo piuttosto sospetto che ha perseguitato i Rams tutta la regular season, ad un certo punto i Rams si sono trovati nella condizione di temere per il proseguio della regular season. I Playoff non sono praticamente mai stati veramente in discussione, ma si temeva un crollo verticale, una volta arrivati alle partite decisive. La soft zone di Morris ha lasciato troppa libertà ai ricevitori avversari, ed è spesso stata la causa di sconfitte o partite rimesse in discussione quando erano già vinte da un pezzo. Buon per Morris (ed i Rams) che per i playoff sia stata poi trovata la quadra giusta.

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E ADESSO?

La vittoria al Super Bowl alla fine ha pagato la grande scommessa di Les Snead e Sean McVay, che hanno lanciato una nuova tendenza, a vedere dalle prime mosse di free agency. Disfarsi delle scelte al draft non è un dramma, se lo fai per assicurarti veterani già rodati e capaci e se sei poi capace di trovare dei buoni giocatori nei giri successivi. I Rams, questo sono riusciti a farlo, perchè oltre alle “figurine” (collezionando le quali, secondo Troy Aikman, non si raggiunge il successo, ma crediamo abbia cambiato opinione, oggi), bisogna avere dei comprimari all’altezza, non solo come riserve, ma anche come titolari. Ne è un esempio perfetto Troy Reeder, un linebacker che sarebbe un buon backup, elevato al ruolo di starter e comunque in grado di reggere il confronto per un’intera stagione.

Detto che è impossibile trattenere tutti, la sfida maggiore per i Rams è proprio quella di mantenere il roster il più inalterato possibile (anche se qualche pezzo grosso è già stato perso) e continuare con questa politica di inserimento di tasselli specifici, come è accaduto con Allen Robinson che va a rimpiazzare Robert Woods.

L’intenzione di riprovare la corsa fino al traguardo, c’è, ovviamente. La grossa sfida sarà mettere in piedi una squadra abbastanza competitiva per faro. Un vantaggio rispetto a qualche anno fa è che ora i Rams sono una squadra in cui tutti vorrebbero andare a giocare o, comunque, andrebbero a giocare volentieri. Unbel salto inavanti rispetto anche solo al 2016, prima stagione di rientro in California.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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