Perchè il Pro Bowl è (diventato) inutile

Domenica sera, spinti anche dall’assenza di alternative di livello in TV, abbiamo deciso di (ri)dare una chance al Pro Bowl. E’ stato un atto di fede, alla fine è pur sempre la penultima partita di football NFL della stagione, dopo ci toccherà aspettare agosto per tornare a vedere qualcosa, insomma, puntuali alle 21 ci siamo sintonizzati sulla diretta da Las Vegas. Abbiamo commesso un grandissimo errore.

La nostra memoria è abbastanza profonda, nel senso che (purtroppo) ha visto diversi anni di football. Ma mai come quest’anno la cosiddetta “partita delle stelle” è sembrata finta oltre ogni limite, tanto da non presentare neanche più il minimo tentativo di fermare l’avversario. Ecco un esempio tra tanti:

https://twitter.com/NFL/status/1490453700757712899

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Il Pro Bowl ha delle regole che mirano a preservare la salute dei giocatori in campo, perché nessuno (giocatori, società e nemmeno noi tifosi) vuole vedere un infortunio di qualsiasi natura in quella che rimane comunque una partita celebrativa, quasi una festa; oltre a ciò, è da tenere da conto che con 2/3 giorni di allenamento non si può costruire una squadra che funzioni bene sul campo. E  capiamo assolutamente anche che il Pro Bowl è una ottima occasione per la NFL per testare “sul campo” qualche regola nuova (ad esempio quella sul coin toss o il 4°&15 da giocare al posto del kickoff). Ma l’edizione 2022 ha veramente “saltato lo squalo”.

Nota per i più giovani o chi non ha mai visto Happy Days: in una puntata della famosa serie, abbastanza avanti nelle stagioni, al protagonista Fonzie viene fatto saltare uno squalo con gli sci d’acqua, un’idea talmente fuori contesto con il resto della serie da far capire chiaramente come gli autori avessero finito le idee; da allora l’espressione “saltare lo squalo” ha preso il significato di una cosa che non ha più nulla da dire ed ha fatto il suo tempo.

Durante la partita non c’è stato un minimo di intensità, di voglia di giocare a football americano e cercare di dare un senso a quello che, in fin dei conti, è pur sempre un incontro che vede in campo i migliori giocatori NFL e assegna anche un trofeo. Il paragone più vicino che ci viene in mente è con l’All Star Game NBA dove praticamente si gioca solo in attacco (o nel cercare le stoppate) e la difesa praticamente non esiste; ma si tratta di  un altro sport che non ha nulla a che vedere con quello giocato con uno sferoide prolato, e nel quale il contatto fisico ha sì un rilievo ma certamente non essenziale come nel football. Togli il contatto fisico e la difesa dal basket e hai comunque un minimo di spettacolo e di attinenza col gioco, togli il contatto fisico e la difesa dal football e hai… il Pro Bowl.

Ormai, per noi e per tanti, Pro Bowl è diventato sinonimo di Skill Games, i giochi del giovedì che la NFL si è inventata da qualche anno e che ci fanno più divertire e, paradossalmente, hanno molto più agonismo da parte dei protagonisti di quanto non se ne veda nella partita della domenica. E allora: facciamo diventare il Pro Bowl un grande Skill Game? Perché no! 😊 Otto squadre, una per Division, che si affrontano in giochi vari e divertenti. Durata dell’evento, due ore e tutti sono, molto (mooolto), più contenti.

Diversi anni fa Roger Goodell, il Commissioner NFL, era arrivato a mettere anche  in dubbio la sopravvivenza stessa del Pro Bowl, ma i soldi generati dall’evento, i rating televisivi (che pur se in calo rimangono notevoli), la totale contrarietà della NFLPA (l’associazione giocatori) e i tanti soldi donati in beneficenza gli hanno fatto cambiare idea.

Anche noi, sinceramente, siamo contro la totale abolizione di un evento da disputarsi nella settimana di pausa fra la due finali di Conference ed il Super Bowl ma, per pietà, fate qualcosa per renderlo vedibile!

PS: l’edizione 2022 è stata vinta dalla AFC, come avviene dal 2016.

Giovanni Ganci e Mauro Rizzotto

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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