Rullo Chiefs! (Las Vegas Raiders vs Kansas City Chiefs 9-48)
Non c’è partita. Non c’è storia. I Las Vegas Raiders escono sconfitti dall’Arrowhead Stadium contro i Chiefs e tornano a casa con le ossa rotte.
Dopo l’umiliante sconfitta per 41-14 subita in Nevada in week 10 contro i Chiefs, un minimo di orgoglio Raiders nell’affrontare la partita del ritorno ce lo si aspettava; invece il team di Rich Bisaccia (subentrato a Gruden in corso d’opera) crolla in maniera demoralizzante e quella di Kansas City è una triste umiliazione.
Raiders che tra l’altro avevano spezzato l’ultimo huddle del riscaldamento prima d’inizio partita a centrocampo sul logo dei Chiefs riunendosi intorno al defensive end Yannick Ngakoue sprezzante nel caricare le sue truppe. Questo tipo di gesto nel mondo del football americano è interpretabile in modo provocatorio nei confronti degli avversari e per fare una cosa simile sul campo dei Chiefs devi avere una forte ragione dalla tua. Qui i casi sono due: o si è certi di vincere, o si è dei folli e la figuraccia non può passare inosservata.
Dunque dato che all’intervallo il punteggio recitava 35-3 per i padroni di casa, possiamo dedurre che i Raiders siano stati un pò troppo avventati nell’alzare la cresta in quel modo. Specie se consideriamo che per forzare un fumble a Josh Jacobs, recuperarlo e segnare un touchdown difensivo con Mike Hughes, ai Chiefs sono serviti solo 8 secondi!
Fatto quello la partita sembrava già chiusa ed effettivamente la sensazione era giusta. Pessimo inizio che conduce i Raiders alla perdizione, la stessa condizione di annullamento e dissoluzione della personalità che attanaglia la rispettabile casata nero-argento da qualche tempo a questa parte. La luce infondo al tunnel, al momento, non si vede.
Finisce 48-9 per Mahomes, vicino alla perfezione assoluta con 20/24, 258 yard più altre 20 yard su corsa, 2 touchdown lanciati e per la prima volta in qualche settimana zero intercetti. Patrick smista palloni con leggerezza e fa divertire tutti i suoi compagni. Forse possiamo finalmente dirlo senza dover stringere la lingua tra i denti: i Chiefs sembrano davvero aver ritrovato quell’armonia vincente che ha caratterizzato le loro ultime annate.
Le vittorie consecutive sono ora sei. Alcune certo non sono così sorprendenti, ma altre hanno permesso di ritrovare ritmo e soprattutto fiducia come nel caso delle sfide con Packers e Cowboys. L’inizio a rilento di stagione regolare sembra abbondantemente alle spalle ed ora manca il rush finale.
Se la calma e la pazienza sono le virtù dei forti, allora coach Steve Spagnuolo deve essere davvero forte. C’è stato un momento quest’anno in cui i Chiefs si sono trovati nel panico e ad un attimo dal premere quel bottone rosso che avrebbe fatto “esplodere” tutto. Invece con le giuste misure e senza forzare i tempi più di quel tanto, passo dopo passo tutti i reparti hanno ritrovato il loro coraggio. La difesa di Spang in primo luogo.
Nella partita di ieri l’impatto del gruppo a difesa di Kansas City è stato subito devastante e nel corso delle ultime uscite abbiamo notato un crescendo importante. Crescendo che oggi ha tramutato l’anello debole della catena in un sottovalutato punto di forza.
La difesa dei Chiefs è coesa, unita, e Tyrann Mathieu spicca in modo carismatico al suo interno come un lupo che guida il suo branco alla battuta di caccia. Mathieu registra un intercetto prezioso, poi si becca anche una flag per taunting dovuta in parte all’entusiasmo e in parte al suo temperamento spesso rovente. Ma va bene così, il tiranno tiene la pressione costante e contagia il collettivo che banchetta sulla schiena di Derek Carr.
Il quarterback dei Raiders è solo e indifeso, subisce 4 sack e 1 intercetto. La linea offensiva gli volta le spalle ed insieme a lui, Zay Jones, Hunter Renfrow e Josh Jacobs perdono possessi pesanti. Quattro fumble persi sono davvero tanti, troppi per le coronarie dei poveri tifosi che nonostante il record di 6-6 del pre-partita navigano in acque agitatissime e senza un vero capitano che sia in grado di fagli ritrovare la rotta.
I Raiders sembrano frustrati e la franchigia è apparentemente allo sbando. Questo è quello che si percepisce da fuori, poi tutto rimane opinabile ovviamente. La corsa a touchdown da 51 yard di Derrick Gore che vola libero e indisturbato nelle praterie dello stato è alquanto emblematica rispetto al momento dei Raiders: Las Vegas non gioca, non combatte e la nota preoccupante è che forse non ha nemmeno molti interessi per farlo. Cinque sconfitte nelle ultime sei partite sono un segnale chiaro e la sola vittoria registrata in questa fase è arrivata per 3 punti in una sfida decisamente discussa per le penalità subite dai Dallas Cowboys (il che non toglie meriti ai Raiders in quel senso, ma denota che quella W è arrivata proprio con le unghie).
Serve inversione di tendenza e serve rimettere in piedi un progetto dal principio. L’aspetto positivo è quello che i Raiders hanno sempre le carte in regola per far si che questo avvenga, solo serve tempo e calma.
Con le 76 yard di ieri, in casa Chiefs Tyreek Hill raggiunge e supera le mille yard per la quarta stagione di fila, wideout sempre al top e sempre indifendibile.
Lavora discretamente anche il backfield con Clyde Edwards-Helaire che macina poco terreno sulle corse ma segna 2 mete. Nota di merito anche per il place kicker Harrison Butker, 6 su 6 agli extra point e 2 su 2 con i field goal. Preciso e potente nel centrare l’obiettivo in mezzo ai pali!
Un altro passo avanti per i Chiefs, un altro successo verso quella rivalsa che è lì ad attendere silenziosa. La prossima uscita contro i Los Angeles Chargers sarà determinante per chiudere i giochi nel girone divisionale e allungare le distanze sigillando così la pratica dei playoffs.
Caporetto.
Probabilmente una delle peggiori ripassate subite in tutta la storia del club,per di più in soli due quarti.
Perché Carr sia stato lasciato in campo per tutta la ripresa è un mistero (o qualcuno nello staff sperava in un infortunio fino a fine stagione?)
Ennesima Stagione chiusa a novembre e probabile ennesima rifondazione (N°?…..) da fine dicembre.