NFL Preview 2021: Minnesota Vikings

Attese, illusioni e bruschi risvegli, i tifosi dei Minnesota Vikings vivono su montagne russe senza fine, senza lieto fine. Lo sanno. Ci sono abituati. Supportano. E sopportano. E non si tratta solo di partite, stagioni o cicli. Può accadere che il circolo della delusione si completi anche nell’arco di un’estate, dal draft al training camp.
Lo scorso anno l’entusiasmo è stato demolito dagli infortuni, sul far della stagione. A minare il prosieguo la leggerezza del coaching staff nel sottovalutare un precampionato come mai se n’erano vissuti prima. Risultato: un’annata iniziata male, ripresa per i capelli ma conclusa nella mediocrità. Con il piatto della casa del menù, la difesa, clamorosamente bruciato per gli errori in cucina di cui sopra.
L’ottimismo si è riacceso in primavera. La pagella del draft molto positiva nonostante un quarto giro sospetto, Danielle Hunter accontentato dagli uffici del front office. Innesti preziosi – pur non essendo campionissimi – in free agency. Poi, la marea che si alza lentamente, e i primi dubbi che si impossessano dei bagnanti, alla ricerca dei punti di riferimento per sperare di nuotare alla pari con i rivali gialloverdi (sì, Aaron Rodgers e i Packers saranno ancora la squadra da battere).

ATTACCO

L’attacco è stato la nota positiva dello scorso anno, con Justin Jefferson ciliegiona sulla torta. Il ricevitore al secondo anno stavolta non sarà sottovalutato da nessuno e maggiori difficoltà sono da mettere in conto. Lui e Adam Thielen sono due garanzie. L’infortunio a inizio training camp per il n.18 per fortuna è stato superato in fretta, anche se ha alimentato i timori. Anche perché i primi giorni di allenamento hanno messo fuori causa Olabisi Johnson: out tutta la stagione a causa di un ginocchio. La battaglia per il ruolo di WR3 è apertissima. Il secondo anno KJ Osborn ha ben impressionato in allenamento. Dede Westbrook, ex Jacksonville e ultimo arrivato su consiglio del coach dei ricevitori Keenan McCardell, potrebbe rivelarsi più utile di Tajae Sharpe nel 2020. Ma è rimasto ai box sino a dopo Ferragosto. E poi c’è il rookie Ihmir Smith-Marsette di cui si dice un gran bene. Da sperare – per lui – che il primo test contro Denver non sia stato indicativo però. Ai ricevitori vanno aggiungi i tight end Irv Smith e Tyler Conklin. Dal primo ci si aspettava una breakout season, il campionato della consacrazione. L’infortunio al menisco dopo l’ultima gara di preseason rischia di far rivedere i piani.
Dalvin Cook continuerà a tirare la carretta. È lui il perno offensivo su cui si basano le fortune gialloviola. Gioie che potrebbero trovare nuova linfa dalla linea offensiva. Il condizionale è d’obbligo. Il draft ha portato in dote Christian Darrisaw e Wyatt Davis. L’obiettivo è vederli titolari come tackle sinistro e guardia destra. Quasi impossibile accada da inizio anno. Acciacchi (motivo della scivolata di Darrisaw al draft?) e inesperienza rischiano di far partire ancora una volta una offensive line poco convincente. E questo è un problema. Poter contare sull’innesto di un free agent avrebbe dato qualche garanzia in più.

All’appello manca il ruolo chiave. Quarterback sarà ovviamente ancora Kirk Cousins. Alle sue spalle è arrivato dal draft Kellen Mond. Per il 2021 dovrebbe rimanere nelle retrovie. Dovrebbe. Ancora condizionale. E sarebbe meglio per lui. Cousins in estate non si è distinto per acume. Le sue posizioni sulla Covid-19 avevano già fatto storcere il naso lo scorso anno. Sul vaccino ha giocato il carico. Non ha intenzione di immunizzarsi. Al netto delle opinioni personali in merito, ha lanciato un messaggio tutt’altro che positivo. Evidenziando quei limiti di leadership che da sempre adombrano la sua carriera e che ora rendono evidente perché le qualità fisiche e tecniche indubbie non lo elevino nel gotha del ruolo. Sia chiaro, Cousins non è l’unico big vichingo a non volersi vaccinare, con lui ci sono anche Thielen ed Harrison Smith, per esempio. E i Vikings sono la squadra con il maggior numero di non vaccinati. Escludere che non sia anche per l’esempio dei leader, quarterback in primis, è impossibile. E se si dovessero perdere partite a tavolino per questo, in una stagione molto vicina ad un all in sarebbe davvero uno sciagurato harakiri. Alle spalle di questi due, un vuoto preoccupante.

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DIFESA

Ritrovare Danielle Hunter e Michael Pierce, miglior innesto del 2020 rimasto fuori a causa del Covid, vale già numerosi sorrisi. Aver aggiunto Dalvin Tomlinson e il cavallo di ritorno Sheldon Richardson rende la pallida linea difensiva dell’anno passato uno sbiadito ricordo. Il resto della truppa è formato da comprimari, giocatori utili (Weatherly, Wonnum) e rookie con buon potenziale ma ancora da sgrezzare (Patrick Jones II, Janarius Robinson – quest’ultimo partirà in IR).
In tema di rientri, si rivedrà Anthony Barr, il sodale Eric Kendricks è sempre tra i migliori e più sottovalutati della lega, con loro ci sarà il journeyman Nick Vigil. Dietro invece si scivola nell’ignoto. E non è un bene. Anche perché sulle condizioni del primo della lista, Barr, ci sono nubi nere che assomigliano a quelle che hanno cancellato il 2020 di Hunter. Non come tipologia di infortunio bensì come evoluzione e chiarezza comunicativa della situazione.
Troy Dye e Chazz Surratt sono i giovani su cui si punta ma che sembrano ancora più progetti che giocatori finiti.

Stesso discorso dei linebacker vale per le safety, dietro a Harrison Smith (freschissimo di rinnovo per 4 anni a 64 milioni di dollari) e Xavier Woods c’è il nulla. O poco più. Le secondarie però potranno contare su un reparto cornerback ben più folto e spesso dello scorso anno, nonostante il processo per violenza domestica cui andrà incontro Jeff Gladney ha fatto sì che la prima scelta 2020 sia stata salutata con largo anticipo sulle speranze di Rick Spielman che l’aveva scelto. Patrick Peterson è il leader indiscusso, non solo tra i DB. Bashaud Breeland un onesto compagno, Mackenzie Alexander un netto miglioramento nello slot. Con loro si ruoteranno sicuramente Cam Dantzler e Kris Boyd, con il primo chiamato a cancellare una prestagione poco brillante.

SPECIAL TEAM

Tanti sono i dubbi, al contrario, che aleggiano sugli special team Greg Joseph sarà il kicker titolare, ma non calcia dal 2019 e ha giocato appena 16 gare Nfl senza entusiasmare. Il rookie Patterson comincerà pure lui dalla IR. Britton Colquitt dopo una prima di preseason imbarazzante si è rimesso in sesto, ma ha rischiato. E sui ritorni… Smith-Marsette ha mostrato ottime potenzialità, in attesa di vedere anche Kene Nwangwu, che sembrerebbe potersi ritargliare spazio almeno sui kickoff, con Ameer Abdullah a quel punto quasi sacrificabile. Ma quanti condizionali ci sono in questo pezzo!

COACHING STAFF

E il nostro tempo verbale preferito non lo abbandoniamo nemmeno per il coaching staff. Sì, perché nell’anno in cui coach Zimmer molto probabilmente si gioca il posto, ancora una volta avrà a che fare con un nuovo offensive coordinator. In teoria aver scelto di restare in famiglia con l’esordiente Klint Kubiak, figlio di Gary, non dovrebbe scompaginare troppo gli schemi dell’attacco. Sulle chiamate la nebbia invece si fa più fitta. È pur sempre il suo primo anno, le sue capacità di playcaller sono tutte da testare. Per l’attacco è cambiato anche il coach della linea offensiva. Solo formalmente. Rick Dennison non vuole vaccinarsi e allora è stato spostato a generico assistente per non dover sottostare ai rigorosi protocolli di chi scende in campo. Sulla sideline ci sarà Phil Rauscher.
In difesa è cambiato il Senior Assistant. Da Dom Capers si è passati a Paul Guenther. Ha già lavorato con Zimmer a Cincinnati, il feeling dovrebbe essere buono e migliorare magari l’impatto di Guenther che ai Las Vegas Raiders non ha fatto granché bene come defensive coordinator.
La carrellata chiude con gli special team dove è quasi impossibile fare peggio dello scorso anno per il nuovo arrivato Ryan Ficken.

PROSPETTIVE

Le prospettive dopo aver sparpagliato ovunque condizionali non possono che essere nascoste da una spessa coltre di fumo. Se una volta dipanata resteranno in campo i titolari per tutte le 17 gare dell’annata allora il circolo della delusione dei tifosi dovrebbe arrivare molto tardi, perché talento ce n’è parecchio. Si potrebbe pensare anche a una bella corsa in gennaio e febbraio. Viceversa, se la sfortuna ci dovesse mettere lo zampino (e i problemi a Barr e Irv Smith non sono incoraggianti) la stagione potrebbe prendere una piega sgradevole rapidamente non lasciando spazio nemmeno per una botta d’euforia. In quest’ultimo caso il castello di carte crollerebbe e il 2022 diventerebbe un anno di totale ricostruzione senza Zimmer, Spielman e Cousins. Contando che la sfortuna ci ha già messo del suo dodici mesi fa, giochiamo il nostro jolly su un’annata positiva.

Record previsto: 10-7

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Le prospettive dopo aver sparpagliato ovunque condizionali non possono che essere nascoste da una spessa coltre di fumo. Se una volta dipanata resteranno in campo i titolari per tutte le 17 gare dell’annata allora il circolo della delusione dei tifosi dovrebbe arrivare molto tardi, perché talento ce n’è parecchio.

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