La “risposta” di Aaron Rodgers alla lettera aperta

ATTENZIONE: questa lettera non vuole in nessun modo aver la pretesa di rappresentare il pensiero di Aaron Rodgers, ma è solo il frutto della fantasia dell’autore che si è cercato di immedesimare nel destinatario della bellissima lettera di Mattia Righetti.

Caro Mattia,

volevo innanzitutto ringraziarti per l’affetto che mi hai sempre dimostrato e la passione che hai messo nella tua splendida lettera.
Mi sembrava giusto e doveroso risponderti perché tu, come gli altri miei tifosi, meritate una spiegazione, ma ti chiedo per favore di non divulgare questa lettera finché tutta la vicenda non si sarà chiarita, perché vedrai che presto tutti potranno vedere il filo logico che c’è dietro tutto questo e capiranno da che lato sta la ragione.

La mia storia d’amore con Green Bay non è mai stata facile, anche se dal di fuori poteva sembrare il contrario: essere preso per sostituire un mito come Brett Favre non è stato banale; la gente pensa che io non abbia un carattere facile, hanno messo in mezzo pure il rapporto con la mia famiglia senza saperne davvero nulla, ma cosa avrebbero dovuto dire allora di uno come Favre che andava in giro, con il suo fare da boscaiolo che ben si adattava al pubblico locale, farcendo insinuazioni pure sulle mie presunte tendenze sessuali? Oggi questo non sarebbe tollerato, ma allora, per me ragazzo di Chico California, essere catapultati a Green Bay in Wisconsin, di sicuro la vita non era facile e la situazione non mi rendeva simpatico agli occhi della gente.
Ho passato tre anni (dico tre!) a fare la sua riserva, aspettando solo la mia occasione, sapendo che non mi sarebbe mai stato perdonato nulla e che qualcuno avrebbe sempre insinuato che comunque Favre era meglio.

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Poi il Super Bowl nel 2010, finalmente ero riuscito a dimostrare a tutti di essere il campione che ho sempre saputo di essere.
Facile vincere i titoli in Massachusetts quando hai il migliore allenatore della storia a guidarti, quando i free agents accettano di venire a giocare sottopagati perché sanno che c’è una mentalità vincente. Vieni a farlo a Green Bay, dove la free agency, se non in uscita, non esiste, dove la città ghiacciata di 100.000 abitanti, lontana dalle luci dei Media e degli sponsor, di sicuro non invoglia i giocatori a trasferire le proprie famiglie.
Ho fatto sembrare Mike McCarthy un fenomeno, quando in realtà è stato un freno a mano tirato che non mi ha permesso di raggiungere il secondo anello. Ti ricorderai sicuramente le sue chiamate “conservative” nel Championship del 2015 contro i Seattle Seahawks, le tre corse di Lacy a 4 minuti dalla fine per poi fare un punt quando invece potevi giocartela sfruttando uno dei quarterback più forti della lega che avevi a disposizione. Mille volte l’ho implorato di rinnovare il suo playbook, il gioco nella lega cambiava, ma lui rimaneva sempre lo stesso e mi toccava inventare magie sui giochi rotti, cosa che volente o nolente è diventata la mia specialità; certo questo ha messo in risalto le mie qualità, ma davvero pensi che mi dispiacesse avere degli schemi che mi rendessero la vita più facile e poter completare un passaggio senza rischiare l’osso del collo ogni volta?
Quando finalmente McCarthy è stato licenziato ed è andato a Dallas si è visto quanto valeva e chi era l’artefice di quel Super Bowl.

Poi è arrivata la coppia Gutekunst – LaFleur e davvero credevo che ci fosse finalmente un cambio di mentalità che ci proiettasse al pari delle grandi squadre della lega. Invece, se possibile, le cose sono andate ancora peggio. In free agency siamo rimasti immobili come al solito, mentre vedevo i wide receiver accasarsi con quarterback che valevano la metà di me. LaFleur è arrivato con l’idea che sarebbe stato il suo gioco a farci vincere, come dice lui “noi giocatori siamo solo degli interpreti del suo copione, tutti intercambiabili, per cui pure il Signor Aaron Rodgers deve adeguarsi”. Mi vede come un vecchietto e crede che solo il suo playbook da enfant prodige può farmi fare ancora qualche annetto, ma intanto ha pensato bene di scegliere un giovane promettente che faccia il compitino, sia ubbidiente ed esegua quanto richiesto senza togliere le luci della ribalta dal duo General Manager-Head Coach, che devono risultare le uniche star di Green Bay.
Sì ammetto che ho sempre amato avere i riflettori su di me, ma tutto quello che ho raggiunto me lo sono guadagnato sul campo. Ho fatto sacrifici immensi per trascinare questa squadra al titolo, una franchigia che come mentalità vive più nel passato che nel presente, che pensa che i ricordi facciano vincere i titoli, mentre in NFL ogni anno si ri inizia da zero; non conta se giochi in un tempio del football come il Lambeau Field, se hai avuto Vince Lombardi che ha dato il nome al trofeo per cui ti batti ogni stagione, in NFL ogni giorno devi allenarti come se non avessi mai vinto e giocare come se non avessi mai perso.

Perchè nel Draft 2020 mi hanno pugnalato alle spalle andando a prendere  un nuovo quarterback, Jordan Love, senza nemmeno avvisarmi? Naturalmente a me sembra una scelta sprecata, visto che mi hai a contratto fino al 2023, ma sono certo che in una società seria una telefonata avrebbero dovuto farmela, anche solo perché sono un leader e che piaccia o no i destini di questa squadra passano ancora da me. Tutti i discorsi fatti insieme al front office che mi servivano dei ricevitori affidabili e che ormai tutta la lega è orientata ad un gioco prevalentemente di passaggio e con un quarterback come me e una linea offensiva solida bastavano davvero solo un paio di innesti per puntare al titolo, sfruttando anche l’indebolimento della NFC, e quindi? Tante belle parole e il risultato qual è stato? Prendere un RB al secondo giro e un FB, riciclato poi come TE al terzo?
Non devo forse sentirmi preso in giro? Gutekunst mi ha detto che deve pensare al futuro della franchigia, ma quello non può diventare l’unico pensiero quando hai un presente che ti ha aperto non una finestra ma un vero e proprio portone per la vittoria. E poi, non appena elogio un compagno, gran lavoratore, come il ricevitore Jake Kumerow, sottolineando l’alchimia che si sta creando con lui che mi ricorda quella con Jordy Nelson, avendo sicuramente meno talento ma ottime mani e grande fisicità, cosa succede? Viene tagliato il giorno seguente. Aveva un contratto ridicolo ed è stato fatto solo per il gusto di farmi un dispetto.
Sono queste le basi su cui fondare una squadra? Il piano geniale del duo Gutekunst- LaFleur è scontentare l’uomo immagine della franchigia? Non ti viene forse il sospetto che il loro unico scopo sia quello di esasperarmi in modo da farmi scappare facendomi fare la parte del cattivo? Una volta andato via io, quei due potranno finalmente attuare il loro sogno di gloria di essere gli unici artefici del successo dei Packers, peccato che sanno che non sopravviverebbero alla prima sconfitta dopo avermi cacciato o scambiato contro il mio volere; allora l’unica possibilità che hanno è quella di farmi andare via con la nomea dell’ingrato che tanto cercano di affibbiarmi attribuendomi addirittura un recruiting al contrario.

Io come ho risposto l’anno scorso? Coi fatti! Caricandomi come sempre la squadra sulle spalle portandola ad un soffio dal Super Bowl. Ho dimostrato ancora una volta chi è il più forte… e accidenti se l’ho dimostrato, è sotto gli occhi di tutti!
Ho fatto sembrare un undrafted tight end come Robert Tonyan il nuovo Jordy Nelson, perché dammi un bersaglio grosso e fisico e vedrai che quella palla io gliela spedisco dritta nei numeri.
Ma la sconfitta nel Championship è stata imputata solo a me, non alle scelte assurde come quell’inutile field goal o alle inopinate chiamate difensive. Allora sì che ho sbattuto i pugni sul tavolo con GM ed HC, ma in privato, accettando di fare da parafulmine ancora una volta per il solo bene di Green Bay, a patto di avere un progetto comune. Nessuna risposta è arrivata, né dopo la sconfitta né nei mesi successivi. Ho chiaramente spiegato che tanto valeva scambiarmi e mandarmi a San Francisco, che mi era sicuramente gradita ed era alla ricerca di un quarterback, ma anche lì nessuna risposta e nessuna proposta alternativa. È seguita l’ennesima free agency piatta senza l’arrivo di nessun ricevitore come da me richiesto a gran voce.

Come faccio ad aver rispetto di chi non me ne dimostra mai, di chi pensa di meritare tutto senza aver mai dimostrato niente nella sua carriera?
Devo fare la parte del cattivo? E allora farò la parte del cattivo se servirà a sopravvivere, perché restare a queste condizioni è impensabile e inaccettabile. Credono davvero che io sia interessato ai soldi e al mega rinnovo di contratto come insinuato dai Media? Pensano davvero che io voglia con la firma di un contratto lucroso ottenere il potere che troppi pensano sia il mio unico fine? Quello è il volere di un tiranno, mentre io sono un artista e un vero artista non crea per il compenso se ha abbastanza per mangiare, crea per esprimere se stesso e cerca il modo che gli può permettere di farlo, su quello sta lavorando il mio agente. Combatterò contro tutti quelli che cercheranno di tarparmi le ali, perché potrete anche iniziare tutti ad odiarmi come persona, ma il mio obiettivo è solo quello di rimanere affascinati dai miei capolavori: mettermi nelle migliori condizioni per esprimere la mia arte… a qualunque costo… perché qualunque alternativa sarebbe la morte della mia ispirazione e quello sarebbe molto peggio del ritiro.

Come finirà ovviamente non lo so neanch’io, caro Mattia, forse ti starò deludendo così come molti altri tifosi, ma almeno adesso potrai avere un quadro più completo della situazione.
Non prendere me come modello di uomo, perché proprio nella mia umanità sono fallace come tutti e non potrò che deludere ogni tua aspettativa e idealizzazione. Continua invece a giudicarmi come artista, perché quella è la mia vera natura, quindi, indipendentemente da come andrà a finire, guarda le mie azioni e solo lì potrai valutare il mio eventuale fallimento se non riuscirò ad esprimere altri capolavori, perché ogni mio lancio in fondo non è altro che una pennellata su una grande tela con lo sfondo verde.

Ciao Mattia, ci sentiamo presto, e stai sicuro che ogni volta che scenderò in campo cercherò di emozionarti, perché se una cosa so fare è proprio quella di trasmettere la mia passione per il gioco e questo è in fondo quello che ci lega e ci legherà sempre.

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Giorgio Prunotto

Appassionato da 30 anni di football americano e dei Cincinnati Bengals, stregato dal design del loro casco, dalle magie di Boomer Esiason e dalla Ickey Shuffle.

2 Commenti

  1. Peccato uno così i formaggiai non lo ritrovano sarebbe menlio mandare via quel fenomeno di HC

  2. Grande, Giorgio. Mi sei andato virale su Discovery con questa bella lettera.

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