Wild Card 2020: Tampa Bay Buccaneers vs Washington Football Team 31-23

Tampa Bay tornava ai playoff NFL dopo un digiuno di 13 anni, trovando sulla sua strada il Washington Football Team, vincitori della  NFC East, anche se con un record  negativo di 7 vittorie e 9 sconfitte.

Bucs orfani del LB White (COVID list) e del RB Ronald Jones fermo per guai muscolari, ma con il pieno recupero di Mike Evans, infortunatosi al ginocchio nell’ultima partita di stagione regolare e di Barrett in difesa. Washington deve fare a meno del suo QB titolare Alex Smith (meritevole del premio come Comeback Player of the Year) e al suo posto, alla sua seconda partita da titolare, Taylor Heinicke.

Nel primo possesso Tampa deve accontentarsi di un FG di Succop, nonostante Evans, Godwin e Fournette (sostituto di Jones) abbiano portato i Buccaneers in red zone e, come vedremo, questa difficoltà si ripeterà più volte durante il match. La franchigia della Capitale non incide in attacco, e anche la ciurma di Arians deve liberarsi della palla con un punt. Al suo rientro in campo Heinicke viene intercettato dal CB Murphy-Bunting che ridà la palla ai suoi a metà campo; da qui Brady imbecca Brown che entra in touchdown, anche se la trasformazione viene stoppata da Washington. (9-0 per Tampa). Il QB di WFT sembra entrare in partita, e con la collaborazione del RB Gibson e dei WR Sims, McLaurin e Thomas porta i suoi a ridosso della end zone, dove McKissic entra dopo una corsa di 2 yard (9-7). L’onside kick di Washington rida il pallone ai Bucs quasi a metà campo, da dove Brady organizza un drive che si conclude con la ricezione di Godwin per il touchdown che porta lo score sul 15 a 7 (conversione di 2 punti fallita). Washington cerca di reagire, ma il cast offensivo a disposizione di Rivera è chiaramente non al livello di quello di Tampa, anche se Heinicke e i suoi cercano di sopperire con la voglia e l’impegno, ma devono di nuovo ricorrere al punt.

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Il successivo possesso dei Buccaneers è guidato dalle corse e ricezioni di Fournette e dal TE Cameron Brate che diventa uno dei principali terminali offensivi, mentre Gronkowski viene “sacrificato” per aiutare la linea offensiva nel proteggere Brady dalla forte pass rush di WFT dove spicca il rookie (seconda scelta assoluta dello scorso draft) Chase Young; anche in questo caso la franchigia della Florida deve accontentarsi del calcio da 3 punti di Succop (18-7). La fine della prima frazione di gioco è segnata da due drive sterili, uno per parte, che portano le squadre negli spogliatoi.

WFT rientra in attacco dopo l’intervallo e, ancora una volta, mette in luce le difficoltà della difesa di Tampa contro i passaggi di corta e media distanza, anche se si deve accontentare di un FG, che avvicina la squadra di Coach Rivera. I Bucs dopo un “Three and Out” riconsegnano la palla ad Heinicke che è sempre più a suo agio, sia con lanci per i suoi compagni che con azioni personali di corsa, ma il drive si conclude con un altro punt. Al rientro in campo l’attacco di Tampa si affida alle corse del rookie Vaughn (per ridare fiato al veterano Fournette) che però commette un sanguinoso fumble a metà campo, da dove Heinicke continua a far girare bene il suo attacco e addirittura si incarica, con una corsa di 8 yard, di segnare il touchdown che riavvicina pericolosamente Washington, anche se la successiva trasformazione da 2 punti fallisce, così come il tentativo di pareggio (punteggio sul 18 a 16). Brady, soprattutto con le ricezioni di Brate e di Evans porta i Bucs alla soglia della end zone avversaria, ma ancora una volta deve accontentarsi di un FG trasformato da Succop, all’inizio del quarto quarto.

La difesa di WFT diventa sempre più pressante e Godwin commette numerosi drop, (al termine solo 5 ricezioni sui 12 bersagli) elementi che permettono a Washington di restare a contatto nel punteggio e impediscono alla squadra di Arians di allungare per mettere al sicuro il risultato. L’attacco di Washington non è altrettanto efficace del reparto difensivo e deve ricorrere di nuovo al punt, con Heinicke che esce dal campo dolorante al braccio. Brady dimostra la sua reputazione da GOAT e, con l’aiuto di 2 importanti ricezioni di Evans, avvicina i suoi alla end zone, dove Fournette entra per il touchdown del 28 a 16 (in precedenza annullata meta di Brate per incompleto su lancio di Brady). WFT dimostra di voler continuare a crederci e di voler rimanere il più possibile in partita, con Heinicke e suoi ricevitori che approfittano delle debolezze croniche della secondaria di Tampa, e con Sims che viene splendidamente imbeccato dal suo QB in end zone, riavvicinando i suoi (28-23)

Anche la pass rush della squadra della Florida, almeno nel secondo tempo, viene praticamente annullata dalla linea d’attacco di Washington, rendendo più agevole il compito del QB di Coach Rivera. Il successivo drive dei Bucs porta ad un FG, che distanzia un poco WFT ma non chiude la partita, che si decide sul successivo possesso di Washington che, con meno di 3 minuti sul cronometro, può avvicinarsi se non pareggiare (meta e trasformazione da 2 punti) il match. Si arriva ad un quarto tentativo e 21 yard, con il lancio di Heinicke che, in una selva di braccia protese non viene ricevuto da Thomas, ricevitore designato. A Brady è sufficiente inginocchiarsi 3 volte per portate l’orologio a zero e far guadagnare la prima vittoria di Tampa nei playoff dal trionfo nel Super Bowl XXXVII di San Diego.

Le statistiche finali mettono in luce ancora una volta le prestazioni di Brady (22 su 40, 381 yard e 2 TD) e Evans (6 ricezioni per 119 yard); sugli scudi anche l’ottimo Fournette (93 yard e 1 TD su corsa e 39 yard su ricezione) che ha reso meno monodimensionale l’attacco dei Bucs oltre al sempre affidabile K Succop (4 su 4 ai FG)

Per Washington sicuramente da sottolineare la prestazione di Heinicke (26 su 44, 306 yard, 1 TD e 1 INT) che, nonostante la sua seconda partita da titolare, ha guidato i suoi cercando di contrastare fino al termine una squadra sicuramente più attrezzata. La linea difensiva di WFT, così temuta alla vigilia, è stata ben contenuta dalla linea offensiva di Tampa, aiutata anche da Gronkowski, anche se a caro prezzo, la guardia titolare Alex Cappa fuori per un infortunio alla caviglia (e la sua assenza si è fatta notare nel secondo tempo). La squadra di Rivera ha saputo reagire ad una partenza difficile (2 vinte e 7 perse a metà stagione) chiudendo la stagione con 5 vinte e 2 perse nelle ultime 7 partite. Alex Smith ha scritto una pagina commovente nel libro delle storie NFL, con il suo ritorno in campo dopo un gravissimo infortunio che ha messo in pericolo non solo il suo rientro nella NFL ma la sua stessa vita. Anche Coach Rivera ha dovuto combattere contro un carcinoma nella prima parte della stagione, battaglia che lo ha visto vittorioso.

La squadra della Capitale, anche se inserita nella debolissima NFC East, ha guadagnato un posto ai playoff e, con qualche giusto inserimento nel prossimo draft e in offseason, potrebbe recitare un ruolo da protagonista nella prossima stagione. La difesa, soprattutto la linea difensiva, è di primo livello anche se la secondaria è migliorabile.

I Buccaneers approdano al Divisional Round di settimana prossima, dove affronteranno, per la terza volta in stagione i New Orleans Saints che li hanno surclassati nelle due precedenti occasioni (23-34 nella prima partita e addirittura 3-38 nel ritorno a Tampa). Doveroso, per la franchigia della Florida, crederci e cercare di contrastare al meglio la squadra di Coach Payton, che può contare su Brees, Kamara, Thomas e una difesa sempre dominante. I Bucs dovranno, da subito, rendere efficace il loro potenziale offensivo che ha pochi eguali nella NFL, ma sicuramente il match sarà deciso dal confronto tra l’attacco dei Saints e la difesa di Tampa, che nella seconda parte della stagione, ha spesso scricchiolato soprattutto contro il gioco aereo degli avversari. La nota positiva è il possibile rientro di Devin White per riformare la coppia con Lavonte David al centro della difesa; la pass rush dovrà portare estrema pressione a Brees con i vari Barrett, Pierre-Paul e Suh ma sarà la secondaria difensiva ad avere “le mani piene” contro Brees e soci; i vari Davis, Murphy-Bunting, Whitehead e Winfield dovranno mostrare gli “attributi” e giocare la loro migliore prestazione difensiva della stagione se vorranno che la partita rimanga aperta fino al termine.

Anche il coaching staff (Arians e i due coordinatori Leftwich e Bowles) dovranno rivedere il loro approccio alla gara, che nei due precedenti si è dimostrato fallimentare, sia in attacco (primi down di corsa che portano a terzi down lunghi) che in difesa (poca pass rush e coperture della secondaria da rivedere); la squadra della baia della Florida è stata costruita per vincere subito e l’opportunità è ghiotta.

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L’appuntamento è domenica sera al Mercedes-Benz Superdome di New Orleans.

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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