Drew Brees piega Tom Brady (Tampa Bay Buccaneers vs New Orleans Saints 23-34)

La calda estate dei Buccaneers è agli ultimi tramonti. L’autunno è alle porte, il football scende in campo e da qui in avanti si farà sul serio. Si è sognato sotto l’ombrellone, le firme delle stelle NFL giunte in Florida durante il mercato free agent hanno creato aspettative enormi. La posta in gioco è alta e Tampa è andata all-in, scommettendo fino all’ultimo doblone su questo gruppo. Per vincere oggi, per vincere a febbraio.

Ma l’amara verità è che i “pezzi da novanta” che sulla carta sembravano un’agguerrita ciurma di pirati in cerca di gloria, sull’erba del Mercedes-Benz Superdome di New Orleans sono apparsi più come un’accozzaglia di marinai disorientati.

La nuova avventura di Tampa comincia sotto buoni auspici, con Tom Brady che entra in end-zone col QB sneak sgattaiolando tra la mischia delle linee per il primo touchdown di giornata. Primo anche in maglia Bucs. Lo spike del pallone è ampiamente enfatizzato, un gesto innaturale per Tommy, che è parso costruito per rafforzare l’idea della sua immagine. Le orecchie di Bill Belichick però, non fischiano. Alvin Kamara risponde con un touchdown su ricezione, proprio quello che ci voleva per celebrare l’onerosa estensione di contratto da 5 anni a oltre 75 milioni di dollari lasciando i capricci alle spalle.

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La safety Saints Marcus Williams intercetta un lancio di Brady, poco lucido. L’urlo di rabbia del quarterback fa eco all’interno dello stadio vuoto. Dennis Allen, defensive coordinator di Nola, non aspetta altro: è il segnale buono per scatenare il blitz sul QB dei Bucs. Così, dopo la doppietta di Kamara, arriva il sack di Hendrickson su Tommy. Tampa è costretta a calciare ma il Defensive End Margus Hunt, aggiunto al roster non più di una settimana fa, blocca il field goal!

Lutz invece, i calci li segna. Tampa Bay fatica e risulta poco concentrata; le flag contro i Bucs volano come se non ci fosse un domani, sia in attacco, che in difesa. Altro segnale che lascia intendere la troppa foga, o la poca calma del team di Bruce Arians.

New Orleans cresce e i tempi sono maturi per il colpo di grazia: Janoris Jenkins intercetta Brady e vola a touchdown con un pick-6 che spezza le gambe. Secondo intercetto di giornata subito dal 6 volte campione del Super Bowl, con Tampa vicina allo psicodramma. Il campione però tenta di riscattarsi imbeccando OJ Howard con un TD pass, al quale segue il FG di Succop, buono per rimettere un solo possesso di distanza tra le squadre.

Dreew Brees, fin qui molto sereno, decide di alzare il ritmo e colpisce al cuore di Tampa con una bomba per Cook che allunga il campo. Nel giro di un paio di snap, il QB Saints trova Sanders che riceve e segna. 31-17 Saints. Il galeone dei Bucanieri non regge alla tormenta della Louisiana e affonda quando, immediatamente dopo al TD di Sanders, lo special team combina un disastro perdendo il possesso sulle proprie 20 yard. La difesa tiene ma non può evitare a Lutz di calciare. 3 punti regalati.

L’orologio è troppo avanti ormai, quando Tom Brady si ricorda di avere uno dei migliori ricevitori (se pur a mezzo servizio) della lega al suo fianco. Mike Evans, completamente ignorato per tutto l’incontro, segna un TD dal retrogusto amaro.

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La conversione da 2 non riesce, le condizioni per rimontare non esistono, Tampa Bay stecca la prima e avrà molto lavoro da fare in vista della prossima sfida contro i Carolina Panthers.

Saints che convincono nonostante Drew Brees sia poco soddisfatto della sua prestazione da 18/30, 160 yds, 2TD: “Direi che ho giocato in modo tremendo. Di sicuro siamo abituati a giocare ad un livello molto più alto offensivamente, in particolare nel passing game. Ci rimetteremo presto in carreggiata”.

Bucs molto lontani dagli obiettivi prefissati. Al team di Arians manca l’alchimia, non certo il potenziale perchè Chris Godwin, Scottie Miller, OJ Howard, Rob Gronkowsky, Leonard Fournette, Ronald Jones II e Mike Evans sono un plotone di esecuzione che fa invidia ad ogni coordinatore offensivo del campionato. Il braccio di Brady ha a sua disposizione fin troppa qualità per non far bene. Una sconfitta ci può stare tranquillamente, nella NFL le prime settimane sono spesso di assestamento, specie in questo 2020 dove non si è nemmeno giocata la pre-season.

Tuttavia, Tommy riconosce la pessima prestazione: “Ho commesso qualche brutto, terribile turnover. Ovviamente devo fare un lavoro di gran lunga migliore di così”.

Tom Brady riceve il benvenuto della NFC, dove di norma non ci si qualifica ai playoff durante le prime sei giornate. I bei tempi della AFC East sono finiti Tom!

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Alex Cavatton

@AlexCavatton sport addicted dal 1986. Amministratore di Chicago Bears Italia. Penna di Huddle Magazine dal 2018. Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio. Autore dei progetti editoriali: Chicago Sunday, Winners Out, RaptorsMania, Siamo di Sesto San Giovanni, Prima dello snap. Disponibili su Amazon

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