Huddle Mailbag, risposte alle vostre domande #9

Vi diamo il benvenuto a questo nuovo appuntamento di Huddle Mailbag, la rubrica bisettimanale in cui rispondiamo alle vostre domande di qualsiasi natura legate al mondo dello sferoide prolato. Ringraziando i nostri lettori per le domande pervenute, come nell’appuntamento precedente in coda all’articolo troverete i metodi per contattarci e porgerci le vostre domande!

Andrea ci chiede:

Ciao ragazzi, anzitutto complimenti, vi leggo sempre con grande interesse! Avrei 2 domande tecniche, che non sono ancora ferratissimo sulla materia. Sono relative allo scorso Super Bowl, e precisamente, prendendo questo video:

Pubblicità

A) minuto 10:20 – perché gli arbitri han chiamato pass interference?
B) minuto 11.24 – perché il td è valido? È sufficiente avere entrambi i piedi in campo (fuori dalla endzone) e far passare la palla dentro l’end zone?

Mille grazie!

Dalla redazione risponde Emanuele

  1. A) Il giocatore si disinteressa completamente della palla. Non si gira mai a guardarla, gioca solo per impedire a Kelce di prenderla e di conseguenza è una pass interference.
  2. B) Sì. Se hai i piedi dentro il campo la palla è dentro. Se hai i piedi fuori e la palla è dentro il campo viene considerata fuori dal campo per “estensione”. Per il touchdown l’importante è che sia l’ovale a raggiungere la riga della endzone, non il corpo del giocatore che comunque deve avere un possesso chiaro della palla. Faccio una piccola aggiunta (Eugenio, ndr): i telecronisti nel video si domandano se il piede destro fosse effettivamente in campo quando il giocatore fa arrivare la palla in endzone. Dal replay sembra che nel momento in cui la palla entra il piede sia leggermente fuori, infatti la giocata è stata rivista dagli arbitri, tuttavia le questioni sono due: o il giocatore ha effettivamente varcato con l’ovale la linea già prima di appoggiare il piede destro per metà fuori (cosa più probabile) oppure gli arbitri non hanno ritenuto di aver fonti certe per annullare la scelta fatta in campo. Tieni conto che se la chiamata non è al 100% chiara, rimane confermata nel dubbio quella fatta sul momento degli arbitri che in quel frangente era touchdown.

Francesco ci chiede:

Ciao ragazzi, posso chiedervi gentilmente che formazione ha usato Mcvay nella partita contro Green Bay nel Divisional playoff quando ha messo Goff come ricevitore esterno? Credevo fosse una wildcat ma in chat telegram mi hanno detto di no.
Vi ringrazio molto.

Dalla redazione risponde Massimo

Ciao Francesco,

In effetti avevi ragione tu: la formazione che i Rams hanno giocato tre volte (l’ultima terminata con il touchdown di Akers) è effettivamente una wildcat. Si definisce wildcat, infatti, una formazione in cui lo snap va direttamente ad un giocatore che non è il quarterback. Poi, dalla wildcat esiste un mondo di possibilità e schemi diversi. Quello che hanno scelto i Rams è la cosiddetta Wildcat Spread, cioè con il solo RB dietro al centro ed il QB schierato come slot o addirittura come wide receiver come nel caso di Goff.
Quello che McaVay ha cercato di fare con questa azione, è sfruttare il passato (in High School) da quarterback di Akers per minacciare un eventuale passaggio ad un Goff eventualmente ignorato dalla difesa. I Packers hanno però difeso bene i primi due tentativi, costringendo Akers a correre. Nel terzo tentativo di wildcat, invece, Akers ha direttamente corso una dive, che quasi non riusciva perchè Blythe è scivolato e non è riuscito ad effettuare il blocco sul secondo livello. Akers ha comunque rimediato rompendo il primo tentativo di placcaggio ed entrando in end zone con il second effort.

Cristian ci chiede:

Pubblicità

Ciao ragazzi. La prima domanda credo sia da principiante: perché un quarterback preferisce un incompleto piuttosto che in sack?
La seconda: in un sorteggio nei supplementari perché a volte una squadra sceglie di difendere piuttosto che avere la palla, qual è il vantaggio?

Dalla redazione rispondono Emanuele e Giorgio

1) il sack ti fa ripartire indietro dal punto in cui ti hanno sackato e messo a terra (solitamente 6-8 yards indietro). Mentre con l’incompleto riparti dallo stesso punto precedente.

2) Solitamente non succede, ma ci possono essere ragionamenti del tipo: la nostra difesa ha giocato bene a fine partita, se riprendiamo palla ci basta un field goal per vincere. Infatti, chi decide di inizia con la palla in mano ha la possibilità di vincere in quel drive solo con touchdown diversamente da chi gioca la palla per secondo che può anche “limitarsi” a calciare. Inoltre gli analytics dicono che ha più possibilità di vincere chi difende sul primo possesso e ormai molti allenatori si basano su questo.

Federico ci chiede:

Un saluto alla redazione di Huddle. Scrivo dopo aver visto Cleveland contro Kansas City, rimasto contrariato da una decisione arbitrale che ha penalizzato i Browns. Alla fine del 2° quarto Mayfield passa ad Higgins che a pochi centimetri dalla goal line commette un fumble, la palla cade in endzone ed esce dal bordo. Il risultato è un touchback e quindi palla per i Chiefs. Peccato che nel replay si vede Sorensen commettere un illegal use of helmet che se rivisto dagli arbitri avrebbe sicuramente influito sulle sorti della partita. Non capisco perché gli arbitri non abbiano revisionato quella giocata nonostante avessero controllato i replay del fumble. E poi qual è il senso della regola secondo cui non si può fare una challenge al di sotto del two-minute warning?

Grazie in anticipo, Federico.

Dalla redazione risponde Eugenio

Ciao Federico, un caro saluto anche a te. Se durante la partita hai seguito la live di Twitch della redazione, eravamo tantissimi quella sera, siamo rimasti anche noi totalmente contrariati da questa giocata che ha ovviamente penalizzato Cleveland. Parto dalla fine della domanda per poi tornare a quella focale dell’argomento: nel two-minute warning non si può chiamare il challenge perché ogni azione valutabile è già rivista dagli arbitri quindi non vi è necessità di chiamarlo. Questo avvalorerebbe ancora di più la tesi che è impossibile che gli arbitri non abbiano visto lo scontro illegale provocato da Soresen ma la risposta è proprio che gli arbitri l’hanno vista. Solo che non l’hanno vista live. Hanno ovviamente guardato il replay perché hanno dovuto valutare se prima di perdere l’ovale Higgins avesse superato la linea del touchdown ed in quel frangente hanno visto quanto racconti. Purtroppo per regolamento l’helmet to helmet collision non è un fallo che può essere rivisto al replay per tanto in quel caso rimane confermato l’errore di valutazione fatto sul campo.

Fabio ci chiede:

Pubblicità

Ciao ragazzi! Ho una domanda tecnica e spero di porla correttamente. Da che minuto è possibile uscire dal campo per fermare il cronometro? Mi sembra che ci siano differenze tra la fine del primo tempo e la fine della partita… Grazie

Dalla redazione rispondono Alessandro ed Eugenio

Ciao Fabio! Provo a risponderti. Dal campo puoi sempre uscire dal campo durante un’azione se ci riesci ed il tempo automaticamente si blocca. Il timer durante tutta la partita riparte nel momento in cui l’arbitro riposiziona l’ovale sul campo di gioco. Questa regola cambia negli ultimi cinque minuti di partite del quarto quarto perché il timer, in caso di uscita dal campo, non riparte più nel momento in cui l’arbitro riposiziona l’ovale ma solo nel momento in cui avviene lo snap.

Massimo ci chiede:

Salve, grazie per l’opportunità che date agli appassionati di questo meraviglioso sport. Non avendo mai giocato a football mi rimane ancora ignota la modalità con cui vengono chiamati i cambi, sia in attacco che in difesa vedo che tra un’azione e l’altra escono improvvisamente 2 o 3 giocatori per essere cambiati con altri.
Come fanno a sapere che sono proprio loro ad uscire?
Altro tema, se l’offensive coordinator chiama gli schemi d’attacco, la figura dell’head coach non perde di valore? In fondo il suo valore aggiunto quale è?
Grazie e perdonatemi per le domande non troppo “tecniche”.

Dalla redazione risponde Massimo

I cambi sono gestiti dalla panchina, per cui chi deve entrare viene allertato prima dell’azione precedente il cambio o appena prima del cambio a seconda delle situazioni di campo. Solitamente chi entra chiama anche chi deve sostituire, avvertendolo del cambio, ma a volte i giocatori sanno già che dovranno uscire, perché ci sono delle formazioni particolari relative a situazioni specifiche (ad esempio un terzo down, dove spesso e volentieri sia l’attacco che la difesa fa entrare in campo dei giocatori specifici e usa formazioni particolari.

Per quanto riguarda il ruolo dell’Head Coach, nel football moderno è più un gestore che un esecutore. Le sue mansioni sono più generali rispetto allo specifico del chiamare gli schemi. A quello, spesso e volentieri, ci pensano i coordinatori. All’head coach, comunque, spetta la gestione tattica della gara. Lui decide se chiamare corsa o passaggio, ad esempio, e chi ha in carico la selezione dei giochi, si comporta di conseguenza.
Ci sono diverse eccezioni, comunque, in cui è l’head coach stesso a chiamare gli schemi offensivi, senza delegare il lavoro all’Offensive Coordinator, ed in generale è una situazione quasi esclusivamente relativa all’attacco. Difficilmente un head coach fa le chiamate difensive specifiche, limitandosi, anche qui, a determinare la strategia.

Aggiunta di Eugenio

Riguardo questo ultimo aspetto ti propongo di leggere questo nostro articolo in cui approfondiamo proprio il discorso del play-calling ed il ruolo da head coach.
__________________________________________________________________________________

Quiz bisettimanale in aggiunta all’articolo di Huddle Mailbag. La risposta migliore sarà pubblicata nella prossima uscita. Abbiamo ricevuto la risposta corretta alla domanda di settimana scorsa.

“Quale cantante della Motown ha avuto un tryout con i Detroit Lions negli anni ’70?”

Abbiamo ricevuto la risposta corretta da Marco:

Pubblicità

Buonasera ragazzi, per questa ho dovuto ricorrere a GOOGLE!  Ma dove le trovate queste cose?? E si che mi interesso di football da quando si giocava al Giuriati a Milano…
La risposta è Marvin Gaye

Eheh Marco, ben fatto! Hai “barato” ma apprezzo lo sforzo di esserti interessato alla domanda che effettivamente era davvero difficile da sapere. E comunque nessuno aveva detto che non si potesse googlare… 

Ecco allora la nuova domanda:

“Nel 1977 il quarterback dei Miami Dolphins Bob Griese fu il primo giocatore ad indossare un determinato oggetto durante una partita di campionato. Che cosa?”
__________________________________________________________________________________

Per contattarci e porci le vostre domande potete contattarci all’e-mail apposita mailbag@huddle.org e per i membri del gruppo telegram tramite #mailbag

Le migliori domande riceveranno risposta approfondita e ricercata nella nostra prossima uscita!

Merchandising Merchandising

Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

Articoli collegati

Un Commento

  1. Ciao ragazzi, Bob Grise è stato il primo giocatore a giocare con gli occhiali.

    Roberto

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.