
Gli Head Coach ed il playcalling
Il ruolo del capo allenatore nella NFL non è semplice, anzi. È un compito che ti carica di responsabilità e pensare che ogni stagione solo 32 allenatori raggiungono questo ambito traguardo, con un ricambio talmente esiguo nel tempo che talvolta dopo una prima occasione fallita non ve ne è una seconda, lo rende ancora più stressante. Questo sicuramente è uno dei motivi per cui molti preferiscono tenersi per sé la maggior parte dei compiti ritenuti importanti, della serie: sono arrivato qui, me la voglio giocare al massimo con tutte le mie idee e finché posso faccio tutto io.
Il perché di questo approfondimento mi è stato dato dall’head coach dei Denver Broncos Vic Fangio. L’ex DC dei Bears è finito nell’occhio del ciclone per il suo scellerato, o meglio mancato, uso dei time out nella partita contro i Titans. Non è la prima volta dal suo arrivo a Denver che gli vengono mosse queste accuse di non sapere giocare con il cronometro.
Nel rocambolesco finale della partita tra Titans e Broncos, i primi sono in possesso della palla già in pieno raggio da field goal e continuano a far scorrere il cronometro per lasciare sempre meno secondi possibile a Denver per la possibile rimonta nei momenti conclusivi. Ai più, tifosi soprattutto, è parso inspiegabile come Fangio non chiamasse nessuno dei tre time-out ancora a disposizione per risparmiare tempo. 16-14 per Tennessee ed ennesima sconfitta con un field goal allo scadere per Denver dall’arrivo dell’ex Bears. Al termine della partita un giornalista l’ha incalzato su quanto successo e Fangio si è preso la colpa per l’utilizzo sbagliato dei time-out asserendo che era troppo concentrato sulla chiamata difensiva da dover effettuare e per questo ha dimenticato di chiamare il time-out.
Prima di approfondire questo argomento, piccolo accorgimento sui compiti già fondamentali che solitamente un head coach ha sempre a suo carico durante l’esperienza:
- Analisti Post-Partita: al termine di ogni incontro un capo allenatore ricerca il meglio ed il peggio di quanto successo nell’incontro, includendo in questo pensiero anche tutto il resto dello staff, al fine di capire dove fare meglio e come dover porre rimedio.
- Piano di Gioco: ovviamente ogni allenatore di reparto ha voce in capito facendo presente il meglio ed il peggio della sua categoria, con OC e DC che hanno pareri più importanti, ma è poi l’HC a decidere il piano di gioco per la partita successiva.
- Schemi e Formazioni: è l’head coach a decidere come una squadra andrà impostata e che schemi utilizzare. Un capo allenatore che predilige un gioco con molti ricevitori in campo non andrà a scegliere un OC che punta su un gioco di corse, cosi come se si predilige uno schema difensivo 3-4 non si andrà a cercare un DC che invece utilizza il 4-3.
- Leadership: questo è ovviamente uno dei motivi cardini per cui un capo allenatore viene scelto. Dal saper tenere in mano lo spogliatoio, tenere sempre sul pezzo i giocatori anche quando le cose non vanno bene, trattare con i media, etc.
- Controllo dei Metodi di Allenamento: anche se un capo allenatore non ha un ruolo specifico negli allenamenti è ovviamente chiamato a controllare che tutti i reparti facciano il proprio dovere e che si allenino per il meglio.
- Lettura della Partita: non è che durante un incontro l’head coach fa la bella statuina, ovvio che anche nel bel mezzo di una partita ci debba mettere del suo e in questo caso il suo sono eventuali correttivi alla tattica pre-impostata in virtù del gioco dell’avversario nel caso in cui quanto preparato non sia efficace.
Questo è solo uno stralcio di quanto è solitamente richiesto ad un head coach NFL.
A questo punto la domanda sorge spontanea: fa bene o no un capo allenatore a tenere in mano il play-calling della propria squadra? La risposta ovviamente non è certa e bisogna leggerla nei numeri, che come sempre danno pareri spesso contrastanti da loro.
Il primo esempio ci sorge con l’osservazione dell’allenatore che da più anni è sulla cresta dell’onda: Bill Belichick. Il coach dei Patriots negli ultimi anni si è fatto chiamare i giochi dai propri coordinatori, vedasi McDaniels come OC e Patricia da DC. Solo nell’ultimo anno, dopo la dipartita di Flores, ha chiamato lui stesso i giochi difensivi ed i risultati sono comunque stati ottimi, merito anche di uno stile di gioco oramai affiatato.
Sean Payton ai Saints, chiamando i giochi offensivi, ha vinto un Super Bowl cosi come ha fatto Mike McCarthy con i suoi Packers al tempo. Hue Jackson invece al primo anno come HC dei Raiders nel 2011 fece piuttosto male con tutte le attenuanti del caso.
L’ex Raiders e Browns ai tempi asserì che il ruolo di capo allenatore era davvero un compito usurante tanto da non riuscire mai a trovare tempo per sbrigare altro perché lo teneva impegnato praticamente 24h al giorno. Di fatto diede ragione a chi asseriva come non fosse il caso di caricarsi ulteriormente di impegni assegnandosi anche il ruolo di play-caller.
In questa materia c’è sempre molto dibattito e solitamente gli esperti si dividono nell’essere pro o contro. Un nuovo capo allenatore viene scelto in base a quello che ha fatto nei suoi incarichi precedenti, solitamente sono tutti ex DC ed OC dunque solitamente play-caller; gli esperti a favore si chiedono perché un HC non dovrebbe chiamare i giochi dato che è proprio il motivo che solitamente spinge una squadra a sceglierli? Allo stesso modo però c’è la corrente di pensiero contraria che asserisce come ci sia un motivo se molti coordinatori osservino la partita dall’alto e lontano dal campo di gioco evitando così distrazioni. Spesso la presenza sulla sideline ti porta ad estraniarti dal ruolo e subire indirettamente quanto sta succedendo in campo perdendo il sangue freddo che il ruolo da play caller richiede.
Poniamo ora la lente d’ingrandimento sui capi allenatori che mantengono nei loro compiti il ruolo di chiamata delle giocate. A livello offensivo troviamo Zac Taylor dei Bengals, Adam Gase dei Jets, Matt LaFleur dei Packers, Kliff Kingsbury dei Cardinals, Kevin Stefanski dei Browns, Matt Nagy dei Bears, Jon Gruden dei Raiders, Frank Reich dei Colts, Doug Pederson degli Eagles, Sean McVay dei Rams, Sean Payton dei Saints, Kyle Shanahan dei 49ers e Andy Reid dei Chiefs. A livello difensivo Mike Vrabel dei Titans, Matt Patricia dei Lions, Vic Fangio dei Broncos, Bill Belichick dei Patriots e Mike Zimmer dei Vikings.
Si può quindi evincere come questa decisione negli anni è tornata molto in auge e sempre più head coach decidono di autoproclamarsi caller del gioco, differentemente da quanto succedeva fino a poco tempo fa quando erano molto meno gli allenatori a farlo.
C’è da dire che molti mantengono il ruolo di caller finale ma, come Andy Reid con Bieniemy per esempio, hanno alle spalle un OC che fa la maggior parte delle chiamate a sua volta. Sean McVay, HC e play-caller offensivo dei Rams, è sempre presissimo dall’incontro che neppure si accorge di entrare in campo o ostacolare gli arbitri, tanto che gli è stato affiancato “coach” che ha come compito solo quello di evitare a McVay di fare una di queste due cose. John Harbaugh, HC dei Ravens, nasce e rimane uno Special Team Coordinator “limitandosi” ad amministrare la partita e facendo effettuare le chiamate a Don Martindale e Greg Roman.
Sarà interessante vedere quest’anno come si evolverà la corsa al titolo NFL con due candidate molto importanti, Dallas e Baltimore, che non si ritrovano con il proprio capo allenatore come play-caller a differenza di altre competitor come Saints, 49ers e Chiefs. Curioso che Mike McCarthy, come scritto in precedenza, abbia lasciato il compito nelle mani di Kellen Moore nonostante abbia vinto un SB con i Packers chiamandosi da solo le giocate.
Come potete vedere, se ne può parlare per giorni, ma alla fine non vi è certezza. Ogni tanto vi saranno episodi sfavorevoli ed altri favorevoli. Non è alla fine questa anche l’essenza di uno sport?
A parer mio, un capo allenatore concentrato sulla partita e non sulle chiamate permette di avere un piccolo vantaggio sull’altra squadra fermo restando che lo staff alle spalle debba essere, e solitamente lo è, di livello. E voi da che parte state?