NCAA Preview 2023: Group of 5 e gli Indipendenti

Così come l’anno scorso oltre ai preview delle squadre NFL vi proponiamo anche quelli delle maggiori conference NCAA, oggi è il turno del “Group of 5” più i College indipendenti (BIG 12 – SEC – ACC – BIG TENPAC 12).

AAC

È una delle conference che dopo il “realignement” è cambiata di più: fuori UCF, Houston e Cincinnati, dentro Charlotte, North Texas, UAB, UTSA, Rice, FAU. Il panorama ai piani alti della conference è naturalmente cambiato, vedendo andarsene i “mostri sacri”. Ci sono però due squadre che nel 2022 hanno vinto rispettivamente 11 e 12 partite, e sono UTSA e Tulane, che, dunque, saranno le squadre da battere.

I Roadrunners potranno contare sul rientro del QB dual threat Frank Harris e di una solida unità difensiva per provare a ripetere una stagione da più di 10 vittorie in una conference più competitiva rispetto alla C-USA da cui sono usciti.

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Per i Green Wave il 2022 è stato un anno di grazia ed è difficile pensare si possa ripetere (con tanto di accesso ad un New Year’s Six Bowl condito da vittoria su USC), ma per vincere la conference potrebbe anche bastare “un po’ meno”. Il rientro del QB Michael Pratt, dopo le quasi 3500 yard lanciate nel 2022, fa ben presagire per la squadra di New Orleans, anche se accanto a lui non ci sarà più Tyjae Spears.

Subito dietro troviamo SMU e Memphis, primissime inseguitrici, con i Mustangs di Rhett Lashlee che punteranno ancora su un attacco da oltre 35 punti a partita, mentre i Tigers che, con la minor concorrenza, vogliono tornare ai fasti di qualche stagione fa.

Interessante da seguire potrebbe essere la FAU di Tom Herman, che ha in Casey Thompson (ex Texas e Nebraska) il nuovo signal caller dell’attacco.

Dopo la stagione dell’anno scorso anche East Carolina si è fatta puntare addosso i riflettori, ma ha perso tutti i top player sia offensivi che difensivi e sarà dunque necessario un gran lavoro sui backup per non perdere in efficienza.

Nuovi allenatori e nuove speranze per USF, dove è arrivato l’ex OC di Tennessee Alex Golesh, UAB, con Trent Dilfer, Charlotte, con Biff Poggi, Tulsa, con Kevin Wilson, Navy, con la promozione ad HC di Brian Newberry e North Texas, dove è arrivato l’ex HC di Incarnate Word (’18-’21)e OC di Washington State (’22) Eric Morris.

Temple è una squadra ancora in lavorazione, anche se è apparsa in crescita nel finale di 2022, mentre Rice spera che il ritorno di Luke McCaffrey e l’arrivo del QB giramondo JT Daniels possano far bissare la stagione positiva dell’anno scorso – la prima con record positivo dal 2014.

Mountain West

È dal 2019 che Boise State non vince il titolo di Mountain West, eppure, come ogni anno, ai blocchi di partenza i Broncos sono i netti favoriti. La squadra di Andy Avalos potrà contare sul rientro del QB Taylen Green, che sarà agli ordini del nuovo OC Bush Hamdan. La difesa non è mai stata un problema per coach Avalos e non lo sarà verosimilmente neanche in questo 2023.

Le principali avversarie dei Broncos sono Air Force, la quale ha però perso sia il QB che il RB titolari – Haaziq Daniels e Brad Roberts – e Fresno State, per la quale vale lo stesso discorso – Jake Haener e Jalen Moreno-Cropper. Per i Bulldogs è arrivato da UCF il QB Mickey Keane, mentre la difesa dovrebbe restare il punto di forza della squadra, con 7 starter di rientro.

San Diego State, San Jose State e Wyoming potrebbero essere possibili sorprese: gli Aztecs puntano su una difesa molto forte che non dovrebbe faticare a ripetersi, l’opposto vale per i Trojans, che ritrovano le loro stelle offensive a partire dal QB Chevan Cordeiro, ma che hanno perso pezzi molto importanti in difesa (Viliami Fehoko e Cade Hall su tutti), mentre per i Cowboys la speranza è che, con 15 titolari di ritorno, sia la difesa che, soprattutto, il passing game facciano un piccolo step in avanti per diventare competitivi ai più alti livelli della conference.

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Utah State avrà anche quest’anno un enorme problema difensivo – forse addirittura maggiore – ma possederà comunque troppo talento offensivo per finire ultima nella conference.

Due squadre dal destino incerto saranno UNLV e Colorado State: i Rebels arrivano da una stagione iniziata forte e conclusasi con l’esonero di Marcus Arroyo, che quest’anno sarà sostituito da Barry Odom, il quale è un allenatore di background difensivo e dovrà mettere mano proprio a quel reparto per rendere la sua squadra competitiva. I Rams, invece, hanno un’ottima base in difesa, specialmente in linea, ma dovranno alzare nettamente i giri di un attacco che nel 2022 è stato completamente asettico, non andando oltre i 13.2 punti a partita.

A chiudere la conference ci saranno Hawaii, Nevada e New Mexico.

Il tentativo di riportare la run & shoot offense ad Honolulu di Jimmy Chang ha funzionato a corrente alternata, ma le cose potrebbero migliorare – o colare a picco – nel secondo anno. Per Wolf Pack e Lobos sarà probabilmente un altro anno difficile. Per i primi la speranza è che la nuova coppia QB-RB arrivata dal portal (Branden Lewis da Colorado e Sean Dollars da Oregon) funzioni, e per i secondi vale più o meno lo stesso discorso: serve che i nuovi innesti, e il nuovo OC, facciano qualcosa per migliorare le 3.94 yard/play del 2022.

Sun Belt

Negli ultimi la Sun Belt è sempre stata spaccata in 2 in termini di qualità: la East Division è sempre stata superiore alla West per livello della competizione, ma quest’anno le cose, se non invertite, sono perlomeno più equilibrate.

A Est la squadra da battere sarà probabilmente ancora Coastal Carolina: gli Chantecleers non sono più il superteam che erano qualche stagione fa, ma finché a guidare l’attacco ci sarà Grayson McCall (che è al suo ultimo anno) i galletti resteranno favoriti. Coach Jamie Chadwell è andato, ma per il debuttante Tim Beck il talento su cui lavorare, specialmente quello offensivo, è tanto e non si limita al solo McCall.

Dietro a CCU c’è un gruppetto composto da Marshall, Appalachian State e James Madison.

I Thundering Herd escondo da una stagione con un Bowl vinto, e ritrovano a pieno servizio la loro superstar Rasheen Ali, che darà un bel boost all’attacco. Con App State nella Sun Belt bisogna sempre fare i conti: il 6-6 del 2022 è stato il loro peggior record da quando sono saliti di livello (dalla FCS alla FBS, nel 2014), ma 4 delle 6 sconfitte sono arrivate per meno di un possesso. Hanno perso il QB Chase Brice, ma per il resto la squadra è praticamente intatta, ecco perché migliorando nell’ultimo quarto potrebbero ambire ai piani alti della division.

I Dukes non potranno ufficialmente competere per la vittoria della conference (per le regole di transizione della NCAA da FCS ad FBS), però potrebbero essere arbitri della disputa. La difesa ha perso molto dopo una grande annata 2022, ma una squadra che è stata in grado di battere 47-7 Coastal Carolina non può peggiorare di molto in una sola primavera.

A chiudere l’ideale griglia di partenza della division ci saranno Georgia Southern, Georgia State e Old Dominion.

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Nella West Division le due squadre da guardare saranno South Alabama e Troy. I Jaguars hanno chiuso il 2022 con 10 vittorie, e vedranno fare ritorno quasi la totalità degli starter: sono potenzialmente una squadra da top25, la cui stella è il RB La’Damian Webb. I Trojans hanno vinto la conference e ben 12 partite nel 2022, grazie ad una difesa tra le migliori a livello nazionale – che però dovrà fare a meno del suo leader Carlton Martial. A migliorare potrebbe essere l’attacco, specialmente se il QB Gunnar Watson riuscisse a limitare gli errori non forzati.

Tra le altre le squadre, le più interessanti da seguire dovrebbero essere Louisiana e Southern Miss: i Cajuns sono una squadra al secondo anno di un processo di rebuilding sotto la nuova gestione tecnica: la squadra è giovane e molto diversa dall’anno scorso e per questo ci si potrebbe attendere di tutto. I Golden Eagles avranno finalmente un QB quest’anno – dovrebbe essere il transfer da Clemson Billy Wiles -, e questo già dovrebbe essere un passo avanti rispetto alla stagione scorsa, ma il copione è probabile che resterà lo stesso: palla a Frank Gore Jr e sperare resti sano tutta la stagione, mentre la difesa dovrebbe restare un punto di forza.

A chiudere la Division ci saranno Texas State, Arkansas State e ULM.

MAC

La Mid American Conference negli ultimi anni è sempre stata la G5 conference dal pronostico più incerto. Quest’anno c’è però una chiara favorita che, cosa strana per la conference, è proprio la campione uscente.

Toledo ha meritatamente vinto il torneo del 2022 e vedrà di ritorno 16 titolari tra attacco e difesa, tra i quali il QB Dequan Finn e la coppia di WR Jerjuan Newton e Devin Maddox. Anche la difesa – che è stata la migliore della conference, con 4.8 yard per tentativo concesse, vedrà di ritorno molti dei suoi pezzi più importanti.

Nella West Division la competizione, alle spalle dei Rockets, non è di livello altissimo. Le migliori squadre saranno probabilmente Northern Illinois ed Eastern Michigan, entrambe squadre a trazione anteriore, che per competere con Toledo dovranno aggiustare le cose in difesa. Per gli Huskies rientreranno dopo i rispettivi infortuni sia il QB Rocky Lombardi che il WR Trayvon Rudolph.

Central Michigan, Ball State e Western Michigan completano la division, squadre che hanno molti punti interrogativi.

Ad Est le indiziate a competere per il titolo sono Ohio, Miami (Ohio), Buffalo e Bowlig Green, con Akron e Kent State che sono un passettino dietro.

Le speranze di titolo dei Bobcats sono riposte nel rientro dalla rottura dell’ACL del QB Kurtis Rourke, mentre la difesa è un enorme punto di domanda.

Una difesa migliore ce l’hanno i Redhawks di Miami, per i quali il discorso sul QB è equivalente: molto delle fortune della stagione della Miami del Nord passerà dalle condizioni del QB Brett Gabbert dopo l’infortunio della stagione scorsa.

Sarà il terzo anno di Maurice Linguist sulla panchina dei Buffalo Bulls, che hanno avuto una discreta stagione 2022 dopo un esordio infelice nel 2021, ma quest’anno sarà tutto da ricostruire avendo complessivamente solo 5 titolari di ritorno: è per questo difficile credere che Buffalo possa realmente vincere la division, ma fa parte dell’aristocrazia della conference, ed è per questo giusto farci i conti.

Bowling Green è un programma in ascesa e per questo va enumerata nei papabili favoriti: a gestire l’attacco ci sarà Connor Bazelak (QB giramondo alla 4a università cambiata in 5 anni), ma il vero punto di forza è la linea dietro alla quale lo stesso Bazelak agirà, la migliore della conference.

C-USA

 È la conference che tra tutte è stata più colpita dal conference realignment, perdendo negli ultimi 2 anni ben 9 squadre. Sostituite – in parte – con gli innesti di New Mexico State e Liberty – che hanno lasciato la propria indipendenza – e di Sam Houston State e Jacksonville State – salite di livello dalla FCS.

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Ecco perché l’aspetto della conference è quasi completamente irriconoscibile.

Western Kentucky e Liberty sono le probabili favorite per il titolo, con gli Hiltoppers che vedono il leader del loro attacco ad alti ottani Austin Reed di rientro. In difesa sono molti i buchi da riempire, ma per loro fortuna il miglior edge rusher della conference JaQues Evans è di rientro.

È sempre difficile vincere nell’anno della transizione, tra l’altro in un anno nel quale il tuo capo allenatore ha salutato, ma al posto di Hugh Freeze (andato ad Auburn) è arrivato da Coastal Carolina Jamie Chadwell, che garantirà verosimilmente buoni numeri per l’attacco dei Flames fin dal primo anno.

Dietro alle prime 2 ci sono probabilmente Middle Tennessee State e New Mexico State: per i primi il punto forte sarà ancora la difesa, che ha concesso loro l’exploit di Miami l’anno scorso, mentre dovranno sostituire il QB in attacco; gli Aggies invece saranno al secondo anno di Jerry Kill, che nella sua prima stagione nel deserto ha portato una squadra da 2-10 a giocarsi un bowl (e vincerlo!). L’ingresso in una conference renderà loro la vita più facile, facendogli evitare molte partite scomode che il loro calendario da indipendenti prevedeva.

Il gruppetto di metà classifica sarà formato da UTEP, Lousiana Tech e Jacksonville State, squadre che hanno perso e successivamente aggiunto molto tramite portal.

A chiudere la conference Sam Houston State ed FIU, con i Bearkats che, nonostante le basse aspettative potranno contare su una grande difesa, mentre per i Panthers quello sarà proprio il reparto debole (che ha concesso oltre 37 punti di media a gara nel 2022).

Indipendenti

Con l’ingresso di BYU nella BigXII l’unica scuola rimasta indipendente di alto livello è restata Notre Dame. Con l’arrivo di Sam Hartman (da Wake Forest) sotto il centro è auspicabile per i tifosi un balzo in avanti delle prestazioni offensive della squadra, troppo deficitarie nel 2022. La stagione passata degli Irish è cominciata come peggio non poteva ma si è conclusa con 7 vittorie nelle ultime 8 gare (9 vittorie in totale), unica sconfitta contro USC, il che ha fatto sicuramente bene alla reputazione, già traballante, dell’head coach Marcus Freeman. In attacco gli Irish hanno anche quest’anno tanto talento: il running game non è mai stato un problema, vista la grande facilità di reclutare ottimi uomini di linea, e per il passing game quest’anno è tutto nelle mani di un affidabile superveterano come Sam Hartman, che avrà a sua disposizione un pacchetto ricevitori giovane, ma di prospettiva. Anche in difesa la linea è sempre il punto di forza: Howard Cross è il leader al centro di essa, e sull’end l’aggiunta di Javontae Jean-Baptiste da Ohio State aiuterà alla causa. L’altro giocatore chiave della difesa è il CB Benjamin Morrison, in uscita da una stagione con 6 (!) intercetti. L’obiettivo sarebbe quantomeno ripetere le 9 vittorie dello scorso anno, ma la speranza è di arrivare in doppia cifra e staccare il pass per un New Year’s Six Bowl.

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