Rivers espugna il Soldier Field (Indianapolis Colts vs Chicago Bears 19-11)

Dentro Nick Foles, Mitch Trubisky in panchina. Chicago affida le redini di week 4 al QB veterano sull’onda del folle successo di Atlanta ma i Colts sono indomabili.

Matt Nagy cambia il quarterback, ma il risultato sul piano del gioco è lo stesso. I Bears faticano a trovare continuità, anzi, faticano a trovare persino quel minimo di ritmo che possa consentirgli di muovere la catena oltre la propria metà campo. Chiaro, i Colts non sono i Lions, o i Giants. E nemmeno i Falcons. La squadra di Frank Reich ha la miglior difesa del campionato e lo stesso head coach dimostra di conoscere molto bene le dinamiche del gioco di Foles. Reich era infatti il coordinatore di quell’attacco Eagles guidato da Nick Foles all’assalto del Super Bowl LII. Nagy sottovaluta tutto questo e i numeri confermano che Chicago non ha preparato questa sfida a dovere.

La manovra Bears è lena e macchinosa: David Montgomery sbatte imperterrito contro il muro difensivo dominato da DeForest Buckner con delle corse povere di spirito. Il running game di Chicago totalizza 28 yard. Indianapolis risponde alla statistica con 103, guadagnate con pazienza e sfruttando i varchi al momento giusto. Un fattore fondamentale nelle economie del gioco perchè dopo il primo touchdown di Mo Alie-Cox che sorprende la secondaria Bears, le corse permettono ai cavalli dell’Indiana di picchiettare il tabellino con 4 field goal di Rodrigo Blankenship.

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Quenton Nelson è favoloso: 150 kg di football allo stato puro. La sua linea si muove alla perfezione, lui è un monumento. Da sottolineare che la offensive line dei Colts ha schierato lo stesso starting five per 20 partite di campionato consecutive; nella NFL, chi ha schierato lo stesso quintetto offensivo in linea per più volte dopo i Colts, lo ha fatto per sole 3 volte. Altro dato che spiega molto sulla solidità di questa formazione.

La domanda che sorge spontanea è come abbiano fatto i Colts a perdere contro i Jaguars?!

Se la linea di Indianapolis è un valore aggiunto, quella di Chicago è un colabrodo. Charles Leno torna ad essere lo squallido Charles Leno del 2019 e Foles ne paga le conseguenze. La O-Line di Lazor fatica anche ad agevolare il running game e Foles deve ricorrere a tutta la sua esperienza per evitare di essere inghiottito da una difesa che fa razzia di tutto ciò che trova. Matt Eberflus fa affidamento su tre livelli di difesa che giocano alla perfezione: linea, linebacker e secondaria agiscono come un’unica unità senza concedere spazio (ne tempo) agli attacchi che non hanno ossigeno per respirare. Risultato: 56 punti concessi in 4 settimane di football. Contro i Bears domenica, Darius Leonard è rimasto fuori per tutto il secondo tempo e nulla è cambiato. Houston lavora per due.

Sebbene colpita al cuore troppo presto, anche la difesa di Pagano merita una menzione per l’incontro. Nessuno in particolare spicca nel reparto, ma se Chicago ad una decina di minuti dalla fine è ancora in partita lo deve solo ed esclusivamente alla sua difesa. Mack si divora un intercetto sulle 20 yard dei Colts che avrebbe potuto cambiare la partita ed il giudizio su di lui è ampiamente insufficiente. In tutto questo c’è un problema però, legato al fatto che nella NFL contemporanea i difensori non vengano minimamente tutelati sul piano delle flag. Ad esempio, su Mack e Quind ci sono holding netti in tantissime azioni eppure i ref non vedono nulla, almeno 9 volte su 10. A questo punto mi viene da dire che oggi, non valga più la pena investire montagne di milioni sugli edge-rusher perchè se questo deve essere il risultato, meglio darsi allo sbaraglio difensivo e guardare Browns-Cowboys…

Tutto il peso dell’attacco Bears finisce nelle mani di Allen Robinson II (101 yard), che alla fine un touchdown lo segnerà anche, ma quando ormai è troppo tardi. L’ennesimo finale di disperazione all’arrembaggio Bears! Questa volta però, come era prevedibile, senza club dub. Manca il coinvolgimento dei Tight End e la squadra inizia a girare in modo più fluido non appena Foles ricorda di avere Jimmy Graham a sua disposizione. Assurdo non giocare sui TE quando hai Graham in forma e soprattutto quando hai speso la tua prima (2a) scelta al draft per Cole Kmet che in stagione ha toccato un solo pallone (forse per sbaglio).

Bene i Colts quindi, con Philip Rivers che deve solo far scorrere il cronometro guadagnandosi il 6 politico. Male i Bears che crollano senza trovare risposte. Il bilancio dopo il primo mese di campionato è tuttavia positivo, 3-1 è un ottimo risultato e nella NFL non bisogna banalizzare le vittorie contro avversari di nessun genere perchè, alla fine, ogni W conta per raggiungere la post-season.

Matt Nagy però deve preparare la sfida contro i Bucs di Tom Brady che sembrano parecchio agguerriti. Una partita che inizia ad avere una certa importanza in chiave playoffs NFC. Una cosa è certa, se l’approccio offensivo sarà lo stesso visto fin qui il 3-2 è inevitabile. Difficilmente in soli tre giorni vedremo dei cambiamenti radicali, ma la sconfitta di domenica potrebbe anche stimolare i Bears a reagire riprendendosi il Soldier Field.

Nella scorsa stagione l’ottobre nero è costato ai Bears la possibilità di arrivare alle eliminatorie. I tifosi possono fare i loro scongiuri, o sperare che questo attacco assopito non decida di andare definitivamente in letargo.

alex cavatton firma area 54

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