Profondo Roster: Buffalo Bills

Questa stagione è piena di nuove rubriche su Huddle Magazine. Ultima arrivata è Profondo Roster nella quale settimanalmente analizzeremo il roster di una squadra cercando di andare più in profondità possibile per provare a cogliere le sfumature e i “movimenti” interni nel corso della stagione.

Che sia l’anno buono ? E’ la domanda che probabilmente molti tifosi dei Bills si fanno: che sia finalmente la stagione in cui Buffalo riuscirà a scalzare dal trono della AFC East i New England Patriots e l’anno in cui i rossoblù, partiti con un record di 4-0, saranno in grado di portare a casa almeno un successo nei playoff, tutti e due casi che non si verificano dall’ormai lontano 1995. Sean McDermott con ogni probabilità sarà il primo head coach a terminare un quadriennio sulla panchina rossoblù dai tempi del leggendario Marv Levy, di cui spera di ripetere le gesta, magari con un po’ più di successo nel Super Bowl.

OFFENSE

Impossibile non partire per commentare questa stagione dei Bills, dal loro generale in campo Josh Allen. Uscito dall’università nell’anno dei Baker Mayfield, dei Sam Darnold e si, almeno sulla carta, dei Josh Rosen, Allen è arrivato in NFL con la nomea di avere un cannone al posto del braccio ma anche di difettare decisamente in accuratezza.

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E la prima stagione aveva pienamente confermato questa caratteristica; nel suo anno da rookie l’ex Wyoming si era fermato a poco più del 50% di completi, con 10 touchdown, 12 intercetti e 28 sack. Nel 2019 però le cose sono andate decisamente meglio, con una media di completi vicina al 59%, 20 touchdown e solo 9 intercetti. A onor del vero nei primi due anni di Allen, emergere nell’attacco di Buffalo non era cosa facile: nel 2018 l’offense dei Bills era stata la trentesima per punti segnati e yards guadagnate (e in questo settore arrivava dal ventinovesimo posto del 2017), con una linea offensiva deficitaria ed un running game in difficoltà. Nel secondo anno le cose sono migliorate, grazie anche all’arrivo del runner Singletary, ma il reparto offensivo restava il 24° della NFL.

Poi questo scorcio di stagione ci ha regalato un Allen ulteriormente trasformato, molto tranquillo nella tasca e più sicuro di sé, che ha completato oltre il 70% dei passaggi con 12 td pass ed un solo intercetto, il tutto mantenendo una notevole pericolosità quando muove le sue leve. Allen è infatti a quota 17 td segnati su corsa nei primi due anni e in questo 2020 è già a quota 3. Intendiamoci, l’ex Wyoming ha braccio e mentalità del “gunslinger”, cioè del pistolero, per cui tendenzialmente non sarà mai il regista da percentuali mostruose, e comunque ci sono ancora lacune significative, dalla tendenza a perdere un po’ il controllo nelle situazioni di pressione alla voglia di cercare la giocata sempre e comunque, quando alcune volte è consigliabile buttare la palla in panchina, ma in questo 2020 il nativo di Firebaugh in California ha davvero stupito tutti.

L’analisi però non sarebbe completa senza un’ulteriore puntualizzazione: e cioè che il reparto ricevitori in questi tre anni è completamente cambiato ed in meglio. Nel 2018 a ricevere i palloni del rookie c’erano Zay Jones, l’unico a salvarsi con 56 palle catturate, poi McCoy, che però di mestiere fa il runner, quindi Foster, Croom e Clay, tutti con una media di ricezione a partita leggermente sopra l’1. Nella stagione passata l’arrivo del velocista John Brown e dello slot receiver Beasley dai Cowboys aveva già permesso passi in avanti importanti , con il primo che aveva chiuso con 72 ricezioni, ed il secondo con 67. Quindi nell’estate di quest’anno è approdato alla corte del coordinator Daboll, Stefon Diggs, che nell’ultimo anno a Minnesota aveva raggiunto quota 1130 yard e la stagione precedente aveva ammassato ben 102 ricezioni. E’ anche grazie a questo trio naturalmente se Allen è già a 1326 yards lanciate dopo appena un quarto di stagione (lo scorso anno a questo punto le yard erano 903 con 3 mete e 6 intercetti), con numeri che dicono 35 ricezioni per Diggs,24 per Beasley e 23 per Brown, tutti con una media per palla catturata fra le 14 e le 15,5 yard.

Ma le armi a disposizione di Allen non sono finite qui: il rookie Gabriel Davis si sta ritagliando un posto importante ed è già arrivato a quota 8 palloni catturati (su otto diretti nella sua direzione) per 129 yard ed anche McKenzie, che sulla carta è addirittura il quinto receiver del gruppo, si è già iscritto a referto 7 volte. In tutto questo turbillon non va dimenticato l’apporto del runner Singletary che ha ricevuto leggermente meno di Brown, mentre latitano un po’, ma onestamente trovare spazio sarebbe difficile, i tight end, con Knox e l’ex Bengal Kroft fermi a quota 5 ricezioni, anche se il primo è oltre le 15 yard e mezzo per catch.

Il running game dei Bills rimane, almeno per ora, saldamente nelle mani del runner al secondo anno Devin Singletary. Dopo aver diviso, in avvio della passata stagione, le portate con l’highlander Frank Gore, l’ex Florida Atlantic ha progressivamente preso possesso del backfield e quest’anno è l’indiscusso numero 1. Singletary è runner agile ed è un solido receiver ma quest’anno Buffalo ha scelto al secondo giro nei draft  Zack Moss, runner da Utah, atleta sicuramente più potente rispetto a Singletary, con il quale dovrebbe formare una coppia molto ben assortita, anche se finora il rookie è stato frenato da un problema al dito del piede. Del gruppo di runner fa ancora parte l’esperto T.J.Yeldon, buon giocatore ma un po’ troppo propenso al fumble, e il coordinator Daboll non disdegna di sfruttare anche i receiver come portatori di palla, soprattutto lo sgusciante McKenzie.

La linea offensiva è cresciuta in questi due anni ed ora è sicuramente una unità solida, a partire da Daryl Williams, tackle di sinistra arrivato in estate da Carolina, il miglior bloccatore del lotto sulla corsa ma in generale l’mvp del gruppo dopo il primo mese. Collega dalla parte opposta è Dion Dawkins, uno dei capitani del team, in casacca Buffalo dal suo esordio in NFL ed autore di due touchdown su ricezione in carriera. Al centro della linea gioca Mitch Morse, ottimo nel proteggere Allen sul passaggio mentre nel ruolo di guardia Cody Ford ha disputato due match a destra e due a sinistra e si è alternato con Brian Winters e Quinton Spain a formare un trio discreto ma non certo dominante.

allen bills rams

DEFENSE

Anche nei periodi in cui l’attacco era fra i peggiori dell’intera Lega, la difesa dei Bills è sempre stata una sicurezza, con la sola eccezione di un 2017 un po’ al di sotto degli standard abituali, e nel 2019 il reparto di coach Frazier è risultato essere il secondo per punti subiti ed il terzo per yard concesse.

Dopo le prime quattro giornate del 2020 la difesa dei Bills è fra le migliori contro la corsa mentre sta sorprendentemente faticando sul passaggio. La linea a quattro è ancorata al centro da Ed Oliver, finora il più positivo sulla corsa ma anche attivo nella pass rush con 1 sack, 3 hit e 6 hurries, che ha fatto coppia nelle prime tre gare con Quinton Jefferson mentre con Las Vegas è partito tackle titolare Harrison Phillips. Con la seconda unità è in campo anche l’ex Carolina Vernon Butler che pur giocando la metà degli snap degli altri tre finora non ha demeritato.

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All’esterno c’è un pass rusher temibile come Jerry Hughes, che però pur contando 11 fra hurries e hit sta giocando al di sotto dei suoi ottimi standard e non è ancora riuscito a mettere a segno un sack, cosa riuscita invece all’end di sinistra Trent Murphy. Il più positivo finora degli end sulla pass rush è Mario Addison, leader della difesa con due sack, mentre coach Frazier sta facendo acclimatare il rookie Epenesa, scelto al secondo giro nel 2020 da Iowa, che dopo aver saltato la gara inaugurale ha messo a segno il primo sack della sua carriera nella sfida con i Rams.

La coppia di linebacker titolari dei Bills è composta dal middle Tremaine Edmunds e dall’outside Matt Milano. Il primo, atleta dalle capacità atletiche fuori dal comune, è però tormentato da un problema alla spalla e finora sta tenendo bene contro la corsa ma faticando in copertura, visto che contro di lui gli avversari hanno completato tutti e 12 i passaggi tentati per 224 yard. Milano è invece più un linebacker da pass rush e da aiuto sulla line of scrimmage e finora l’ex Boston College non se la sta cavando male con un sack, un hit e un hurries ed il 60% di completi concessi (9 su 15) ma per sole 86 yard.

In questo avvio di stagione però Milano è limitato da un problema muscolare e ad esempio nel match con Las Vegas il suo posto è stato preso da Tyler Dodson che dopo un primo anno contraddistinto da una squalifica per 6 turni, ha fatto finalmente il suo esordio nel 2020 e al secondo gioco della sua carriera ha messo a segno un sack su Darnold. L’esperto A.J.Klein., ex Saint, completa poi il reparto ma è soprattutto utilizzato per i down di corsa.

Il secondario è capitanato dalla strong safety Jordan Poyer, fin qui l’mvp del reparto difensivo dei Bills, leading tackler con 34 placcaggi e ottimo anche in copertura, con all’attivo 1 sack ed un fumble forzato. Molto bene si sta disimpegnando anche la free safety Micah Hyde e sicuramente la coppia Poyer-Hyde è fra le più efficaci dell’intera NFL.

I due cornerback titolari sono Levi Wallace e Tre’Davious White, con il primo che in questo scorcio di stagione sta facendo leggermente meglio del suo celebrato compagno di reparto e finora ha messo a segno uno dei due intercetti totali della difesa.  Domenica ha invece fatto il suo esordio stagionale l’inossidabile Josh Norman, molto utilizzato dopo l’infortuno a Wallace. Norman, ormai quasi trentatreenne, non avrà più lo spunto dei tempi migliori, ma non manca di esperienza e di “garra”, e non ha tardato nel mettere in mostra queste caratteristiche nella sfida contro i Raiders, in cui ha provocato e ricoperto un fumble che è stato strumentale per il successo contro la truppa di Jon Gruden. Lo slot corner è Taron Johnson ed è forse quello che finora ha faticato di più fra i defensive backs perché ha già concesso 23 ricezioni per oltre 260 yard di guadagno.

I Bills hanno invece il miglior ritornatore di kickoff della NFL, che non guasta mai,  in Andre Roberts, che vanta una media di oltre 34 yard per ritorno.  

L’head coach dei Bills McDermott, che è riuscito a portare ai playoff due volte in tre anni una franchigia che mancava dalla post season dal 1999, guida un coaching staff piuttosto giovane, ma i due coordinatori sono invece allenatori di lunga data: Leslie Frazier è ormai in NFL da 22 anni, di cui 4 passati come head coach a Minnesota, e ha vinto un Superbowl come assistente allenatore a Indianapolis e uno come giocatore, dato che faceva parte della devastante difesa dei Chicago Bears edizione 1985. Brian Daboll è invece l’offensive coordinator ed ha 20 anni di NFL di cui 10 sotto Bill Belichick a New England ed è sicuramente un fattore chiave nei progressi fatti da Allen.

Dopo una grandissima partenza, Buffalo è ora attesa da due match di difficoltà crescente, prima contro Tennessee poi contro i campioni in carica dei Kansas City Chiefs. Quindi, dopo la più agevole trasferta in casa dei Jets, ci sarà il big match con New England e lì ci accorgeremo se i ragazzi di McDermott hanno la stoffa per spodestare la regina.

LA SORPRESA

Nessuno credo, avrebbe potuto prevedere un ulteriore salto di qualità così rapido per Josh Allen. La potenza del lancio è rimasta la stessa, ma il ragazzo è migliorato in precisione, è maturato e potrebbe presto bussare al ristretto circolo dell’elite della NFL      

LA DELUSIONE

Le prestazioni di Edmunds sono condizionate da un problema alla spalla che il linebacker si trascina dietro dalla giornata inaugurale, ma finora la delusione maggiore è un Jerry Hughes che non è riuscito a fornire il solito apporto nella pass rush, e le difficoltà della difesa sul passaggio derivano anche da questo elemento.

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