Madden 21: gli ultimi snap nella current-gen

Come ogni anno gli appassionati di football aspettano l’inizio della pre-season per scatenarsi in pronostici, chiacchiere da bar e, come da buon costume italiano, improvvisarsi allenatori con il fantasy-football. Chi ama i videogames sportivi ben saprà che è anche il periodo dove la casa canadese EA Sports rilascia il titolo annuale “Madden”, unico gioco in grado di soddisfare la fame di football virtuale di tutti i gamers del mondo. Tra PC, consolles e mobile siamo arrivati alla 40esima edizione di questo gioco, canonicamente denominata “MADDEN 21” e sarà sicuramente l’ultimo sforzo di sviluppo per la current-gen, considerata l’imminente uscita sul mercato delle consolle di nuova generazione che dovrebbero rivoluzionare la nostra idea di gaming portando il realismo ad un livello estremo. Sarà questa la soluzione definitiva? Sicuramente no, essendo comunque una novità ed a tutti gli effetti una nuova tecnologia, spazio per migliorare ce ne sarà e il tempo da impiegare per sviluppare un prodotto sempre migliore sarà necessario, considerato anche che le aspettative dei clienti videoludici sono sempre altissime ed in crescita esponenziale.

Concentrandoci su quanto di concreto abbiamo al momento, quest’anno il cover athlete è Lamar Jackson, MVP della scorsa stagione, eppure il QB con rating più alto (99 – il giocatore “più forte” per parlare potabile) è Patrick Mahomes (insieme a pochi altri eletti, come Donald o McCaffrey) e come poter non dare lo scettro proprio a lui considerata la stagione passata, dove oltre ai 49ers ha sconfitto la Madden Curse (consiglio questa lettura, in lingua originale, per approfondire questo tema molto curioso): dopo essere stato cover di Madden 20, un infortunio al ginocchio lo ha colpito a inizio stagione ma il suo rapido recupero e talento straordinario l’hanno portato comunque ad alzare il Lombardi Trophy da assoluto protagonista.

Qualche novità sembra poter alzare un pochetto l’asticella e portare al massimo le capacità della current-gen, ma vediamo nel dettaglio.

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GRAFICA

Per esperienza, dopo circa una ventina di minuti di gioco, una normale PS4 inizia a “sventolare” come una Fiat Panda del 1989 sul Passo dello Stelvio: caratteristica comune però anche per altri titoli sportivi calcistici e cestistici. Ad ogni modo, penso che si sia raggiunto l’apice per quanto riguarda il rendering e la fluidità con questo tipo di tecnologia già da un paio d’anni e i cambiamenti in veste grafica per questo titolo non sono stati sostanziali o tali da lasciare a bocca aperta. Licenze ufficiali, come giusto che sia. Anche accessori come scarpe, guanti, caschi sono aggiornati e fedeli a quelli che si vedono nei training camp; si potrebbe migliorare qualcosa riguardo al pubblico sugli spalti, molti gli umani che si comportano allo stesso modo e si muovono come cheer-leaders, vicini di posto con stessi volti ma maglie differenti (un boom di parti gemellari). Non eccezionali sono le presentazioni televisive, che poco riprendono quelle che siamo abituati a vedere e non si notano differenze nell’hub tra Thursday night o Monday night; non dico di mettere l’halftime show, ma nemmeno lasciare solo l’entrata dal tunnel e il lancio della monetina; prendere nota dalla serie NHL o NBA 2K, grazie.

MOVIMENTI

Tralasciando i comuni glitch e movimenti sovrannaturali che caratterizzano saltuariamente tutti i videogiochi dove deve essere riproposto un gioco con la palla, la fisica è riprodotta in modo abbastanza fedele e la correlazione tra il rating dei singoli giocatori e quello che effettivamente accade in campo è abbastanza proporzionata: tutto è comunque modificabile, per rendere l’esperienza di gioco dall’Arcade (per i più affezionati al gioco come attività prettamente ludica, quindi con parametri di difesa non eccezionali e attacchi stellari tra pass chilometrici e run da carri armati) alla competizione eSports (i dettagli fanno la differenza: chiamata degli schemi e, soprattutto, aggiustamenti tramite gli audibles, giocano un ruolo fondamentale per la buona riuscita del drive, tutto a corredo del perfetto tempismo dei passaggi, ricezioni manuali e movimenti “palla in mano” come jukes, trucks e hurdles). Rispetto allo scorso anno, si è migliorato il realismo della pressione al QB nella tasca e la differenza tra un lancio minacciato da un blitz e uno con birra e sigaretta in mano si nota: bisognerà vedere con l’avvento della nuova stagione come si aggiusteranno i valori dei rookies, onde evitare di vedere fenomeni clutch che nella vita reale, ahimè e ahiloro, sono l’esatto opposto. E’ stato introdotto il nuovo “defensive-line stick”, che permette al difensore ingaggiato con l’offensive line di iniziare un mini gioco di brevissima durata che permetterà di superare o no l’uomo in blocco. I colpi rispecchiano in maniera abbastanza fedele alla realtà gli effetti dei colpi veri, con “cedimenti” correlati alla zona bloccata o colpita: qualche “svenimento” improvviso ogni tanto capita, soprattutto nelle dive run quando non si vede la luce e si genera una mischia rugbystica. Nelle mie poche ore di gioco (modalità SIMULATION) non ho notato un numero considerevole di “the catch” alla OBJ, anzi, spesso se i passaggi non erano lanciati al momento giusto e soprattutto nel modo giusto (lob, bullet o touch) venivano droppati abbastanza facilmente. Le difese davano un buon filo da torcere per raggiungere la end-zone. Bene così.

MODALITA’ DI GIOCO

Oltre alle classiche partite amichevoli offline oppure online, ci sono diverse modalità per rendere più divertente la nostra scampagnata nel mondo NFL.

Face of the franchise (FOTF)

Per i maniaci della personalizzazione come il sottoscritto, è pura manna dal cielo: ci si trova catapultati a essere protagonisti di un documentario/intervista che racconta la nostra vita come un lungo flashback, e i momenti chiave della nostra storia saranno determinati dalle nostre scelte sul campo e fuori. Si partirà creando la nostra High School in modo totalmente libero (la Eugenio Montale High di Indianapolis ad esempio… eccenzionale) e da lì inizierà il processo di crescita, scelta del college ecc ecc. La trama a lungo andare può risultare un pochetto banale, ma per chi adora questo tipo di avventure, non può che lasciarci molto molto soddisfatti. [SPOILER ALERT: Si potrà anche ricoprire altre posizioni in campo, non solo il QB]

Franchise

La classica franchigia, uguale da anni a questa parte e forse la nota (sempre più) stonata di questo titolo. Si può scegliere tra giocatore, allenatore e proprietario della squadra e da lì occuparsi di tutto quanto riguarda football, allenamento (poco e male), finanze, relazioni coi media e contrattazione con giocatori e staff, ma purtroppo, come già accennato, sempre tutto troppo uguale: il cugino FIFA per lo meno ha introdotto animazioni durante le contrattazioni con i giocatori, interviste interattive pre e post partita, mentre Madden ancora nulla. Pare che il tanto sponsorizzato hashtag #fixMaddenFranchise non abbia portato ai risultati sperati. Per ora…

Madden Ultimate Team (MUT)

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Modalità resa nota dalla controparte calcistica, MUT è la soluzione per tutti quelli che vogliono elevare il fantasy football ad un livello superiore, non solo scegliendosi i giocatori, ovviamente comprandoli guadagnando crediti virtuali o trovandoli casualmente a minor prezzo “spacchettando” come 20 anni fa in edicola, ma anche facendoli giocare installando un proprio gameplan personalizzato e guidando i propri beniamini verso la vittoria. Sicuramente è la modalità che ha aumentato di non poco il fatturato di EA sports, considerato che i pacchetti si possono comprare con crediti guadagnabili giocando per ore e ore, oppure convertendoli semplicemente e velocemente da sonanti euro, dollari o qualunque altra valuta del resto del mondo. L’inserimento di giocatori leggenda è sicuramente la (costosa) ciliegina sulla (costosissima) torta.

Superstar KO

Arcade online rapido ed esplosivo: si seleziona una squadra fittizia che rappresenta uno stile di gioco  che si preferisce adottare e poi si draftano 3 diversi giocatori, proposti casualmente, tra fenomeni attuali, icone del passato (Michael Vick, Deion Sanders…) e celebrità (vedasi Snoop Dogg o DJ Khaled…): si gioca un overtime e se si vince si ha l’opportunità di giocare la partita successiva draftando un altro talento che sostituisce i giocatori non potenziati che compongono il vostro starting 11. Si perde? si riparte da 3 giocatori.

The yard

The Yard è una modalità che strizza l’occhio ai vari Volta (Fifa Street per i nostalgici), o Playgrounds: si tratta semplicemente di un football “di strada” 6vs6, (si può giocare online con altri due amici al massimo) dove bisogna crearsi il proprio personaggio, le proprie divise (decisamente eccentriche) e il proprio stile di gioco. Tutto quello che viene dopo è un susseguirsi di trick plays, dribbling spettacolari e lanci in acrobazia; le partite sono limitate a un drive oppure 3 drives a testa e ricche di azioni da highlight reel. Non ha ancora raggiunto il livello di fama di MUT e forse non lo raggiungerà mai, ma per chi ama uno stile di gioco divertente, super-personalizzabile e super-arcade è l’ideale.

Sicuramente non è un punto di svolta e non è un titolo memorabile, solleverà parecchie critiche, ma in fondo si sa: il 2020 è stato e continua ad essere un anno difficile e pieno di incertezze in quasi tutti gli ambiti. L’unica cosa che si può dire è che MADDEN 21 è un ottimo punto di partenza/transizione per la nuova generazione, e solo sulle nuove consolle potremo recensire veramente questo tipo di titoli sportivi annuali; nel frattempo possiamo continuare a goderci la nostra NFL, impersonificando i nostri beniamini a stelle e strisce comodamente dalla nostra poltrona.

T.Shirt e tazze di Huddle Magazine Merchandising

Andrea Arsuffi

30 anni. Prima volta negli States nel 2008 a San Diego. Vidi LaDainian Tomlinson correre e nacque l’amore per il football. Speranzoso di vedere un Italia più “prolata”… un giorno…

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