Il Riassunto di Week 1 NCAA 2021

È tempo di recap, dopo aver vissuto una week 1 ricca di colpi di scena, upset, alcuni mancati per un soffio e altre solide certezze. Per la prima volta da oltre 80 anni la “week 1” prevedeva ben 5 match tra avversarie inserite all’interno del ranking AP Top 25, ma le gare interessanti del weekend, fortunatamente, non si limitavano soltanto ad esse.

Partiamo, come consuetudine per questo articolo, con la rubrica “havaianas”.

Vincono in ciabatte, in ordine cronologico: Coastal Carolina 52-14 contro The Citadel, e lo stesso, nella notte di giovedì, fanno Utah con Weber State, Arizona State con Southern Utah e NC State contro l’ancora impalpabile USF di Jeff Scott. Anche per la nuova Tennessee di Josh Heupel l’esordio è vincente: un 38-6 contro Bowling Green che fa perlomeno ben sperare, anche se da rivedere la prova del QB Joe Milton, eccellente e quasi senza macchia per un quarto e mezzo e quasi disastroso da lì in avanti.

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Al sabato le passeggiate di salute sono state quella di Kentucky, un facile 45-10 su UL Monroe nel quale si è visto un Will Levis in grande spolvero – alla prima con la maglia a scacchi dopo l’addio a Penn State. Vincono molto facile, rispettando il pronostico anche Boston College – su Colgate – e Michigan, che dopo qualche zoppichìo iniziale ha rastrellato i “cugini” di Western Michigan, sfoggiando l’attacco “run first” che ci aspettavamo di vedere e che ha prodotto la bellezza di 335 yard sul terreno. Stravince la Rutgers di Greg Schiano contro Temple, segnando 61 (!) punti grazie anche ai 5 turnover causati. Decisamente negativa la prova del QB ex Georgia Dwan Mathis per gli Owls. Anche Army, Nebraska, Cincinnati, Marshall, Pittsburgh, Auburn, Liberty, South Carolina, Memphis, TCU, Virginia e SMU vincono tutte contro avversarie di livello inferiore, senza soffrire oltre il dovuto. Dobbiamo, purtroppo, chiudere questa la rubrica delle “non competitive” con Alabama-Miami, una delle 5 sfide “rankate” del weekend, che ha visto i Canes soccombere sotto la fisictà prorompente dei Tide. Poteva Miami battere questa Alabama? Probabilmente no. Poteva fare qualcosa di più? Sicuramente sì.

Dire che la partita è stata persa sulle trincee sarebbe probabilmente riduttivo, visto che Alabama è stata superiore in ogni frangente, però quella delle due linee è stata sicuramente la differenza maggiormente visibile. Una O Line surclassata dalle bull rush dei Tide, e una totale incapacità di portare pressione su Bryce Young, se non tramite blitz che però portavano a scoprire la secondaria. Partita “in ufficio” per Bryce Young, che però, era alla prima giornata di lavoro in un ufficio ai piani alti di Wall Street e non è sembrato affatto un novellino. A giudicare dalla Week 1, una cosa è certa: Alabama è ancora la squadra da battere.

Sarà Georgia la sfidante numero 1? Certo parlare ora è presto, ma a giudicare dalla prima settimana è sicuramente la squadra che ne esce meglio tra quelle con legittime ambizioni playoff. La squadra di Kirby Smart ha asfissiato il quasi-esordiente DJ Uiagalelei, producendo 7 sack (più 8 TFL) e affrettandolo sempre nelle letture. Letture che non sono mai state immediate, un po’ perché DJ “ne deve mangiare di pastasciutta”, ma soprattutto grazie all’eccellente lavoro della secondaria dei Bulldogs, tra l’altro autrice dell’unico TD della partita, con una pick six di 74 yard di Christopher Smith.

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Tenere Clemson a 3 punti e 180 yard di total offense è una grande vittoria per Kirby Smart. Mentre per Dabo e i suoi Tigers il “dopo-Lawrence” inizia nel peggiore dei modi. Ovviamente non è un dramma: la concorrenza nella conference non pare agguerrita e una vittoria della ACC da imbattuti dovrebbe comunque garantire un posto ai playoff ai Tigers, che però da qui in avanti non potranno più sbagliare. Chiusa questa parentesi iniziale, proviamo a ripartire con ordine riassumendo quanta accaduto nelle conference, partendo da quella che è stata probabilmente la partita (e la conference) più entusiasmante del weekend: Penn State – Wisconsin (e la B1G).

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Penn State – Wisconsin è stato quello che personalmente più mi è mancato del college football. Uno stadio pieno, una sfida di conference sentita da ambo le parti, tensione, stemperata sempre dal clima teatrale ma festoso prodotto dai tifosi. Turn Around a fine terzo quarto. E tanta passione. Penn State – Wisconsin è stata anche uno spot per la B1G, una conference che, per quanto il college football stia cambiando pelle, togliendo confini, mischiando regioni e ideologie, mantiene sempre una propria identità, un proprio modo di essere “tough” inarrivabile per le altre “power 5”. Magari è meno “sexy”, magari non troverete degli highlights strappa like da ripostare sui social, perché l’intera partita è stata un’opera d’arte, non la singola azione.

A spuntarla sono i Nittany Lions 16-10, grazie soprattutto alla difesa del solito Brent Pry, autentico maestro del reparto. I Lions devono ringraziare anche i propri avversari, che gli sono stati nettamente superiori per tutto il primo senza concretizzare – causa un FG sbaglato e un fumble in redzone. Solto grazie anche a Jahan Dotson, che se lo merita.

Vince anche Ohio State a Minneapolis contro  Gophers di PJ Fleck che per quasi tre quarti hanno dato più di un pensiero ai Buckeyes, costringendo la squadra di Ryan Day a un finale in crescendo. Fatica CJ Stroud alla prima da titolare, ma alla fine, ringraziando anche l’indecente secondaria di Minnie, riesce a lanciare 4 TD che decidono il match. Una buona Minnesota ha dovuto fare i conti con le tante, troppe difficoltà di tackling e alla fine anche con l’assenza in attacco del RB Mohamed Ibrahim – 30 portate per 163 yard fino a quel momento – a cui vanno i nostri auguri dopo il tremendo infortunio subito.

Michigan State batte Northwestern 38-21 nel venerdì notte, Maryland riesce ad avere la meglio di West Virginia nella partita del sabato interconference B1G-BigXII – grazie ovviamente a Taulia Tagovaloa, ma anche se non soprattutto alle sue due inarrestabili frecce Deontay Demus (6 rec. 133 yard) e Rakim Jarrett (6 rec. 122 yard) – e Purdue batte Oregon Statein quella B1G-Pac-12 con 134 yard ricevute da David Bell e 120 da Payne Durham.

Cade invece Illinois ancora in hangover dopo la vittoria nell’opener di settimana scorsa: un 37-30 subito in casa da UTSA riporta subito gli Illini sulla terra e costringe Bielema a ripartire da capo col suo carrozzone.

L’altro match “ranked” in B1G era quello tra Iowa e Indiana ed è stato, in realtà, un’altra non competitiva del weekend: 34-6 il risultato con una oscena prestazione del QB di Indiana Michael Penix Jr, autore di 3 brutti intercetti di cui 2 trasformati in pick six dal cornerback Riley Moss. Gli Hawkeyes sono l’ennesima versione a stampo di una squadra di Kirk Ferentz: difesa solida, attacco farraginoso ma costante: 303 total yards guadagnate, di cui più della metà via terra, ma sono bastate per “stravincere” una partita sulla carta non facile. E quindi, merito agli Hawkeyes.

In ACC la partita della settimana era quella del venerdì pomeriggio tra North Carolina e Virginia Tech, conclusasi con uno dei primi upset stagionali. Gli Hokies, caricati dal solto ingresso in campo “militaresco” che tanto era mancato a noi e a loro l’anno scorso, hanno dominato difensivamente contro un attacco che non più tardi di 10 mesi fa gliene aveva segnati 56 (!) in faccia. 17-10 il risultato, con una prova più che convincente del dual threat Braxton Burmeister, conosciuto per il suo atletismo ma che ha messo in mostra anche alcune buone cose come passer. Tutto il resto l’ha fatto la difesa, che ha costretto Sam Howell sempre ad affrettare le proprie letture e che ha fatto un eccellente lavoro difendendo a uomo sui WR dei Tar Heels, quasi mai capaci di creare sufficiente separazione. 17/32, 208 yard, 1 TD e 3 INT la brutta linea di Sam Howell che ha già visto schizzare alle stelle le sue quote come prossimo Heisman.

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Ci sono stati altri due upset inattesi nella settimana di ACC e sono state le sconfitte clamorose di Georgia Tech contro la Northern Illinois del QB ex Michigan State Rocky Lombardi – che ha vinto 22-21 realizzando una temeraria conversione da 2 punti alla scadere – e di Duke in casa di Charlotte, con i 49ers alla loro prima vittoria di sempre contro un ateneo Power 5.

Nella domenica notte Florida State è stata sconfitta all’OT da Notre Dame dopo aver completato una rimonta di 18 punti negli ultimi 20 minuti. La squadra di Mike Norvell ha mostrato buone cose soprattutto in attacco, ed è stato straordinario rivedere McKenzie Milton all’opera, dopo 2 anni di distanza da campi per l’infortunio terrifcante alla gamba. Purtroppo per lui il lieto fine ha lasciato spazio a qualcosa di diverso: un errore, un fumble, un field goal sbagliato e la vittoria di Notre Dame. Il rimpianto di esserci andati vicini, ma la consapevolezza che, comunque, solo con il suo ritorno in campo, qualcosa di grande sia stato fatto. E noi saremo qua a tifare per lui fino all’ultimo.

https://twitter.com/ACCFootball/status/1434711355765018625?s=20

Per gli Irish da rimarcare, semmai ce ne fosse bisogno, la prova di Kyle Hamilton. Irreale.

In BigXII ha vinto Kansas 17-14 su South Dakota, interrompendo una striscia di risultati inutili consecutivi che durava da quasi due anni: South Dakota non è propriamente Alabama, ma se credete che questo possa aver fermato i tifosi dall’invadere il campo, beh, vi sbagliate. Oklahoma State supera Missouri State nonostante qualche patema e lo stesso fano Baylor con Texas State e Iowa State con Northern Iowa, mentre molti meno problemi ha avuto Texas Tech con Houston.

Non stecca la prima Steve Sarkisian a Texas, vincendo 38-18 contro Louisiana: ancora non del tutto a proprio agio nel nuovo attacco dei Longhorns è sembrato il QB freshman Hudson Card, ma a levare le castagne dal fuoco ci ha sempre pensato l’inarrestabile Bijan Robinson. È presto per dire se siamo di fronte al nuovo Ricky Williams, ma la sensazione è che il numero 5 burnt orange sia ciò di più vicino al “Texas Tornado” si sia visto a Austin nell’ultimo ventennio. Buone indicazioni sono arrivate anche dalla difesa dei Longhorns, in grado di tenere sotto i 20 punti l’attacco di Billy Napier.

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Meno convincente, invece, l’esordio di Oklahoma, che ha rischiato di subire una clamorosa rimonta in casa da Tulane: dopo il 37-14 del primo tempo i Sooners hanno staccato la spina sia in attacco che in difesa lasciando campo e punti all’attacco dei Green Wave guidato dall’ottimo Michael Pratt. Tra luci e ombre la prova di Spencer Rattler, parso ancora troppo aggressivo con i suoi lanci: il talento è dalla sua parte, ma se vuole guidare questi Sooners a qualcosa di grande deve crescere ancora molto dal punto di vista cerebrale.

Nella Pac-12 le soprese sono state molte, a partire dalla grande vittoria di UCLA su LSU: i Bruins hanno superato meritatamente i Tigers 38-27 grazie ancora una volta ad uno Zach Charbonnet da oltre 10 yard a portata di media. Per LSU l’attacco sembra aver ritrovato il ritmo che l’anno scorso era mancato – straordinario Keyshon Boutte da 148 yard e 3 TD – ma la difesa non sembra aver fatto passi avanti dall’anno scorso.

Non regalano sorprese negative Oregon e USC, entrambe vittoriose, ma ci pensa invece Washington, cadendo in casa contro una squadra di FCS, i Montana Grizzlies. Gli Huskies hanno pagato a caro prezzo i 3 intercetti lanciati da Dylan Morris che però sono solo una parziale scusante per la squadra di Jimmy Lake. Anche Washington State cade in casa contro Utah State, in una partita di livello medio-basso ma dall’alta intensità emotiva. Perdono anche Arizona e Cal, rispettivamente contro BYU e Nevada, rispettando, però, in questo caso, il pronostico che le vedeva entrambe sfavorite.

In AAC da segnalare la prima vttoria dell’era Gus Malzahn a UCF, con i Knights che hanno sconfitto in casa Boise State dopo una partenza shock sotto di 21 punti. UCF nel complesso è sembrata la squadra migliore, con un grande Dillon Gabriel e un ottimo apporto alla difesa dato dal transfer da Auburn Big Kat Bryant.

Nella SEC, oltre a quanto detto in apertura è successo poco altro, con Arkansas che ha vinto dopo qualche difficoltà iniziale contro Rice, Missouri che ha fatto lo stesso contro i Chippewas di Central Michigan, Florida che ha schiantato FAU come da pronostico nonostante una prova rivedibile del QB Emory Jones, e Texas A&M che ha fatto lo stesso con Kent State. Vanderbilt, invece, signori e signori, è ancora Vanderbilt. E il 23-3 subito in casa da ETSU ne è la prova.

E Mike Leach, signori e signori, è sempre Mike Leach: il vecchio pazzo Mike Leach, che rischia di perdere contro Lousiana Tech, ma sfodera una grande rimonta che dà ai Bulldogs la prima W della stagione. Un 35-34 che non fa ben sperare, ma “a win is a win”. E anche Lane Kiffin sembra non essersi affatto snaturato, e quest’anno, dalla sua, pare avere anche una difesa se non “forte”, perlomeno non disastrosa come quella dello scorso. Il 43-24 della sua Ole Miss contro Louisville nel Monday Night è stata una grande dimostrazione di forza.

A risentirci tra 7 giorni, con un’altra settimana di college football da raccontare.

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