Una stagione con i Titans di Montgomery: party crasher!
Il 20 settembre doveva essere un venerdì come tutti gli altri. Scuola, Pre-game meal, warmup e partita contro Fairmont.
Entro in classe per la prima ora, Webpage Design, ma la professoressa non c’è. Passano 40 minuti e ancora non si presenta, finchè arriva un annuncio del preside dagli altoparlanti: “The school is now on lockdown, please stay in your classrooms until further notice. There is no intruder in the building”.
Poco dopo arrivano una serie di insegnanti che si danno il cambio ogni 10 minuti per farci supplenza. Non possono dirci nulla riguardo a cosa stia succedendo, ma voci e rumors girano per tutta la scuola più veloci di un centometrista.
Verso le 10.30 finalmente possiamo uscire dalle nostre classi e ci ritroviamo nel Commons (dove facciamo pranzo) e ci giunge la notizia ufficiale: la mia professoressa di informatica, Ms. Lilla, ha avuto un arresto cardiaco in bagno e ci ha lasciati.
Tutte le lezioni ed eventi sono stati cancellati, tranne la nostra partita. Per noi giocatori il pomeriggio scorre esattamente come un qualsiasi altro gameday, ma sappiamo che non sarà una partita come le altre. Carol Lilla è stata un’insegnante per 46 anni a Montgomery, e per quaranta anche allenatrice di softball, basket e pallavolo, e la scuola ha deciso che il miglior modo per onorare la sua memoria fosse farlo sul campo da football, durante uno degli eventi sportivi a cui non mancava mai. Inoltre questa era anche la “Tackle Cancer” game, una partita dedicata alla raccolta fondi per la ricerca sul cancro, per cui l’ingresso alla partita viene reso gratuito, con la possibilità di fare una donazione all’associazione “Tackle Cancer” oppure in memoria di Ms. Lilla.
Prima di presentare le squadre in campo, tutti i professori e staff della scuola scendono in campo tenendo una grossa bandiera americana e la portano a centrocampo come tributo per Ms. Lilla e per l’inno americano.
La partita inizia, ma Fairmont è di tutt’altro livello. Non c’è molto da fare, sono più grossi e fisici e, come sempre, hanno molti più giocatori di noi, avendo attacco e difesa dedicati. Io gioco tutto il 4 quarto come ricevitore e arriviamo per la prima volta in tutta la partita nella Red Zone, ma proprio prima di giocare lo schema che probabilmente mi avrebbe permesso di mettere 6 punti sul tabellone l’arbitro fischia la fine della partita. Purtroppo il divario nel punteggio ha fatto scattare la regola del “running clock”, ed il tempo non si ferma mai nemmeno negli ultimi due minuti.
Il lunedì la Junior Varsity non ha nessuna partita perché Fairmont, nonostante avesse più giocatori di noi, non ha una seconda squadra. Ci tocca aspettare il venerdì successivo per tornare sul campo, questa volta in trasferta a Sibley East, durante il loro Homecoming.
Spiegherò meglio cosa sia l’Homecoming quando, tra due settimane, avremo il nostro, ma in poche parole si tratta di una festa organizzata dalla scuola che dura tutta la settimana e si conclude con la partita di football a cui tutti gli studenti assistono. Il nostro obbiettivo, ovviamente, è quello di fare i cosiddetti “Party Crasher” e rovinare il loro Homecoming vincendo la partita.
Quando arriviamo dobbiamo cambiarci dietro gli spalti perché non ci hanno dato uno spogliatoio a disposizione. Inoltre i tifosi che hanno viaggiato 45 minuti per vederci giocare sono dovuti restare in piedi perché la sezione ospiti non aveva degli spalti. Le condizioni non sono delle migliori, ma una volta entrati in campo non importa più nient’altro.
È una partita molto equilibrata, partiamo in attacco e il primo lancio viene intercettato da un cornerback avversario. Stessa cosa succede l’azione successiva, quando la nostra safety riesce ad intercettare un pallone troppo alto per il ricevitore di Sibley East. Il primo quarto si conclude senza segnature, ma il secondo si apre con un touchdown su corsa di Brandon Balma trasformato da 2 punti. Arriviamo all’halftime e risaliamo tutti sul bus perché la temperatura è scesa parecchio e, come già detto, non abbiamo degli spogliatoi dove rientrare. La seconda metà della partita scorre molto velocemente. Noi conduciamo un ottimo drive offensivo con una corsa di circa 60 yard di Kayden Factor. Nonostante il nostro quarterback titolare, Adam Frederikson, si sia rotto il pollice della mano con cui lancia, ha comunque continuato a giocare ed è riuscito a trovare Riley O’Malley completamente libero in una play action per un touchdown pass da 18 yard. La difesa è riuscita a tenere a bada il quarterback avversario, l’unica vera minaccia offensiva. Ottima partita giocata da Mason O’Malley, linebacker che era appena rientrato da un infortunio al bicipite femorale, che riesce a portarsi a casa 19 tackles, di cui 5 TFL (tackle for loss).
[clear]
Vinciamo quindi la nostra prima partita 14-0, rovinando l’Homecoming di Sibley.
Il lunedì sera la Junior Varsity ripete l’impresa vincendo 12-0 ma giocando una partita molto meno emozionante. Ho giocato ricevitore e cornerback, ma il piano offensivo di correre e far correre l’orologio non permette di mettere molto il pallone in aria, lanciando 4 volte in tutta la partita.
Venerdì 4 ottobre ci toccherà affrontare Luverne, un avversario ostico. La temperatura scende sempre di più ed è una settimana piovosa con venti freddi; nonostante ciò ci alleniamo fuori lo stesso, sotto l’acqua e nel fango, finendo gli allenamenti con delle belle scivolate dalla collinetta dietro al campo di allenamento.
Dobbiamo conquistarci un posto ai playoff distrettuali, e le prossime partite saranno quelle decisive.
Thanks to Devin Anne Reyes for the pictures