[CFL] In attesa della 105° Grey Cup

Calgary Stampeders e Toronto Argonauts si affronteranno domenica notte per la conquista della 105° Grey Cup, il massimo trofeo di football canadese.

Jerome Messam è il runningback canadese capace di fare la differenza anche in una compagine fortissima come quella dei Calgary Stampeders, che vantano forse il miglior attacco della CFL.

Nato 32 anni fa a Toronto e in forza agli Stampeders da tre stagioni, Jerome Messam ha dichiarato di ricordare la precedente Grey Cup come un incubo.

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L’anno scorso gli Stampeders arrivarono a disputare la finale reduci da una quasi “perfect season”, che li aveva visti sconfitti una sola volta, quando nell’ultima partita di campionato schierarono le terze riserve per preservare i titolari in vista degli imminenti playoffs.

Gli Ottawa Redblacks si presentavano invece alla Grey Cup con un record perdente; se avevano vinto la divisione est era più per colpa della debolezza degli avversari che per merito loro.

Le proiezioni attribuivano perciò oltre l’80% di probabilità di vittoria a Calgary. La 104esima Grey Cup, nel 2016, rappresentava l’obiettivo per cui gli invincibili Stampeders lavoravano da un anno intero. E nessuno aveva dubbi che fosse destinata proprio a loro.

Invece le cose andarono diversamente. Ottawa, che era cresciuta settimana dopo settimana nel corso del campionato, riuscì imprevedibilmente a imporsi sugli Stampeders al termine di una partita indimenticabile, conclusa ai supplementari con il punteggio di 39-33 in favore degli sfavoriti Redblacks.

Fu un incubo in particolare per il RB Jerome Messam che, dopo una carriera eccezionalmente lunga per un uomo del suo ruolo, sta ancora attendendo di conseguire la sua prima Grey Cup.

Due anni prima, nel 2015, ancora una volta gli Stamps si erano lasciati sfuggire il trofeo per un soffio. Dominatori incontrastati del campionato fino alla fine di ottobre, furono sorpassati nelle ultime settimane dagli Eskimos di Edmonton.  Proprio agli Eskimos dovettero arrendersi in finale di divisione, lasciando procedere i rivali dell’Alberta alla conquista della 103esima Grey Cup.

Beffati per due anni di seguito, quest’anno gli Stampeders riprovano ad avere giustizia.

A sfidarli troveranno la storica compagine dei Toronto Argonauts, che vantano molti primati in seno alla CFL e al pro football in generale. Sono la franchigia di football più antica del mondo, risalendo la loro fondazione precisamente al 4 ottobre 1873; sono anche la squadra canadese più famosa in assoluto, ma soprattutto sono quella che ha conseguito il maggior numero di Grey Cup. Ad oggi sono 16 e domenica potrebbero diventare 17, se riusciranno ad avere ragione degli Stamps. L’ultima vittoria in finale risale al 2012.

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Nonostante un passato tanto glorioso, le ultime stagioni non sono state facili per gli Argonauts. Pur militando nella divisione est, che da un po’ di tempo comprende squadre meno forti di quelle della divisione ovest, i “double blue” l’anno scorso non riuscirono nemmeno a qualificarsi ai playoffs. Complici delle recenti difficoltà furono anche gli infortuni di lunga durata del quarterback 38enne Ricky Ray, che vanta un posto già assegnato nella Hall of Fame della CFL.

Quest’anno gli Argonauts concludono la regular season in testa alla divisione est con il record di 9-9; la settimana scorsa in finale di divisione hanno ospitato i Saskatchewan Roughriders, che disputavano i playoff nella divisione est grazie al crossover. Al termine di una partita spettacolare dominata dalle difese, caratterizzata da una sorprendente rimonta dei Roughriders nell’ultimo quarto, negli ultimi tre minuti è proprio Ricky Ray a fare la differenza. In svantaggio di 21-18, i “double blue” concludono l’ultimo drive con un touchdown e si aggiudicano l’accesso alla Grey Cup.

Alla base della svolta non c’è soltanto Ricky Ray, finalmente al top della forma, ma anche il ritorno in Canada dell’head coach Marc Trestman, al quale giustamente la scorsa notte è stato assegnato il titolo di miglior allenatore dell’anno.

Nato 61 anni fa in Minnesota, Trestman ha militato per 28 anni nella NFL come offensive coordinator e QB coach; fu chiamato per la prima volta a ricoprire il ruolo di head coach nel 2008 dai Montreal Alouettes. I risultati ottenuti nella CFL, gli fruttarono il ritorno nella NFL nello stesso prestigioso ruolo. Ma nella lega americana Trestman non ha avuto altrettanta fortuna. Deluse i Chicago Bears che lo liquidarono dopo due anni; approdato ai Baltimore Ravens, come offensive coordinator non ebbe maggiore successo. Rientrato in Canada quest’anno, è stato capace di condurre la storica franchigia degli Argonauts dal terzultimo posto della lega alla disputa della Grey Cup.

Gentiluomo impassibile, Marc Trestman non si scompone mai, né quando i suoi Argonauts macinano iarde e punti, né quando subiscono la forza degli avversari.

Sulla panchina degli Stampeders siede in vece il 44enne Dave Dickenson, anche lui americano del Montana; il suo esordio come head coach, nel 2016, è il migliore della storia della CFL.

La Grey Cup 2017 sarà visibile a pagamento in diretta streaming all’indirizzo: cfl.yaretv.com; altrimenti gratuitamente su Youtube con qualche giorno di ritardo.

Di seguito un breve riepilogo delle finali di divisione tenutesi domenica scorsa.

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SASKATCHEWAN ROUGHRIDERS vs TORONTO ARGONAUTS 18-25

Doveva essere la battaglia dei due veterani: da una parte per i padroni di casa il redivivo Ricky Ray, con un posto già garantito nella Hall of Fame della CFL, dall’altra il coetaneo 38enne Kevin Glenn, a cui teoricamente spetterebbe il titolo di miglior riserva della lega, ma che per una serie di circostanze a suo favore riesce sempre a giocare l’intero campionato come starter, ottenendo quasi sempre risultati di rilievo, come quest’anno che ha condotto i bianco verdi fino alla finale di divisione.

Ma i tre intercetti subiti da Glenn nei primi due quarti (il primo riportato in touchdown) e il netto vantaggio degli Argonauts, 3-17 all’intervallo, convincono a Chris Jones a mandare in campo il quarterback canadese Brandon Bridge al posto del veterano americano.

Il terzo quarto sarà dominato dalle difese, che concederanno soltanto un single point ai padroni di casa.

Ma proprio nell’ultimo quarto, “Air Canada”, come è soprannominato Brandon Bridge, per la prima volta mostra inequivocabilmente di meritare il ruolo di starter, conducendo una sorprendente rimonta, che vede i Riders risalire 21-18, fino a 3 minuti dalla fine.

Ma, come ho già detto sopra, tornati in attacco gli Argonauts sono inarrestabili, corrono il rischio di giocare un terzo down, avanzano fin sul filo della goal line avversaria e qui, con una corsa di Fajardo segnano il touchdown della vittoria.

EDMONTON ESKIMOS vs CALGARY STAMPEDERS 28-32

Non c’era nulla di scontato nella finale della divisione ovest, tra i Calgary Stampeders in vetta alla classifica e gli Eskimos che, come è loro consuetudine da un po’ di anni a questa parte, raggiungono il massimo delle potenzialità sul finale di stagione.

Il primo quarto si conclude con gli Eskimos in vantaggio per 14-0; ma Calgary si riscuote immediatamente; fa altrettanto nel secondo quarto, che si conclude sul punteggio pari di 14-14.

Dopo l’intervallo è Calgary a dettare legge, ma nell’ultimo quarto, in svantaggio 18-31, gli Eskimos provano a mettere in atto una rimonta ancora possibile, e per poco non sfiorano la vittoria, fino all’ultima, inspiegabile chiamata dell’head coach Jason Maas.

In svantaggio di soli 7 punti (25-32), a 2 minuti dalla fine, gli Eskimos entrano in redzone ma falliscono la conversione del secondo down. Potendo scegliere di correre il rischio di giocare un terzo e quattro (ricordo a chi non segue abitualmente il football canadese che qui i down disponibili sono 3 e non 4) dalle 13 yard avversarie, ripiegano invece su un facile field goal, che li porta 28-32, senza cambiare il destino della partita.

Jason Maas, in seguito intervistato su questa sua decisone inspiegabile, rivelerà di avere optato per questa scelta in otto secondi, calcolando la capacità della difesa di Edmonton di fermare tempestivamente l’attacco di Calgary e quindi la possibilità di tentare ancora un touchdown nei pochi secondi rimanenti.

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In realtà la difesa di Edmonton ci mette più di un minuto a fermare gli avversari; quando Maver calcia il punt mancano 24 secondi e potrebbero ancora bastare per sovvertire il risultato; ma a questo punto accade quello che Jason Maas non aveva previsto. Il ritornatore di Edmonton Jamill Smith, che fino ad ora ha giocato un’ottima partita, commette fumble, prontamente ricoperto dagli special team di Calgary, che torna in possesso di palla. Mancano 10 secondi e con il QB kneel degli Stampeders si conclude la partita.

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Isabella Rampini

Ha scoperto il football quando cercava uno sport in cui ambientare il suo primo romanzo ufficiale, “Una stagione in provincia”. Da allora non ha più smesso di seguirlo. Avendo una passione insensata per i vice e i numeri due, ama la Canadian Football League ancora più che la NFL.

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