CFL: una drammatica dodicesima settimana
Ascese, cadute e avvicendamenti tutti nel weekend della dodicesima settimana, mentre l’ombra di Johnny Manziel si allunga sulla CFL.
MONTREAL ALOUETTES vs B.C. LIONS 18 – 41
Tre ore – tanto è durata la partita di venerdì notte a Vancouver – che hanno cambiato il destino dei protagonisti di due squadre.
Nell’articolo relativo alla quinta settimana di campionato, ho già parlato di Travis Lulay, 33enne americano dell’Oregon, approdato alla CFL dopo tre stagioni senza successo nella NFL.
Reclutato dai B.C. Lions nel 2009, trascorre il primo anno in Canada in panchina, ma già nel 2010 riesce a strappare a Casey Printers il ruolo di starter. Il 2011 è l’anno migliore della sua carriera: con i B.C. Lions vince la Grey Cup e viene nominato MOP dell’anno.
Il 2012 è ancora un anno di grandi successi, che vede i B.C. Lions concludere la regular season in testa alla Divisione Ovest e guadagnarsi la finale dei playoffs.
Con questi risultati a gennaio 2013 Travis Lulay ottiene un’estensione di due anni del contratto con i B.C. Lions. Una retribuzione garantita di 450.000 $ all’anno fa di lui il giocatore più pagato della CFL.
Ma proprio nella dodicesima settimana della regular season, un importante infortunio alla spalla costringe il campione dell’Oregon fuori dal campo fino a tutto il 2014.
Torna in campo nel 2015 e il danno alla spalla sembra ormai superato; ma a settembre un nuovo infortunio, questa volta al ginocchio, lo costringe a passare il timone alla seconda riserva, che si infortuna a sua volta. Alla fine di settembre 2015, esordisce contro i fortissimi Eskimos a Edmonton Jonathon Jennings, terza riserva, al suo primo anno in Canada. Nonostante la sconfitta è un esordio eccellente, a cui seguono settimane di importanti vittorie, fino alla qualifica ai playoffs. Risultati che consegnano al 23enne Jennings il posto di titolare, relegando Lulay al ruolo di riserva prima del tempo previsto.
Il rosso numero 14 accetta con esemplare onestà il confinamento in panchina e si adatta di buon grado al ruolo di consigliere del giovane rivale.
Finché nella notte dello scorso 16 luglio si invertono le parti. Questa volta è Jennings a subire un infortunio alla spalla a inizio partita. Scende in campo Lulay e trascina i B.C. Lions a una schiacciante vittoria contro i Tiger-Cats per 41 a 26. Con Jennings convalescente, nelle 3 partite successive, Lulay si aggiudica ancora 2 importanti vittorie, cedendo il passo soltanto agli Edmonton Eskimos, all’epoca imbattuti.
Ma quando Jonathon Jennings si riprende dall’infortunio alla spalla, l’head coach italo-americano Pasquale Buono decide di dare ancora fiducia al più giovane dei suoi eccellenti quarterback.
Con Jennings alle spalle del centro, i B.C. Lions subiscono tre sconfitte di fila. Schiacciante e ingiustificata la prima, 8-41 contro i Saskatchewan Roughriders. Ragionevole la seconda, 21-17 contro i fortissimi Stampeders. Esemplare la terza, contro gli Ottawa Redblacks.
Il 26 di agosto, dopo i primi due quarti, le due squadre si avviano all’intervallo con il punteggio di 0-18 in favore dei campioni in carica, i Redblacks.
L’incapacità dell’attacco della British Columbia di mettere a segno un solo punto, il record personale di Jennings dall’inizio dell’anno, 4 TD e 9 intercetti, convincono l’italo-canadese Buono che è il momento di restituire il testimone al veterano Lulay.
Il rosso numero 14 scende in campo dopo l’intervallo e per poco non gli riesce di trascinare i suoi fino alla rimonta; a meno di un minuto e mezzo dalla conclusione, sul punteggio di 24-31 per i Redblacks, i Lions sono in attacco, riescono a entrare nella metà campo avversaria e sembrano inarrestabili. Soltanto l’intercetto del DL Newsome, placcato da Iannuzzi, mette fine all’avanzata che avrebbe sovvertito il risultato.
La settimana 11 è turno di riposo per i Lions. Travis Lulay è ormai consacrato di nuovo titolare e non c’è dubbio che il quarterback, che abbiamo visto giocare nel 2017, è lo stesso che nel 2011 si guadagnava il titolo di MOP e che nel 2013 strappava il miglior contratto della storia della CFL.
La stampa canadese, solitamente più moderata e meno scandalistica di quella americana, non si esime dallo sparare a zero contro il 25enne Jennings, mentre celebra le performance di del “rinato” Lulay.
Molti cronisti valutano la carriera di Jennings ormai al capolinea. Il pivot, che durante la off-season andava in cerca di un ingaggio della NFL, esibendo i numeri dello scorso campionato, quest’anno macina sconfitte una dopo l’altra e sembra capace di lanciare solo intercetti.
Una delle tante meteore dello sport professionistico: una breve sfiammata per un paio di anni, seguita da un declino in caduta libera.
Venerdì scorso assiste in panchina all’entrata in campo dell’attacco dei Lions, guidati da Travis Lulay, contro gli Alouettes di Montreal.
Ma dopo soltanto due minuti, l’eccellente veterano è costretto a fare i conti con i suoi limiti reali. Sotto pressione abbandona la tasca, corre portando la palla, subisce il placcaggio di un avversario, si rompe il ginocchio. Poche ore più tardi la diagnosi denuncerà la rottura del legamento crociato anteriore. Stagione e probabilmente carriera finita per il 33enne numero 14; troppi infortuni, troppo importanti e troppo frequenti, mostrano come ormai il campo da football sia un luogo offlimits per l’ex MOP.
Probabilmente questa notte ha sancito la fine della sua carriera di quarterback, ma non della sua militanza nel football; ma di questo parleremo più avanti.
Torna in campo Jonathon Jennings e per lui è la partita della vita; ha solo 58 minuti di tempo effettivo per dimostrare di non essere stato una semplice meteora; il suo futuro nel football si gioca qui e adesso.
Confesso di essere un’ammiratrice di Jonathon Jennings, perciò temevo che il numero 10 cedesse mentalmente alla pressione della partita decisiva e che anche per lui la data di venerdì scorso segnasse la fine di una breve e bruciante carriera.
Invece al banco di prova Jonathon rivela la stoffa del campione.
Nei successivi 4 minuti trascina l’attacco dei Lions fino alle 28 avversarie, sull’1-10 lancia direttamente in endzone e qui trova le mani di Emmanuel Arcenaux, pronte a segnare il primo touchdown. Riesce anche la conversione da due punti e il punteggio si porta 0-8 in favore dei padroni di casa.
Prima dell’intervallo seguirà un field goal, due safety, ancora un touchdown di Chris Rainey su lancio di Jennings, mentre sullo scadere del tempo gli Alouettes subiranno la beffa peggiore della partita.
I tricolore di Montreal riescono a portarsi finalmente sulle 23 di B.C. e, con un solo secondo restante, tentano il secondo field goal della serata; sul punteggio di 3-19, abbrevierebbe la distanza a soli 13 punti, restituendo un po’ di fiducia alla squadra ospite. Ma qui subiscono lo smacco peggiore. Il solito Rainey blocca il field goal, Gaitor raccoglie la palla e corre indisturbato fino in touchdown, concludendo la prima metà con un ormai irraggiungibile 3-26.
Nella seconda metà i Lions non si fanno mancare altri due touchdown, segnati su corsa dal RB Jeremiah Johnson. Infine due single point permettono ai padroni di casa di concludere la partita con 41 punti segnati.
Da parte loro gli Alouettes riescono a mettere a segno un single e due TD, utili per restituire un po’ di dignità alla squadra di Montreal.
Con 295 yard lanciate, 2 TD e, forse per la prima volta da quando è entrato nella CFL, nessun intercetto, Jennings dà una risposta convincente a chi lo giudicava un quarterback ormai finito. Certamente per lui la strada è ancora lunga, ma per il momento ha dimostrato che, dopo una breve parentesi negativa, può ancora ripetere e perfino migliorare le performance dei due anni precedenti.
Travis Lulay da parte sua ha scelto di rimanere sulla sideline fino alla fine della partita. Con il ginocchio avvolto nel ghiaccio, ha preferito non perdersi un solo istante della vittoria dei suoi Lions. Nel 2018 il suo contratto sarà in scadenza; prima che possa concludere la riabilitazione, passerà ancora un altro anno; a quel punto Travis Lulay avrà 35 anni e un curriculum troppo fitto di infortuni alle spalle. Probabilmente non lo vedremo più in campo; quei due brevi minuti di venerdì scorso sono stati gli ultimi. Ma non sarà la fine della sua militanza nel football. Qualcuno tra gli addetti ai lavori già mormora che lo aspetta una carriera da coach; intelligente, esemplare ed empatico, Travis Lulay è l’uomo giusto per questo ruolo.
Pessime notizie invece per il coaching staff di Montreal. Dopo la sconfitta di venerdì la squadra detiene un record negativo di 3 vittorie e 8 sconfitte e si colloca al penultimo posto della debole divisione est. E’ di mercoledì la decisione del GM Kavis Reed di licenziare sia l’HC Jacques Chapdelaine che il defensive coordinator Noel Thorpe (perché, dal momento che il reparto debole della squadra è sempre stato l’attacco?). Reed assume di persona il ruolo di HC.
HAMILTON TIGER-CATS vs OTTAWA REDBLACKS 26-22
Seconda e soprattutto convincente vittoria consecutiva dei Tiger-Cats, che dall’inizio del campionato avevano subito una serie ininterrotta di sconfitte.
Al termine della nona settimana, con 8 sconfitte e nessuna vittoria, l’head coach Kent Austin rassegna spontaneamente le dimissioni, rimanendo nella squadra con un ruolo non operativo.
Alla guida dei Tiger-Cats dal 2013, Austin li ha condotti a disputare due Grey Cup nel 2013 e 2014, mentre nel 2015 e 2016 i giallo neri hanno comunque ottenuto l’accesso ai playoffs.
Quindi risultati eccellenti per il 54enne del Massachusetts, che però a quanto pare non ama perdere e dopo otto sconfitte consecutive preferisce farsi da parte, senza che nessun gli abbia ordinato di farlo.
La direzione di Hamilton nomina allora l’americano June Jones, che vanta una carriera ventennale di successi, ma tutti nell’ambito della NCAA e NFL, cioè nel football americano, senza alcuna esperienza di football canadese.
Scelta rischiosa per i Tiger- Cats, ma per il momento vincente.
La prima mossa di Jones è quella di cambiare il quarterback; manda Zach Collaros in panchina e assegna il posto di titolare a Jeremiah Masoli, che già in passato aveva guidato con valore la squadra durante gli infortuni di Collaros.
Sotto la guida di Jones, e con Masoli alle spalle del centro, le prime due partite sono due vittorie, che lasciano ben sperare per un cambio di rotta dei giallo neri.
ALTRI RISULTATI
SASKATCHEWAN ROUGHRIDERS vs WINNIPEG BLUE BOMBERS 28-48
CALGARY STAMPEDERS vs EDMONTON ESKIMOS 25-22
L’OMBRA DI JOHNNY FOOTBALL SULLA CFL
Nel frattempo sembra che le trattative, in corso da giugno per reclutare Johnny Manziel, stiano per giungere a una conclusione.
Come ho detto nel primo articolo di quest’anno, i Tiger-Cats per primi si erano aggiudicati il diritto di assoldare l’ex star di Texas A&M.
Dopo mesi di inconcludente attesa, lo stesso Manziel ha deciso di esercitare i suoi diritti e ha imposto alla franchigia di formulargli l’offerta conclusiva, che in caso di mancato accordo consentirebbe al quarterback di cercarsi casa altrove.
Da parte sua Hamilton ha appena cambiato head coach e questo potrebbe cambiare tutti i progetti della squadra; le ultime vittorie dei Tiger-Cats dimostrano come, nella CFL, se si vuole trovare un QB più efficiente di quello in carica, spesso è sufficiente guardare tra le proprie riserve, senza andare a cercare tanto lontano (Winnipeg e B.C. insegnano); forse i recenti scandali, che tralascio, in seguito al tentato ingaggio dell’allenatore Art Briles, hanno insegnato ad Hamilton che è meglio evitare personaggi scomodi. Perciò la franchigia potrebbe rispondere all’aut-aut di Johnny Football offrendogli il minimo sindacale previsto dalla lega, cioè 53.000 $ dollari lordi, che equivarrebbe a dire “noi non ti vogliamo”.
A questo punto resterebbe comunque un interesse generalizzato della CFL per Johnny Football e di Johnny Football per la CFL.
Si sprecano le ipotesi e i suggerimenti sul prossimo approdo dell’ex star della NCAA.
Personalmente ho molti dubbi sulla capacità della lega canadese di recuperare un giocatore che si è bevuto e fumato una carriera sicura nella NFL; quindi, se proprio deve sbarcare nella CFL, meglio che vada dove farebbe meno danni.
Ipotizzo Montreal, squadra perdente, dove il QB Darian Durant ha carattere abbastanza forte da tenere a freno una riserva problematica; può andare bene Winnipeg, dove alle spalle di Matt Nichols c’è un certo vuoto, ma dove, soprattutto, lo scorbutico HC Mike O’Shea mi sembra abbastanza burbero da raffreddare anche Johnny Football.
Staremo a vedere.