Com’è stato il draft dei Los Angeles Rams

Senza una scelta al primo giro, con un coaching staff tutto nuovo e con uno degli attacchi peggiori della lega, il draft dei Los Angeles Rams si prospettava come uno dei più difficoltosi dell’ultimo periodo. I tanti buchi da coprire , equamente distribuiti tra attacco e difesa, hanno fatto sì che oltre alla scelta dei giocatori il GM Les Snead abbia dovuto abbinare una strategia di scambio per ottenere qualche scelta supplementare nei giri più bassi. In quest’ottica va vista la decisione di scambiare con i Buffalo Bills la prima scelta disponibile (la 37esima assoluta) ottenendo la numero 44 ed una scelta al terzo giro.

Nonostante la necessità di rimpinguare il bottino delle scelte, ha lasciato un po’ perplessi la mossa di Snead quando sul draft board erano ancora disponibili l’OL Forrest Lamp ed il WR Zay Jones. Il primo avrebbe fatto comodo alla linea offensiva che, a livello di guardie, non sta messa benissimo con il sempre infortunato Saffold ed uno tra i due tackle riconvertiti Havenstein e Robinson. Il secondo era quanto di meglio rimasto nel gruppo tra i ricevitori con potenziale da numero uno, una posizione che ai Rams manca, e continua a mancare anche dopo questo draft, dai tempi di Torry Holt.

La strategia di draft elaborata dal front office dei Rams si è rivelata essere fortemente orientata a migliorare il parco ricevitori a disposizione di Goff, ed infatti con la prima scelta è arrivato il TE Gerald Everett da South Alabama. Una scelta particolare, dal momento che solo lo scorso anno erano stati draftati due tight end con caratteristiche simili in Higbee ed Hemingway. Un terzo TE con attitudine da ricevitore più che da bloccatore sembra davvero essere un lusso per una squadra che deve pensare anche a proteggere il suo maggiore investimento che veste la maglia con il numero 16, ma a quanto pare McVay aveva una altissima opinione su questo ragazzo, e Les Snead lo ha accontentato.

Pubblicità

Sempre con un occhio a Goff, con la seconda scelta è arrivato un ricevitore: Cooper Kupp da Eastern Washington. Anche in questo caso la scelta, non negativa in sé e per sé poiché il giocatore sembra solido e promettente, ha lasciato un po’ stupiti il fatto che sia stato scelto un altro slot receiver con le medesime caratteristiche di Pharoh Cooper, draftato lo scorso anno, e potenzialmente competitore di Tavon Austin, che sicuramente non è un ricevitore esterno. Kupp ha sicuramente i numeri per ritagliarsi uno spazio importante nell’attacco di Los Angeles, ma la mancanza di un ricevitore in grado di allungare le difese continua ad essere un punto su cui il front office ed il coaching staff dovranno fare qualche riflessione in più nel periodo che ci separa dal training camp.

I ritocchi difensivi sono arrivati dopo le prime due scelte. Al numero 91 è stata la volta di John Johnson, safety da Boston College. La sospensione e la conseguente non riconferma di T.J. McDonald aveva aperto una voragine enorme nella secondaria dei Rams, già abbastanza leggera nel reparto cornerback. I piani di Wade Phillips prevedevano di spostare LaMarcus Joyner stabilmente nel ruolo di safety, ma l’acquisizione di Johnson lascia intendere che Phillips non fosse del tutto convinto di questa mossa. Johnson al numero 91 è una di quelle scelte che non capitano tutti i giorni. Come abbia fatto ad essere ancora disponibile a quel punto del draft è un mistero, viste le caratteristiche del giocatore, ma non ci facciamo troppe domande e, soprattutto, speriamo di non scoprirlo una volta visto Johnson in campo.

Con la quarta scelta, numero 117 assoluta, Snead va di nuovo in attacco per un ricevitore scegliendo Josh Reynolds da Texas A&M. Come per Kupp si tratta di un ricevitore che rende al meglio delle proprie possibilità all’interno delle hashmarks, per cui forse si poteva orientare la scelta verso altre priorità. Non si discute la qualità, ma ancora una volta l’opportunità.

Nella seconda parte del draft i Rams hanno dato priorità alla difesa. Con il cambio di schema da 4-3 a 3-4, è scontato che sia necessario rivoluzionare, o comunque rimpinguare, le prime due linee, cosa già avvenuta con lo spostamento di Aaron Donald a Defensive end e di Robert Quinn ad outside linebacker (che poi, nello schema di Phillips, sarebbe un defensive end in piedi, a voler fare i precisini a tutti i costi), per cui tre delle ultime quattro scelte sono andate in quella direzione.

Con la scelta numero 125 è stato selezionato Samson Ebukam, un linebacker da Eastern Washington State. Nonostante il College faccia parlare di sé più per il suo turf rosso che non per il livello di gioco dei propri atleti, Ebukam sembra essere il gemello difensivo di Kupp: un giocatore con grande potenziale, leggermente sottovalutato perché proveniente da un college minore. Molto produttivo nella pass rush, Ebukam avrà comunque bisogno di affinare la propria tecnica di placcaggio, che è il suo punto debole e per un linebacker non è un punto debole da poco.

La scelta numero 189 è caduta sul Defensive Tackle da Tulane Tanzell Smart. Leggermente sottodimensionato per gli standard NFL, Smart ha dalla sua una grande attitudine nel gioco di corsa, mentre è molto rivedibile sulla pass rush proprio per le dimensioni, che saranno sicuramente un handicap quando si troverà a dover affrontare le enormi linee dei Pro. Questa è una scelta in puro stile Les Snead, il quale ama scommettere su giocatori sottoperformanti. La percentuale di scommesse vinte da Snead nella sua permanenza con i Rams non è altissima, però.

Con la settima scelta a disposizione (206 assoluta), i Rams hanno finalmente pensato alla protezione di Goff, oltre che alle armi da mettergli a disposizione. La scelta del fullback Sam Rogers da Virginia Tech può sembrare bizzarra, in un’epoca in cui il ruolo del fullback è quasi scomparso, ma riprendendo il discorso sui tight end si intravede un senso in questa strategia. Sempre più spesso il ruolo del fullback viene svolto da un tight end, e lo stesso Corey Harkey è un tight end quasi esclusivamente votato al blocco e spesso utilizzato nel backfield. Avendo potenziato i tight end ricevitori c’era la necessità di rimpolpare anche i bloccatori, e Rogers è esattamente quello che ci vuole, come caratteristiche e ruolo.

Pubblicità

L’ottava ed ultima scelta ha visto i Rams tornare ad occuparsi della difesa con la selezione del Linebacker esterno Ejuan Price da Pittsburgh. Avendo giocato ben sei anni a Pittsburgh, l’esperienza sicuramente non gli manca, ma proprio perché ha giocato sei anni al college a causa di un apio di infortuni, si possono sollevare dubbi sulla sua integrità fisica, soprattutto in una lega in cui i contatti e la velocità sono enormemente maggiori rispetto alla NCAA. Price sembra l’ennesima scommessa di Snead, anche se i numeri accumulati al college parlano a suo favore.

In definitiva il draft dei Rams lascia molte più perplessità che non certezze (per quanto un draft possa lasciare delle certezze nell’immediato). La speranza di tutti è che, avendo nuovamente a roster un buon numero di “reach picks”, come vengono chiamate in gergo le scelte fatte sperando in uno sviluppo del giocatore oltre il previsto dagli scout, il nuovo coaching staff si dimostri più capace dei predecessori nello sviluppare il talento.

[ad id=”29259″]
Merchandising Merchandising

Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.