[NCAA] Bowl recap (parte 4 – National Championship)
“Revenge is a dish best served cold”
Alabama Crimson Tide vs Clemson Tigers 31-35
I Tigers con un ultimo quarto da manuale completano la rimonta e si aggiudicano il titolo nazionale, vendicando la sconfitta dell’anno scorso.
Abbiamo voluto sintetizzare con la classica frase “la vendetta è un piatto che va servito freddo” questa finale 2016 tra Alabama e Clemson, coronamento di una grande stagione da parte di entrambe le squadre.
In sede di preview l’avevamo detto più volte che la Clemson di quest’anno era molto diversa rispetto alla versione 2015 e che avrebbe avuto molte più possibilità di vincere in questo rematch; ebbene avevamo ragione ed i Tigers si sono dimostrativa squadra solida, completa e offensivamente cinica. La banda di Swinney, nonostante un gioco di corsa molto limitato, è riuscita a far male in uno dei reparti migliori dei ‘Tide, quella secondaria che era stata in grado quest’anno di segnare vagonate di TD.
Costringendo poi la difesa di Saban a restare in campo molto più a lungo dell’attacco, Clemson ha sfiancato proprio quel front seven che sembrava indistruttibile; alla fine però anche i vari Allen e Foster, arrivati all’ultimo quarto con pochissima benzina nel serbatoio, hanno dovuto capitolare di fronte alle giocate di Deshaun Watson, che ha disputato una partita eccezionale.
I Tigers riportano cosi il titolo in South Carolina dopo il 1981 e lo fanno meritatamente: stagione quasi perfetta (con l’unico neo della sconfitta contro Pitt) e con un Watson che nonostante alti e bassi, nelle ultime due partite ha dimostrato di essere un gran QB oltre che un leader in campo e fuori. Con tanti giocatori che passeranno in NFL, l’obiettivo di Swinney per la prossima stagione è quello di non sbilanciare troppo la squadra e di cercare di trovare i giusti sostituiti nei ruoli chiave; è l’allenatore giusto per farlo e l’università da questo punto di vista, farà di tutto per accontentarlo.
Alabama invece esce sconfitta ma a testa alta da questa partita; per la truppa di Saban è comunque l’ennesima dimostrazione che i ‘Tide ogni anno possono lottare per il titolo e possono farlo da favoriti. Tuttavia il punto interrogativo più grande, cioè quello riguardo il QB, si è rivelato purtroppo fatale; Hurts infatti non è riuscito ad incidere, completando solo 13 dei 31 passaggi tentati, e non riuscendo a dare ritmo all’attacco.
Le statistiche in uno sport come il football ma in NCAA ancora di più a volte non vogliono dire nulla; in questa partita però sono fondamentali per capire dove Alabama ha perso la partita. 11 punt totali (mai cosi tanto nell’era Saban), solo 2 terzi down convertiti su 15 ed un possesso totale di 25 minuti contro i 35 degli avversari; questi i numeri impietosi che hanno condannato i ‘Tide a tenere in campo per troppo tempo la difesa che com’era naturale è arrivata alla fine senza più energie.
Tuttavia non c’è molto da rimproverare ai ragazzi in maglia rossa che arrivavano a questa partita con un QB al primo anno. Era lecito quindi aspettarsi un calo da parte di questo ragazzo che ha sicuramente sentito la tensione ma che in generale ha dimostrato durante tutta la stagione di essere un giovane su cui puntare per i prossimi due anni almeno.
Alabama adesso può voltare pagina e lo fa consapevole della sua forza anche nel 2017; nonostante le tante partenze eccellenti che ci saranno quest’anno, Saban si è già attrezzato in sede di recruiting facendo incetta di 5 star e ripartendo da quei giocatori che daranno il loro contributo anche per la prossima stagione: Alabama partirà dal seed #1 anche quest’anno e sarà ancora una volta la squadra da battere.
La sfida è molto sentita e la tensione, com’è prevedibile, si fa sentire nei primi 5 minuti di partita; ad interrompere questa impasse però ci pensa Scarbrough che sblocca il punteggio con una grande corsa da 25 yard. I Tigers sembrano incapaci di rispondere agli avversari ed anche se riescono a produrre molte yard non riescono ad andare per il bersaglio grosso. Il #9 in maglia rossa invece è un treno in corsa ed all’inizio del secondo quarto mette il suo secondo sigillo con un’azione da 37 yard; sarà l’ultima segnatura per Scarbrough che uscirà per infortunio e la sua assenza sarà pesantissima per il proseguo della partita.
Clemson a questo punto prova ad affacciarsi nella endzone avversaria ed al primo tentativo va a segno con una corsa di Watson in regime di goal line a ridosso della fine del primo tempo.
Al rientro dagli spogliatoi Alabama allunga ancora con un fg di Griffith ma come detto perde Scarbrough per infortunio; per la squadra di Saban è una condanna poiche il gioco di corsa si rallenta e Hurts non riesce a dare ritmo nel passing game. I Tigers oltretutto non stanno a guardare e ne approfittano per avvicinare ancora il punteggio grazie al TD di Renfrow.
E’ lapalissiano che Alabama fa fatica a muovere la catena in questo terzo quarto però è una squadra dalle mille risorse; dal cilindro infatti sbuca l’eroe dell’anno scorso O.J. Howard che dopo una partita anonima si iscrive a referto con un big play da 68 yard concluso in endzone.
Per Clemson potrebbe essere la mazzata decisiva ed invece Watson dimostra ancora una volta perché è stato finalista dell’Heisman Trophy per due anni consecutivi: con un drive perfetto infatti il #4 porta in meta Williams dopo un passaggio di 4 yard. Quando la partita sembra destinata a spegnersi però ecco che si infiamma improvvisamente a 4 dalla fine: Clemson infatti passa in vantaggio per la prima volta con Gallman ma Hurts risponde nel drive successivo con un drive velocissimo.
A due dalla fine e con un distacco di 3 punti da recuperare, Watson guida i suoi nel drive della vita: solamente con il passing game infatti i Tigers arrivano nelle 2 yard avverasarie con il cronometro che segna 1 secondo e Renfrow, lasciato colpevolmente libero dalla difesa di Alabama, riesce a segnare dopo l’assistenza di Watson.
E’ il delirio per i ragazzi in maglia arancione e per i loro tifosi che possono cosi dare il via ai festeggiamenti per un titolo assolutamente meritato.
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