Todd Bowles è il nuovo head coach dei Tampa Bay Buccaneers

Per chi, come me, pensava che la lunga cavalcata dei nuovi head coach si fosse conclusa con l’arrivo di Kevin O’Connell in quel di Minneapolis non ci potevamo sbagliare di più. Certo, nessuno si sarebbe aspettato un cambio in quel di fine marzo, eppure… Bruce Arians ha deciso di lasciare anzitempo la sideline dei suoi Tampa Bay Buccaneers, guidati alla vittoria di un Super Bowl appena due anni prima, rientrando dalla porta principale all’interno del management e lasciando il suo ruolo al collaboratore più fidato all’interno dell’organizzazione: Todd Bowles.

Che la scelta sarebbe ricaduta sull’ormai ex defensive coordinator non c’era praticamente dubbio alcuno in quanto era stato evidente fin dalla girandola di gennaio febbraio dove Bowles, nonostante fosse uno dei favoritissimi ad una sideline, non ha nemmeno partecipato. Todd Bowles era il successore designato di Bruce Arians sulla panchina dei Buccaneers e l’età di questo presupponeva che ciò non sarebbe stato nemmeno troppo lontano nel tempo.

Bowles ha avuto una carriera vincente praticamente in ogni ruolo che ha avuto in essa. Il nativo di Elizabeth in New Jersey ha vinto un Super Bowl con i Redskins con cui ha trascorso l’intera carriera da giocatore a parte una piccolissima parentesi ai 49ers ed un Super Bowl come Executive dei Packers a metà anni novanta. Infine ovviamente l’anello conquistato in casa a Tampa appena due anni fa come defensive coordinator di Arians.

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Nel mezzo di queste ultime due vittorie si è poi invece sviluppata la carriera da allenatore di Bowles. Dopo un brevissimo passaggio al college al Morehouse e Grambling State, ecco la chiamata NFL con i Jets che lo mettono ad allenare la secondaria. Passa qualche anno tra i Browns ed i Cowboys prima di arrivare ai Dolphins come assistente allenatore di Tony Sparano di cui prenderà pure il ruolo di capo allenatore ad interim al licenziamento di questo. Brevissimo passaggio in quel di Philadelphia di non altissimo livello prima di essere chiamato da Bruce Arians ad aiutarlo agli Arizona Cardinals nel suo primo vero impiego come defensive coordinator in NFL. Non ci mette molto a farsi notare tanto che appena due anni dopo, complici gli ottimi risultati della franchigia di Phoenix, viene chiamato nuovamente dai Jets questa volta come capo allenatore.

La parentesi in quel di New York non è stata particolarmente fortunata. La prima stagione era stata di assoluto livello con un 10-6 per iniziare bene la propria carriera all’interno del franchise con un Ryan Fitzpatrick di alto livello, da lì in poi tuttavia qualcosa si rompe. Probabilmente mal consigliato dal suo staff e dal GM Mike Maccagnag, non essendo l’attacco il suo ruolo di competenza, si decide di abbandonare la pista Fitzpatrick per puntare su Christian Hackenberg e da qui inizia un rapido declino fatto di inesorabili record di sconfitte. Nella sua ultima stagione si arriva anche a draftare un altro quarterback come Sam Darnold ma non cambierà le sorti della franchigia, anzi il tutto coinciderà con la peggior stagione sotto la guida di Bowles. A livello difensivo il team non ha fatto nemmeno così male durante quegli anni, ma sappiamo quanto il risultato finale conti più che le prestazioni.

Naturale dunque il licenziamento nel 2018 quanto naturale è stata la reunion a Tampa Bay con il proprio mentore Bruce Arians appena tornato dal ritiro per tentare la scalata verso la vittoria del Super Bowl che gli mancava in carriera. Fin dall’inizio del suo stint in Florida è stata la difesa a tenere su il team, anche nel primo periodo dove in attacco un Jameis Winston d’annata sparava un numero pari, e abnorme, di touchdown e intercetti. L’arrivo di Tom Brady è stato quel fattore che mancava ad una organizzazione come quella messa in piedi a Tampa tant’è che la vittoria del Lombardi Trophy è stata una naturale conseguenza.

Personalmente il mancato ritiro di Bruce Arians dopo la vittoria del Super Bowl mi ha fatto storcere il naso, cosi come il mancato ritiro di quest’anno appena terminata l’ultima stagione. Nella mia testa pensavo che il ritiro sarebbe combaciato con quello di Tom Brady, ma quando poi quest’ultimo lo ha annunciato Arians è rimasto ben saldo sulla sua sideline. E che sarebbe rimasto in quel ruolo pareva evidente perché l’ex head coach dei Cardinals ha partecipato attivamente a praticamente tutti gli eventi NFL Scout degli ultimi tempi. Quando poi invece Brady, a distanza di poco più di un mese, ha annunciato che sarebbe tornato a giocare per Tampa Bay ecco che arriva il ritiro di Arians. Ci siamo domandati tutti da cosa potesse essere nata questa decisione ed i più maligni, compreso il sottoscritto, hanno pensato a problemi di salute. Altri invece, meno sadici, hanno pensato a problemi nel rapporto con Brady i cui rumors sono circolati negli ultimi tempi.

In realtà dopo essermi informato mi piace credere alle parole che Arians ha rilasciato al sito dei Buccaneers:

“Ho vinto tutto quello che volevo. La vittoria del Super Bowl, in casa con mia madre e la mia famiglia presenti, è la ciliegina sulla torta che cercavo per concludere la mia carriera. Non cerco vittorie per arricchirla, non ne sento il bisogno. Con il ritiro di Tom Brady sentivo il bisogno di andare avanti per lasciare Tampa Bay ai miei collaboratori nel migliore dei modi. Quando Tom ha deciso di tornare, e con lui altri, ho capito che era il momento di ritirarmi cosi da lasciare a Todd una squadra di livello e non un team pessimo. Lo devo a lui ed al mio staff. Sono responsabile di uno staff di circa trentuno persone e delle loro famiglie. Lasciare un team mediocre nelle loro mani significava farli rischiare di rimanere senza lavoro nel giro di poco, ora invece avranno modo di partire con il piede giusto.”

Un gesto da vero leader viste anche le difficoltà avute dallo stesso Todd Bowles in quel dei Jets proprio alla voce quarterback. Personalmente avevo il dubbio di quanto potesse fare bene Bowles con le macerie che si sarebbe ritrovato in mano con il ritiro di Arians e Brady, ora di dubbi ne ho meno.

Meno attraente invece è la scelta di Todd Bowles si affiancarsi non uno ma ben due defensive coordinator in coabitazione: il defensive line coach Kacy Rodgers e l’inside linebacker coach Larry Foote. Il ruolo solitamente è uno perché quell’unica persona di prende l’intera responsabilità del reparto, quando lo metti in mano a due ci sarà sempre colpa reciproca in caso di mancati risultati. Diciamo tuttavia che, essendo Bowles un head coach difensive, il problema si porrà meno dato che il capo allenatore manterrà le redini del reparto e che quindi i co-coordinatori saranno più di facciata che altro.

In bocca al lupo al decimo nuovo capo allenatore della stagione 2022 Todd Bowles!!

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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