NFL Preview 2016: Oakland Raiders

Gli Oakland Raiders sono reduci da una delle post season più turbolente che possa ricordare.
Dapprima la squadra ha dovuto far fronte alla delusione cocente di una piazza rimasta con la memoria ai fasti degli anni ’80, ma costretta a vivere un presente impietoso.

Il 7-9 finale, con conseguente estromissione dai play-off, analizzato nel contesto di una squadra che affrontava una division proibitiva senza troppe aspettative, di per sé, non ha rappresentato nulla di clamoroso; il dato diventa però ben più preoccupante e disarmante se si considera che questa “usanza” ormai si protrae ininterrottamente dal 2002.

Ad acuire il malumore del popolo nero-argento ci si è messa anche la sorte che ha coronato inaspettatamente campioni gli storici rivali di Denver.

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Come se ciò non bastasse, è scoppiato un terremoto mediatico che, a seguito del clamoroso spostamento dei Rams a Los Angeles, ha rovinato l’estate alla gente di Oakland.

Come nella più classica diatriba tra bene e male, quando la città degli angeli invoca a se una squadra, la città del peccato non può certo esimersi dal farlo e, nella circostanza, le luci tentatrici di Las Vegas sembravano aver ammaliato proprio la squadra californiana.

Smentita, almeno per quest’anno, questa ipotesi, la proprietà ha placato le lamentele della tifoseria imponendosi come assoluta protagonista della free agency e consegnando a coach Jack Del Rio un team completo e, si spera, finalmente competitivo.

OFFENSE

L’attacco è stato senza dubbio la nota lieta della passata stagione mostrando un gioco aereo a tratti inarginabile.
Il merito principale di questa evoluzione nel passing game va attribuito alla giovane accoppiata Derek Carr-Amari Cooper che l’anno scorso ha trovato un’intesa sensazionale mettendo in seria apprensione le migliori difese della lega.

Il QB ha lanciato 32 TD a fronte di 13 intercetti ed è arrivato a sole 13 yard dallo sfondare il muro delle 4000, 1070 delle quali lanciate proprio per il WR rookie che, malgrado il fastidioso infortunio al piede, ha ricevuto l’ovale ben 72 volte per 6 segnature.

Derek Carr Oakland Raiders

Dall’altro lato del fronte offensivo agirà un ottimo coadiuvante come Michael Crabtree, reduce dalla sua miglior stagione nella quale ha totalizzato 85 catch per 9 TD che obbligherà le secondarie avversarie a non concentrarsi esclusivamente su Cooper.

L’anello debole si è sicuramente rivelato il gioco di corsa ma, malgrado il reparto dei running back non sembri all’altezza, chi si aspettava qui un colpo pesante è rimasto deluso in quanto l’unico rinforzo è arrivato dal 5th round della draft con DeAndre Washington, prospetto interessante di Texas Tech ma certamente non un nome di primo livello.

Ben che non nel ruolo di RB, l’aggiunta eclatante è comunque arrivata e risponde al nome di Kelechi Osemele.
L’ex Ravens è una delle migliori guardie in circolazione e, con Gabe Jackson, Rodney Houston e Donald Penn, va a completare una linea spaventosa che senza dubbio farà impennare le prestazioni del RB titolare Latavius Murray restituendo ai Raiders un ground game credibile.

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Nel complesso l’attacco risulta solido e mostra margini di crescita difficili da prevedere; certo è che con un anno d’esperienza in più per la Carr&Cooper e con una linea mostruosa che renderà il gioco più vario, dando anche più tempo al QB di scegliere il target migliore, i defensive coordinator avversari avranno di che preoccuparsi.

DEFENSE

Per la difesa il discorso è diametralmente opposto; se da un lato l’attacco ha mostrato una crescita quasi inaspettata, il reparto diretto da Ken Norton Jr, con i suoi 24,9 punti concessi a partita, ha più volte condannato la squadra.

Se il fatto che la difesa sia un fattore determinante, spesso più dell’attacco, è un dogma valido per tutta la lega, dalle parti di Oakland, la cui epoca da dominatori è stata segnata da uno dei pacchetti arretrati più “sporchi” ed “aggressivi” di tutti i tempi, questo concetto viene esasperato al punto di poter quasi stravolgere la celebre frase in “la difesa vende i biglietti, la difesa vince le partite”.

Non stupisce quindi che il GM Reggie McKenzie abbia rivolto la maggior parte delle attenzioni alla ricostruzione di questo reparto con l’obiettivo di restituire ai fan nero-argento quanto di più simile possibile alla famigerata “soul patrol”.

soul patrol i raiders

Il primo problema da risolvere è stato rimpiazzare il delicato ruolo di safety dopo l’addio al football giocato di una colonna come Charles Woodson.
I Raiders hanno colto l’occasione per ridisegnare la secondaria quasi completamente; due aggiunte importanti come Reggie Nelson e Sean Smith sono arrivate direttamente dalla free agency mentre, come terzo innesto, è stato impiegato il primo round pick per la safety Karl Joseph.

Nelson, probabilmente la miglior safety sul mercato malgrado i 33 anni, ha chiuso la passata stagione totalizzando il maggior numero di intercetti (8 ex equo) ma vista l’età i Raiders hanno optato per spendere la prima scelta in uno dei prospetti più intriganti nel ruolo di defensive back. Joseph a giudizio di molti è stato draftato con un po’ di anticipo rispetto alle attese, più che altro per via dell’infortunio dello scorso anno, ma le sue doti atletiche ne fanno un potenziale crack.

Il trasferimento di Smith alla corte di Jack Del Rio è passato un po’ in sordina ma a mio avviso è stata una delle mosse più intelligenti dell’intera post season. Con un quadriennale da 40 milioni i Raiders si sono assicurati un cornerback nel pieno della maturità reduce da una stagione straordinaria con i rivali Chiefs.
Affiancato al confermatissimo David Amerson comporranno un duo dal quale è lecito aspettarsi grandi risultati.

Sistemate le retrovie il focus è passato al vero anello debole delle passate stagioni; i linebackers.
Dopo il mancato rinnovo del deludente Curtis Lofton la zona centrale del campo è stata (ri)affidata a Ben Heeney mentre andranno a completare il linebacking corp gli ex Seahawks Malcom Smith e Bruce Irvin.
Quest’ultimo, dopo essere stato accostato alle più disparate squadre, si è accasato in California e rappresenta l’ennesimo grande colpo della post season targata Raiders.

Il resto del front seven, visto l’incredibile potenziale, è stato lasciato inalterato e verterà sulle prestazioni della vera star di questa squadra: tal Khalil Mack.
Mack è fuori dubbio uno dei migliori giocatori NFL e le sue prestazioni dominanti (15 sack la scorsa annata) non possono che crescere con il supporto di una difesa così migliorata.

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COACHING STAFF

Del Rio, alla sua seconda stagione sulla panchina nero-argento, avrà finalmente tra le mani un roster competitivo anche ad alti livelli.

Confermati Bill Musgrave e Ken Norton Jr, rispettivamente nei ruoli di offensive e defensive coordinator.
Il primo potrà continuare sulla falsa riga dell’anno passato mentre il secondo dovrà integrare tutti i nuovi innesti nei suoi schemi creando quel fronte compatto e cattivo che la città aspetta da tempo e, da questo punto di vista, le news che giungono dal training camp sono certamente incoraggianti.

Ken Norton Raiders

In conclusione, questa sembra essere la stagione giusta per rendere nuovamente terrificante il “Black Hole” e, tenuto conto anche dell’indebolimento (almeno sulla carta) dei rivali Broncos, i play off devono essere l’obiettivo minimo per una squadra che a mio giudizio può ambire a qualcosa di molto più prestigioso.

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I nostri voti

Offense - 8
Defense - 7.5
Coaching Staff - 7

7.5

Questa sembra essere la stagione giusta per rendere nuovamente terrificante il “Black Hole” e, tenuto conto anche dell’indebolimento (almeno sulla carta) dei rivali Broncos, i play off devono essere l’obiettivo minimo per una squadra che può ambire a qualcosa di molto più prestigioso.

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Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

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