NFL Preview 2016: Chicago Bears

Non sono soltanto trascorse ormai cinque stagioni dall’ultima apparizione ai playoff, ma le ultime due annate si sono chiuse con appena 11 vittorie complessive ed hanno mostrato un calo evidente in una squadra che potrebbe raggiungere risultati assai migliori.

I Bears arrivano, dunque, senza un particolare hype a questa regular season, anche se la recente offseason ha senz’altro aggiunto pezzi pregiati al roster, oltre che tanti ottimi talenti in arrivo dal Draft. Chicago potrebbe prepararsi ad uscire dal tunnel, sempre che non rimanga schiacciata dalla pressione di una città da troppo tempo senza emozioni.

Il primo obiettivo della nuova annata sarà migliorare il bottino di vittorie. Per farlo i Bears dovranno continuare a salire di colpi in difesa e sperare che il loro quarterback trovi sintonia con un reparto offensivo meno prestante qualitativamente rispetto al recente passato.

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Il trono della NFC North è stato conquistato soltanto una volta negli ultimi 10 anni e, Lions a parte, Packers e Vikings sembrano ancora di un altro livello. Che possa essere il reparto tanto glorioso nella Città del Vento a risollevarne le sorti?

OFFENSE

Chicago ha tra le mani uno dei giocatori più discussi e criticati, spesso a ragion dovuta, della Lega. Jay Cutler statisticamente ha convinto l’anno passato, avendo messo insieme 3.659 yard con il 64%, oltre a 21 touchdown pass ed 11 intercetti. Resta altissimo il numero di intercetti in carriera (141) rispetto a quello dei TD pass (204), ma soprattutto non convince a pieno la tenuta mentale del quarterback, spesso in difficoltà nei momenti decisivi del match.

Jay Cutler Bears

E se il backup è Brian Hoyer, c’è poco da star tranquilli per i tifosi della Windy City. Tre dolorose partenze segneranno le vicende dell’attacco dei Bears.

Matt Slauson, finito ai Chargers, è stato il miglior uomo di linea l’anno passato e sarà difficile da sostituire, soprattutto dopo il ritiro di Manny Ramirez appena arrivato in città. Martellus Bennett, volato ai Patriots, è un talento unico nel panorama dei tight-end ed il pur encombiabile Zach Miller sarà in difficoltà nel prenderne il posto. Matt Forte, soprattutto, è un tuttofare straordinario nel backfield, capace di scrive oltre 1.000 yard su corsa in 5 stagioni su 8 in carriera (mai sotto le 895) e di andare sempre oltre le 470 yard su ricezione, tranne nel 2012 e nella scorsa annata.

Sarà dunque fondamentale il rientro dall’infortunio di Kevin White, scelto alla numero 7 del Draft 2015, potenzialmente esplosivo in accoppiata con Alshon Jeffery, confermato con un contratto annuale da 15 milioni di dollari in grado di mettere d’accordo le due parti in causa.

Il running-game, privo di Forte, dovrà affidarsi alla beata gioventù di Ka’Deem Carey e, soprattutto, Jeremy Langford, sorpresa da 537 yard e 6 touchdown nella scorsa regular season. In generale il reparto è manchevole, a livello di uomini, ma anche e soprattutto in termini di leadership.

DEFENSE

Tutt’altro discorso vale, invece, per la difesa. Dopo un paio di tragiche annate, con John Fox head coach e Vic Fangio defensive coordinator, il miglioramento è stato evidente nel 2015. Le aggiunte di Akiem Hicks, defensive end in arrivo dai Saints, e dei linebacker Danny Trevathan dai Broncos e Jerrell Freeman dai Colts sono di qualità assoluta, così come la prima scelta allo scorso Draft, Leonard Floyd.

In particolare, Trevathan è uno dei linebacker più abili della Lega se sano fisicamente, tanto contro le corse quanto in coverage, Freeman è straordinario contro i runningback avversari ed ha ridotto i missed tackle a soli cinque l’anno passato, mentre Floyd è un prospetto versatile, di grande qualità, in molte posizioni all’interno del reparto difensivo. Il front seven, con la presenza di Pernall McPhee, Lamarr Houston e Willie Young, è senz’altro il punto forte della squadra in vista della prossima regular season.

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chicago bears defense 2015

Il Draft, escludendo la forte guardia Cody Whitehair alla numero 56, ha visto soltanto scelte dedicate alla difesa nelle prime sei chiamate. Detto di Floyd, il defensive end Jordan Bullard è stato il migliore contro le corse nel 2015 a livello di college ed ha un atletismo spaventoso, il linebacker Nick Kwiatkoski porta con sé ottimi numeri, mentre Deon Bush e Deiondré Hall aggiungono profondità ad una secondaria altrimenti lacunosa.

Kyle Fuller e Tracy Porter hanno combinato per 21 pass deflected e 3 intercetti l’anno passato, ma, in particolare, il primo ha ancora ampi margini di miglioramento. Il ritiro di Antrel Rolle lascia le safety senza un titolare di rilievo, con Adrian Amos e Harold Jones-Quartey probabili titolari senza infamia e senza lode.

COACHING STAFF

John Fox è arrivato sulla panchina dei Bears giusto in tempo per vedere i suoi Broncos vincere il titolo con Gary Kubiak. Il progetto avviato a Chicago ha mostrato i primi segnali di miglioramento, ma è ancora lontano dal poter assicurare vittoria con regolarità ad un head coach da 125-99 in carriera, con due Super Bowl persi (Panthers, XXXVIII, e Broncos, XLVIII) da gestire a livello mentale.

John Fox Bears

Dowell Loggains è all’esordio da offensive coordinator dopo essere stato l’allenatore dei quarterback l’anno passato. Cutler ha alzato il proprio rendimento, ma per Loggains la strada è ancora molto lunga prima di rendere il reparto all’altezza della situazione. Fangio, arrivato insieme a Fox, sta cercando di costruire un meccanismo difensivo di altissimo livello e ne ha prese saldamente le redini, come dimostrato dai tanti arrivi in offseason.

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I nostri voti

Offense - 5.5
Defense - 7
Coaching Staff - 6.5

6.3

Dal rientro e dal talento di White dipenderanno molte fortune del reparto offensivo dei Bears, solidi difensivamente, in particolare in un front seven di grande impatto. Il coaching staff potrebbe essere l'arma in più, a guidare un roster all'impazzata.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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