[NFL] Week 8: I Bengals graffiano nel finale (Cincinnati Bengals vs Pittsburgh Steelers 16-10)

I Cincinnati Bengals espugnano anche l’Heinz Field di Pittsburgh, raggiungono un record di sette vinte e nessuna persa per la prima volta nella loro storia e, anche se siamo solo a metà stagione, mettono già una serissima ipoteca sul primo posto finale nella AFC North.
Con la sconfitta invece gli Steelers hanno tre gare di ritardo dalle Tigri di coach Marvin Lewis, ma la vera, pessima notizia per i tifosi del team nero e oro è il grave infortunio patito dal formidabile runner Le’Veon Bell che in avvio di secondo quarto, su un placcaggio del rientrante linebacker Burfict, si è rotto il legamento del ginocchio destro e dovrà essere operato.

In ogni caso ai Bengals va dato atto di essere riusciti a portare a casa la vittoria al termine di un match in cui l’attacco, il terzo della NFL per yard conquistate a gara con oltre 410, ha fatto di tutto per perdere: Dalton ha subito due intercetti, uno dei quali in end zone, Nugent si è visto bloccare un field goal, due drive promettenti sono deragliati a causa di snap completamente errati del centro Bodine e la percentuale di trasformazione del terzo down è stata praticamente nulla, visto che prima dell’ultimo drive era di 2 su 13.
Così ci ha pensato la difesa a tenere in partita gli ospiti e alla fine, nel giro di poco più di un minuto, sono arrivati i dieci punti che hanno ribaltato l’esito del match.

Dalton è stato troppo altalenante durante la gara, anche se le statistiche non sono certo terribili; 23 su 38 per 231 yard e una meta, anche se pesano quei due intercetti che non sono stai fatali solo perché dall’altra parte Roethlisberger ha fatto peggio. Anche la protezioni di Dalton ha lasciato molto a desiderare: dopo sei gare i Bengals avevano concesso solo 6 sack, mentre domenica all’Heinz Field, di sack ne sono arrivati ben tre.
Il bersaglio preferito dal “Red Rifle” come viene soprannominato Dalton , è stato A.J. Green che ha portato a casa 11 ricezioni per 118 yard e una meta. Dietro di lui il tight end Eifert fermatosi a 4 palle catturate per 39 yard. Una particolarità della sfida di Pittsburgh è stata che Eifert, protagonista del brillante successo contro Seattle di venti giorni fa con due touchdown, non è mai stato cercato nelle vicinanze dell’area di meta.

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Ben Roethlisberger Steelers

Se il passing game dei Cincinnati Bengals non ha brillato, il rushing game è stato pure peggio: Giovani Bernard, che arrivava alla sfida con Pittsburgh con la seconda media a portata dell’intera NFL con 5,5 yard, ha corso una sola volta per 12 yard, mentre Hill ha portato palla 15 volte per 60 yard. In difesa ottima prova di quasi tutto il secondario, con Adam Jones che ha concesso solo 22 yard sui tre passaggi andati nella sua direzione, mentre lo slot corner Leon Hall è stato battuto ad inizio gara da Antono Brown per la meta del 7-0 ma poi ha al suo attivo due passaggi deviati.
In più la safety Reggie Nelson è stato l’autore di due intercetti, mentre il terzo “pick” su Roethlisberger è arrivato grazie alla strong safety Shawn Williams che ha giocato appena 9 snap, ma grazie ad un grande gesto tecnico ha al suo attivo l’azione che ha ribaltato l’esito della gara. A livello di front seven, prestazione da sottolineare dei due end Dunlap e Gilberry spesso decisivi nel mettere pressione su Roethlisberger.

Pittsburgh è invece passata dall’euforia di avere finalmente per la prima volta in stagione tutto insieme il quartetto delle meraviglie: Roethlisberger, Bell, Brown e Bryant, alla disperazione per un infortunio che potrebbe condizionare il resto della stagione. Intendiamoci, DeAngelo Williams è un runner capace, esperto, ed ha già dimostrato nelle prime due giornate di campionato di poter reggere il ruolo di leading rusher, ma certo rimpiazzare un atleta formidabile come Le’Veon Bell, giocatore oltre a tutto temibilissimo come receiver fuori dal backfield, è impresa pressochè impossibile.

In ogni caso gli Steelers possono recriminare su una sconfitta che, Bell o non Bell, poteva assolutamente essere evitata. Spesso è impietoso ed ingiusto gettare la croce su un solo atleta, e la marea di penalità subite pesa come un macigno, ma certamente il Roethlisberger visto domenica ha mostrato segni evidenti che il mese di assenza dai campi si è fatto sentire. In realtà il regista di lontane origini svizzere, si è mosso bene all’interno della tasca ma i tre intercetti lanciati sono stati troppo per un team che dovrà trovare in fretta il modo di supplire all’assenza di Bell.

Adam Jones Bengals

A livello statistico la prestazione di Roethlisberger non è stata certo da buttare, 28 passaggi completati su 45 tentati per 262 yard e una meta, ma i turnover, l’ultimo dei quali sanguinosissimo, hanno influenzato negativamente la prestazione del forte quarterback che a fine gara se ne è presa in pieno la responsabilità: “Sono naturalmente scontento di come ho giocato” ha dichiarato Big Ben “ho deluso i miei compagni e i tifosi. Mi prendo la responsabilità dell’accaduto e vorrei che sia chiaro a tutti che devo giocare meglio”.

Nonostante la presenza di Antonio Brown e Bryant, il ricevitore più prolifico dei padroni di casa è stato il tight end Heath Miller che ha giocato un super match con dieci palle catturate per 105 yard. Tra l’altro, con la prima di queste ricezioni, Miller è entrato nel ristretto club dei sei tight end che nella storia della NFL hanno superato quota 550 ricezioni. Brown e Bryant hanno offerto un apporto discreto ma nulla più (6 ricezioni per 47 yard e una meta per il primo, 4 per 49 il secondo), mentre a quota 4 catch è arrivato anche DeAngelo Williams. Lo stesso runner ex Panthers si è comunque disimpegnato alla grande anche nel rushing game, con 9 portate per 72 yard, anche se la statistica è condizionata da una corsa di 55 yard.

In difesa il linebacker Shazier ha confermato di essere una autentica forza contro le corse, e decisamente bene hanno giocato anche l’altro linebacker Jarvis Jones ed i cornerback Blake e Cockrell, con il primo che è stato autore di uno spettacolare intercetto in end zone, oltre a 8 placcaggi e un passaggio difeso, mentre il secondo si è distinto soprattutto in copertura.

E dire che la partita per gli Steelers, che per l’occasione sfoggiavano la terribile casacca del 1934 a strisce orizzontali nere e oro (una “tenuta” che al presidente Art Rooney ricordava la divisa di una prigione come confessò una volta) era iniziata nel migliore dei modi: nel primo drive infatti i lanci di Roethlisberger e le corse di Bell non lasciavano scampo ai Bengals, con gli Steelers che marciavano per 80 yard in 12 giochi e la prima (ed unica) meta della giornata grazie alla ricezione da una yard di Antonio Brown.

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Antonio Brown Steelers

Cincinnati rispondeva subito, almeno in parte, con una serie dominata dai passaggi di Dalton: Hue Jackson, l’offensive coordinator degli ospiti, optava per un drive quasi tutto di passaggi, e Dalton completava cinque lanci sui sette tentati per 42 yard, con l’attacco che però veniva bloccato sulle 26 di Pittsburgh, distanza dalla quale Nugent metteva fra i pali la palla del 3-7.
Due incompleti di Roethlisberger costringevano poi i padroni di casa al punt che veniva ritornato benissimo dal solito Adam Jones che lasciava palla al suo attacco sulle 38 avversarie. Da qui Cincinnati chiudeva un down grazie ad una gran corsa di Hill da 15 yard, ma poi le Tigri si bloccavano nuovamente, e toccava a Nugent accorciare ulteriormente le distanze con un calcio dalle 27.

Le due squadre si scambiavano poi due punt al termine di drive bloccati dai sack subiti dai due quarterback, poi a metà del secondo quarto Bell andava k.o.: il runner riceveva un passaggio corto da Roethlisberger e si allargava a sinistra verso la sideline, Burfict lo placcava ma la gamba destra di Bell rimaneva sotto il corpo del difensore ospite. La terribile torsione causava la rottura del legamento collaterale mediale e la fine della stagione per il runner da Michigan State.
Dopo l’infortunio, Pittsburgh si produceva in un rapido tre e fuori mentre Cincinnati sembrava trovare finalmente ritmo in attacco ancora grazie ai passaggi di Dalton; nessun completo superava le 9 yard ma Cincinnati muoveva la palla fin sulle 29 di Pittsburgh. Qui però su un terzo e uno il centro Bodine sbagliava completamente lo snap e Cincinnati usciva pure dal raggio da field goal. Nel resto del primo tempo non succedeva quasi più nulla con gli Steelers che riuscivano a entrare nella metà campo ospite ma qui arrivavano tre incompleti di Roethlisberger, due per le ottime coperture di Adam Jones e Fitzpatrick ed una per la pressione di Atkins, ed il primo tempo si chiudeva sul 7-6.

Nel drive di apertura della seconda frazione i Cincinnati Bengals riuscivano a chiudere un solo primo down grazie ad una ricezione di Green poi erano costretti al punt, ma la serie seguente degli Steelers si interrompeva quasi subito per l’intercetto di Nelson. La fase centrale del terzo quarto era la migliore per la difesa di casa che dominava l’attacco dei Bengals e restituiva subito palla a Roethlisberger. Stavolta finalmente l’attacco di Pittsburgh dava segni di vita soprattutto grazie al veteranissimo Heath Miller che riceveva tre palloni quasi consecutivi per 43 yard, il secondo dei quali catturato grazie ad una elevazione fuori dal comunque per un uomo di 33 anni pesante oltre 115 chili. Alla fine Pittsburgh doveva per altro accontentarsi del field goal messo a segno da Boswell, il quarto kicker schierato quest’anno da Pittsburgh che fra infortuni e tagli dalla pre season ne ha già persi tre.

Cincinnati Bengals v Pittsburgh Steelers

Sotto di quattro, Cincinnati trovava finalmente una fiammata con un gran passaggio di Dalton ancora a Green, ma su un terzo e uno Hill veniva respinto dalla difesa di Pittsburgh. Il facile calcio di Nugent da 37 yard andava a segno ma il tackle Winston veniva penalizzato per falsa partenza. Nugent riprovava la pedata, ma stavolta la manona di Cameron Heyward deviava il pallone e si restava sul 6-10.
Un sack di Gilberry su Roethlisberger in avvio di ultimo quarto restituiva nuovamente la palla a Green e compagni, ma il reparto di coach Jackson trovava il modo di farsi nuovamente male da solo, con Dalton che veniva clamorosamente intercettato all’interno della end zone da Blake il quale, con tempismo perfetto, saltava davanti a Marvin Jones e riportava l’ovale fin sulle 40 di Pittsburgh.

Il problema dei ragazzi di Tomlin era però che l’attacco aveva finito la benzina così con sette minuti e mezzo da giocare, Cincinnati aveva nuovamente il possesso sempre con quattro punti da recuperare. Quando però Dalton si faceva intercettare da Mitchell sembrava che la gara per Pittsburgh fosse quasi in ghiaccio. Ma come detto l’attacco di casa era ormai in riserva e Roethlisberger lanciava il secondo intercetto della giornata mentre tentava di sfuggire alla pressione del linebacker James Harrison.
Dai e dai stavolta però i Bengals riuscivano a passare: Dalton prima trovava con una vera invenzione Bernard (uno shovel pass mentre era attorniato da un nugolo di maglie nere) che guadagnava 23 yard, poi dalle 9 un passaggio slant a Green valeva i sei punti che regalavano il primo vantaggio a Cincinnati. I Bengals non avevano neppure il tempo di festeggiare che Roethlisberger consegnava loro nuovamente l’ovale, ancora nelle mani di Nelson.

La difesa in giallonero stavolta teneva ma il kicker ospite Nugent non sbagliava dalle 27 yard poco dopo il two minutes warning. Nonostante i tre intercetti subiti ed il pochissimo tempo a disposizione, Roethlisberger aveva ancora la lucidità per portare i suoi fin sulle 16 di Cincinnati con però solo più 4 secondi da giocare. Sotto grande pressione il regista di casa provava lo stesso il lancio che però passava ben al di sopra della testa di Antonio Brown e i Bengals potevano gioire dopo il grande spavento.

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