Francoforte, scommessa vinta dalla NFL

Quando a maggio la NFL comunicò che le due partite “continentali” si sarebbero disputate a Francoforte tifosi e appassionati rimasero sconcertati, soprattutto contrariati dal fatto che uno stadio da soli 50 mila posti potesse ospitare un evento che, tra Londra e Monaco, aveva ripetutamente attratto 70-80 mila spettatori senza problemi e con centinaia di migliaia di richieste.

Il giorno della messa in vendita dei biglietti assistemmo a qualcosa di mai visto: più di un milione di richiedenti nella coda virtuale e migliaia e migliaia di persone impossibilitate ad acquistare un biglietto regolarmente (maledetto secondary ticketing…). Certo, 20 mila posti in più non avrebbero cambiato assolutamente nulla, ma almeno avremmo potuto consolarci col pensiero che più di tanti spettatori in Europa non possono entrare da quasi nessuna parte, visti gli stadi di calcio europei con le caratteristiche per ospitare una gara NFL. Ma questo primo weekend di Francoforte ci ha fatto chiaramente capire, una volta di più, quale sia la strategia che guida la prima lega di sport professionistici al mondo.

Per la NFL, il benchmark di riferimento era ovviamente l’evento dell’anno scorso a Monaco di Baviera, con la città riempita di tifosi, la piazza con la NFL Experience strapiena, bandiere e stendardi delle squadre coinvolte per tutta la città, e l’Allianz Arena piena in ogni ordine di posti. E Francoforte, per quanto siamo riusciti a vedere, si è presentata meno “sfacciata” nella promozione dell’evento.

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Si, in giro per la città (che non siamo riusciti a girare completamente) c’erano manifesti e locandine, ma sembrava che il messaggio che volesse passare è: tranquilli, che qui sappiamo già cos’è il football americano, abbiamo avuto la NFL Europe con i Galaxy, siamo avvezzi allo sferoide prolato, non siamo dei “provinciali” (e ricordiamo che Francoforte è comunque al centro di un’area urbana da più di due milioni di persone, quinta città tedesca e con il quarto aeroporto più grande d’Europa). Effettivamente, rispetto all’anno scorso, abbiamo notato un maggior numero di pub che pubblicizzavano la trasmissione di RedZone o di partite NFL, in modo quindi non legato solo alle due settimane di presenza della lega, ma più strutturale.

Ovviamente, le location dedicate alle squadre erano inavvicinabili a meno di presentarsi molto presto. Abbiamo fatto una puntata al Louisiana Pub, il locale “assegnato” ai Miami Dolphins, che era strapieno e con una coda fuori “chilometrica” nonostante la temperatura non proprio mite. E anche la ChampionShip, la barca allestita per i Kansas City Chiefs e ormeggiata sulle rive del fiume che attraversa la città, non aveva più biglietti disponibili per la visita già dal venerdì precedente. Onestamente, non crediamo che la situazione cambierà di molto quando, la prossima settimana, saranno i tifosi di New England Patriots e Indianapolis Colts a popolare la città.

Ma è stato domenica, una volta allo stadio, che abbiamo davvero capito perchè la NFL ha scelto Francoforte: la posizione strategica dello stadio con tutto quello che ha intorno.

Il Deutsche Bank Park è raggiungibile con poche fermate di treno o tram dal centro città, 15 minuti di viaggio al massimo. E, come il nome lascia intuire, è situato all’interno di un vero parco e circondato da alberi. Intorno allo stadio sono presenti diversi campi da calcio e la lega ha utilizzato quegli spazi già presenti per allestire la cosiddetta NFL Experience e realizzare un vero e proprio “villaggio NFL” con al centro lo stadio, qualcosa che a Londra non si vede più da tantissimi anni, da quando Wembley non era circondato da palazzi come è ora.

NFL Experience vuol dire offrire agli spettatori innanzitutto un immenso NFL Shop (con lo spazio necessario a gestire le lunghe code in entrata), la possibilità di lanciare un pallone o di provare un field goal, il salto in lungo e quello in alto modello Combine, più un immenso palco con musica e intrattenimento, un’area coperta con memorabilia varia e moltissimi stand nei quali acquistare da bere, da bere, da bere (no, non è un refuso) e da mangiare. E il pubblico è invitato ed invogliato ad arrivare allo stadio in forte anticipo proprio per gustarsi tutto questo intrattenimento ed essere “accompagnato” all’evento principale, la partita NFL. Che diventa magari non solo la ciliegina sulla torta ma comunque parte di una “Experience” di tutt’altro spessore. 

Wembley2010Wembley 2010
Francoforte 2023Francoforte 2023

     

    Altra particolarità degna di nota: lo stadio si è riempito prestissimo! A Londra, Wembley o Tottenham che sia, siamo ormai abituati a vedere gli spalti riempirsi man mano si avvicina l’ora del kickoff e spesso anche dopo. A Francoforte, un’ora prima del kickoff, almeno il 70% dello stadio aveva il seggiolino occupato di spettatori desiderosi di gustarsi tutte le fasi del pregame (il riscaldamento, la preparazione, i drill delle squadre pre-partita), cioè quella parte preclusa nella visione televisiva ma che per un appassionato è quasi uno spettacolo nello spettacolo.

    E infine, ultimo ma non ultimo, la conformazione dell’impianto: lo stadio relativamente piccolo ha fatto sì che la quantità di rumore durante la partita fosse davvero molto alta, rispetto a quanto avevamo avuto modo di sperimentare a Londra o a Monaco: il tifo si è sentito moltissimo sia durante la partita che nelle pause. 

    Dimenticavamo: stadio coperto quindi nessun disturbo meteo a quanto accade sul campo da gioco, temperatura leggermente superiore a quella esterna e soprattutto niente vento freddo. Molto probabilmente questo particolare è quello che, probabilmente, ha tenuto molto pubblico dentro lo stadio anche dopo la fine della partita. 

    Quindi? Dopo aver provato l’esperienza è difficile non dare ragione alla NFL sulla scelta di Francoforte. Anche se il sacrificio di 20-30 mila biglietti è doloroso per i fans dobbiamo riconoscere che l’evento e l’esperienza offerta sono state di prim’ordine. La prossima settimana si replica e vedremo se questo successo è stato un caso o meno ma, per il momento, possiamo senz’altro affermare che la scommessa della NFL è stata vinta. 

    Giovanni

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    Sports Editor si direbbe al di la dell’oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello “sferoide prolato”© forza Boston Red Sox.
    Mauro

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    Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia… sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?
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    Redazione

    Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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