[NFL] Super Bowl: le pagelle
Denver Broncos: 1
Il voto di squadra più basso di ogni altro? Sì, perché complessivamente Denver non si è presentata alla partita più importante della stagione. I Broncos sono stati surclassati dal primo al sessantesimo minuto. Un dominio visto raramente tra due squadre di vertice. Troppi gli errori in tutti i frangenti del gioco per essere più generosi. Troppo alte le aspettative per offrire magnanimità. Le stagioni statisticamente epiche non portano bene, chiedere tra gli altri ai Patriots…
Quarteback: 4
Il record di completi per un Super Bowl (34), l’ennesimo accumulato in quest’annata, non ha nemmeno il valore dello zuccherino. La scodella di amarezza che ha dovuto trangugiare Peyton Manning domenica notte non ha eguali. Seattle l’ha lasciato senza respiro. Un boa che si è stretto intorno al collo di uno dei migliori quarteback di sempre. Sì, perché il valore del giocatore è immenso e non può essere una sconfitta a cambiarlo. Come una vittoria non ha fatto entrare nell’elite del ruolo Trent Dilfer. Zero ritmo, zero soluzioni abituali, zero sicurezze, zero colpi di genio. Zero di tutto. Un incubo di partita. L’unico touchdown è arrivato sul 36-0 a 3” dalla fine del terzo quarto, serve aggiungere altro?
Attacco: 3
Iniziare con una safety per uno snap sbagliato è un segnale pessimo. Prodromo della serata che ha liquefatto il morale dei Broncos. Anche Demaryius Thomas (5,5) ha aggiunto al suo curriculum vitae un record che avrebbe barattato volentieri con un epilogo diverso: 13 ricezioni. Eppure proprio le prime di questo cospicuo bottino sono state un altro auspicio nefasto. Guadagni ai limiti del risibile. I difensori di Seattle ovunque. E pensare che l’88, su cui pesa il fumble nel terzo periodo, vera crocifissione delle residue speranze dei più ottimistici tifosi arancioni, è stato tra i pochi bersagli su cui ha potuto contare Manning insieme a Wes Welker (5,5). Julius Thomas (5) non ha inciso, Eric Decker (4) è stato completamente “scolorinato” dal campo. Nemmeno Knowshon Moreno (4, come Montee Ball) ha potuto offrire le consuete “sponde” al suo quarterback. Con la contraerea a vigilare e il robusto vantaggio ammassato nei primi minuti, il gioco di terra è stato inesistente quanto Decker. Inevitabile.
Difesa: 5
Resiste, resiste, resiste. Poi collassa e nel secondo tempo non prende più nessuno. Lisciano placcaggi tutti, gli uomini di linea, i linebacker, i defensive back. Gli uomini di Jack Del Rio riescono a contenere Marshawn Lynch ma mai mettono le mani su Russell Wilson, e quando si tratta di inseguire i ricevitori emergono le carenze di un reparto falcidiato dagli infortuni. Champ Bailey (4,5) è in un affanno clamoroso che non rende merito al campione che è stato. Tony Carter (4,5), con il pasticcio su Golden Tate, spiana la strada al touchdown di Lynch. Senza l’interferenza Denver sarebbe riuscita a limitare di nuovo i danni. Un errore. Un altro dei DB arancioni, dopo quelli pesantissimi contro Baltimore lo scorso anno. Danny Trevathan (5,5) tenta di mettere pezze ma con l’incedere del match diventa un colabrodo.
Special team: 4,5
Il guizzo non arriva nemmeno dagli special team. Anzi pure loro riescono a farsi bucare. Il cliente, che all’anagrafe fa Percy Harvin, è di quelli indiscutibilmente rognosi e proprio per quello andava trattato in modo diverso. Non fa meglio Trindon Holliday (5) quando si tratta di cercare una posizione di campo più vantaggiosa per far partire i suoi compagni dell’attacco.
Coach: 3
Nelle grandi battaglie bisogna essere pronti a tutto. Passi che l’inizio non ha aiutato. Passi che la partita si sia messa dal principio nel modo peggiore possibile per i Broncos. Tutto questo però non può essere un alibi. In un Super Bowl si deve essere preparati a fronteggiare l’inimmaginabile. Denver non lo era. Senza i giochi abituali è calato il sipario. Buio pesto. Lo smarrimento notato in campo comincia sulla sideline. Non che fosse semplice studiare qualcosa di efficace con cui domare la belva feroce che c’era di fronte. Anzi, magari era proprio impossibile. Eppure dal miglior attacco (statisticamente) di ogni epoca ci si aspettava di più. Si esigeva di più. Magari non c’era modo di lottare fino alla fine alla pari però… un solo touchdown? Inaccettabile.
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