Uno sguardo al 2021: Cincinnati Bengals

Questa stagione dei Cincinnati Bengals ha fatto sognare non solo i suoi tifosi, ma tutta la NFL: la classica storia della Cenerentola che solo due anni fa aveva chiuso ultima in stagione con un record di 2-14 e quasi magicamente ha risalito la china per andare a giocarsi il terzo Super Bowl della sua storia.
Non c’è stato l’happy ending, ma non si può che considerare la stagione eccezionale vista la non abitudine alle vittorie in postseason e soprattutto visto il conquistato titolo di Campioni della AFC.

Il motto della stagione dei Bengals è stato: “Why not us?, ovvero perché non possiamo essere noi quelli che arriveranno al Super Bowl; questo slogan è diventato un mantra per tutte le franchigie della lega e un motivo di speranza per tutti i tifosi di questo sport.
I Cincinnati Bengals sono stati la perfetta rappresentazione di questa folle stagione NFL fatta di risultati a sorpresa, finali emozionanti e partite mai scontate.

COME DOVEVA ANDARE…

Dopo aver chiuso la scorsa stagione con un record di 4-11-1 ci si aspettava una crescita del gruppo di giovani talenti di questa squadra e soprattutto c’era grande curiosità per la ricostituzione del fantastico duo, Burrow – Chase, che aveva portato LSU al titolo collegiale.
Il ritorno dall’infortunio di Burrow era sicuramente una delle incognite più grandi, ma già dal training camp si era capito che il ragazzo si era ripreso alla grande e la preoccupazione rimaneva per l’offensive line che tolti gli innesti del tackle veterano Reiff e della guardia, presa al secondo giro del draft, Carman era rimasta invariata rispetto all’anno precedente.

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Le maggiori aspettative dei tifosi erano tutte per il gruppo di ricevitori, che con l’innesto di Ja’Marr Chase preso alla quinta scelta assoluta, erano uno dei reparti più giovani e talentuosi di tutta la NFL.
Un anno di esperienza in più per il giovane coaching staff guidato da Zach Taylor doveva garantire la svolta per questa squadra, che era chiamata ad una stagione con possibilità di record vincente e qualche lumicino di speranza di acchiappare uno dei posti di Wild Card per andare ai playoff.

…E COME E’ ANDATA

E’ andata sorprendentemente bene, oltre ogni aspettativa.

La difesa messa in piedi da Lou Anarumo, che nei primi due anni a Cincinnati non aveva brillato, ha fatto un salto di qualità impressionante, dimostrando un’intensità di gioco che ha finito per trascinare non solo il comparto, ma tutta la squadra.
Nonostante il solito infortunio ad inizio stagione dello strapagato cornerback Waynes che aveva costretto la secondaria a giocare con tre nuovi titolari: Awuzie, Hilton e Apple, la difesa ha brillato pressoché in tutti i settori guidata dal linebacker al secondo anno Logan Wilson e dalla linea difensiva con il free agent Hendrickson che ha messo a segno 14 sack in stagione.

L’attacco ha mostrato i soliti problemi di protezione del quarterback, che ha chiuso con 70 sack subiti complessivi tra stagione regolare e playoff, ma ha trovato in Burrow un leader fenomenale che, specie nella seconda parte della stagione si è espresso su livelli altissimi trascinando la squadra ai playoff e soprattutto facendo delle giocate spettacolari con il suo ricevitore preferito, Ja’Marr Chase, che si è aggiudicato il titolo di rookie dell’anno.
In una division molto combattuta, che ha visto i Ravens e i Browns frenati dagli infortuni, Cincinnati ha saputo cogliere l’occasione di agguantare il titolo divisionale grazie ad una splendida vittoria in casa, in week 17, contro i favoritissimi Kansas City Chiefs. Quella vittoria ha dato la consapevolezza al gruppo di potersela giocare con tutti e nei playoff i risultati di quella convinzione non sono tardati ad arrivare.

La vittoria al primo turno contro i Raiders ha permesso a tutta la franchigia e ai suoi tifosi di togliersi la famosa scimmia dalla spalla rappresentata dalla mancanza di vittorie in post-season da 31 anni! La più lunga striscia nello sport professionistico americano.
Neppure i nove sack subiti da Burrow al divisional contro i Tennessee Titans, che si erano guadagnati il primo posto in AFC, sono bastati a fermare i Bengals, che, con la difesa autrice di una prova maiuscola e un intercetto nelle battute finali, hanno permesso al rookie kicker McPherson di segnare il field goal della vittoria.

L’avventura in post season sembrava destinata a fermarsi contro i Chiefs, che davano l’idea di essere un avversario troppo forte da affrontare e che, anche se era già stato sorpreso in stagione regolare, difficilmente sarebbe ricaduto nello stesso errore. Una delle migliori qualità di questi Cincinnati Bengals è stata sicuramente la capacità di rimanere attaccata alle partite nei momenti di difficoltà, per poi risalire la china senza perdersi d’animo, esattamente come è avvenuto dopo il primo tempo in Missouri, che aveva visto in vantaggio la squadra di casa per 21-10, ma che avrebbe potuto avere un divario nettamente maggiore. Invece nel secondo tempo la difesa ha nuovamente chiuso tutti gli spazi ai Chiefs lasciandogli solo il kick off per portare la partita ai supplementari, mentre l’attacco di Burrow e compagni si è fatto trovare pronto e senza paura per effettuare la rimonta e, in overtime, dopo uno splendido intercetto messo a segno dalla collaborazione delle due safety tigrate, guadagnare le yard necessarie per mettere i punti della vittoria sul tabellone con un field goal del solito McPherson dai nervi saldi.

A questo punto neppure la vittoria al Super Bowl contro i Los Angeles Rams sembrava un traguardo impossibile e fino ad un minuto e trenta secondi dalla fine la favola sembrava avere un lieto fine, ma prima l’accoppiata Stafford-Kupp metteva a segno il sorpasso e poi Aaron Donald decideva di mettere il sigillo finale sull’ultima speranza dei Bengals.
Questa squadra è evidentemente andata ben oltre i propri limiti, riuscendo ad arrivare al momento decisivo con la convinzione giusta nei propri mezzi e quel pizzico di incoscienza necessaria per realizzare l’impresa, perché, anche se è mancata la vittoria del Lombardi Trophy, il bilancio stagionale è stato davvero esaltante.

COSA HA FUNZIONATO….

Lo spirito di squadra. L’Head Coach Zach Taylor che spesso critico per le sue, a mio avviso, mediocri capacità di playcalling, avendo anche accentrato su di sé il compito di chiamare i giochi, ha invece mostrato una grande capacità di motivare la squadra, facendo mettere da parte i protagonismi dei singoli per il bene comune. Il simbolo di questo spirito è stato senza dubbio il famoso blocco effettuato in campo aperto da Chase alla safety dei Lions per permettere a MIxon di andare a segnare indisturbato. Vedere un talento come quello “sporcarsi le mani” per aiutare un compagno ha mostrato a tutti l’esempio da seguire.

Pur con tutti i suoi limiti e difetti questa squadra ha sempre trovato il modo di raggiungere la vittoria, senza affidarsi solo ai giocatori più famosi o al rendimento di un solo reparto, ma puntando sul collettivo.
Una menzione d’onore, oltre alla difesa di cui si è già ampiamente parlato, la merita il rookie McPherson che con la sua freddezza nei calci ha risolto molte partite importanti contribuendo a infondere sicurezza a tutta la squadra che sapeva, nei drive finali, di poter contare sulla sua affidabilità per portare a casa la vittoria; decisamente la quinta scelta spesa per lui al draft è stata vincente.

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… E COSA NON HA FUNZIONATO

È inutile provare a nascondere l’elefante nella stanza, la linea offensiva è stata per il secondo anno consecutivo il punto debole della squadra; Burrow ha subito 51 sack in stagione regolare e altri 19 nei playoff. Nonostante i molti big play realizzati dagli ottimi ricevitori dei Bengals e la connessione sul profondo che tanto era mancata nella stagione precedente, il quarterback dell’Ohio è stato bravo a limitare le palle perse quando mandato a terra e a non lasciarsi condizionare nelle azioni successive. Ci si chiede davvero cosa sarebbe in grado di fare con una linea adeguata a proteggerlo, visti i risultati eccezionali ottenuti anche in queste condizioni. Anche il gioco di corsa non si è potuto esprimere secondo le possibilità del suo talentuoso running back Joe Mixon e ha brillato quando il gioco aereo gli ha aperto il campo anziché viceversa.

Molte perplessità hanno destato anche le chiamate offensive di Zach Taylor, che spesso ha dimostrato una limitata varietà di schemi e una tendenza a non dare le chiavi dell’attacco a Burrow in certe partite, preferendo un più conservativo e inefficace gioco di corsa. Il capo allenatore sta sicuramente migliorando nella gestione delle partite, ma essendo alla fine del suo terzo anno nel ruolo, si sperava sinceramente in qualcosa di più sotto questo aspetto. I risultati gli hanno dato comunque ragione, ma Taylor, come stratega offensivo, non ha mai dato l’impressione di essere quel valore aggiunto che ci si aspetterebbe dai coach delle squadre vincenti.

E ADESSO?

Nonostante la sconfitta al Super Bowl maturata solo nel finale, il futuro dei Cincinnati Bengals sembra radioso. L’asse QB-RB-WRs è composto da giocatori tutti sotto i 27 anni e tutti sotto contratto per almeno i prossimi due anni. La difesa sembra anch’essa in grado di ripetersi e un anno in più insieme da parte del coaching staff, con l’esperienza vincente dell’ultima annata, non può che essere un buon viatico per cercare di ripetersi anche l’anno prossimo.
Un salary cap sotto controllo e un numero limitato di free agent da rifirmare può davvero rappresentare per la società di Mike Brown una ghiotta opportunità per rendere fisso l’appuntamento con i playoff.

L’inizio di free agency è stato senza dubbio sorprendentemente positivo rispetto a come erano abituati i tifosi di Cincinnati; l’arrivo di 3 uomini di linea solidi come Cappa, Karras e Collins nella prima settimana di free agency ha dato quell’upgrade al reparto che renderà Burrow e compagni un incubo per tutti i coordinatori difensivi avversari.
Ripetersi non è mai facile in NFL e una stagione vincente non può essere mai data per scontata anche con un roster giovane e talentuoso come questo, ma davvero i Bengals sembrano aver compreso di avere in mano il loro destino e avere tutte le intenzioni di non lasciarsi sfuggire l’occasione di posizionarsi stabilmente ai piani alti della classifica.

Ci sarà da divertirsi anche nella prossima stagione!

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Giorgio Prunotto

Appassionato da 30 anni di football americano e dei Cincinnati Bengals, stregato dal design del loro casco, dalle magie di Boomer Esiason e dalla Ickey Shuffle.

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