Uno sguardo al 2019: Green Bay Packers
Vi proponiamo la review della stagione 2019 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Oggi è il turno dei Green Bay Packers.
COME DOVEVA ANDARE…
La fine della stagione 2018 aveva portato ad una ventata di novità in casa Green Bay Packers, con la franchigia del Wisconsin che nel corso della stagione era arrivata all’esonero di Mike McCarthy, allenatore dei Packers dal 2018. Al suo posto il front seven dei Packers ha deciso di firmare Matt LaFleur, che nell’ultima stagione era stato offensive coordinator dei Tennessee Titans, una delle sorprese della stagione NFL. Quando sei una squadra come i Green Bay Packers, inizi la stagione sempre con l’obiettivo di arrivare al Super Bowl, sia per la storia e la grandezza che circonda Green Bay, sia per il fatto di avere come QB titolare uno dei più forti, e per qualcuno il più forte, QB di ogni tempo, Aaron Rodgers; dopo l’esonero di McCarthy si erano fatti sempre più insistenti le voci di un rapporto tra i due al minimo storico, con entrambi che non facevano nulla per riportarlo ai livelli dell’ultimo Super Bowl vinto dai Packers; di pari passi, dopo la scelta di affidare la squadra a LaFleur aumentavano le domande degli addetti ai lavori, che si chiedevano se Rodgers ed il nuovo head coach avrebbero potuto convivere serenamente, senza arrivare alle tensioni degli anni passati.
Per riuscire a tornare ai playoff nel corso dell’offseason sono arrivate le importanti firme di Za’Darius Smith e Preston Smith, LB firmati per prendere il posto di Clay Matthews, andato via in free agency, e Adrian Amos, safety, per migliorare la secondaria.
…E COME E’ ANDATA
Sicuramente pochi prima dell’inizio della stagione potevano pensare che Matt LaFleur, alla prima esperienza come Head Coach, in un ambiente come quello di Green Bay abituato sempre a lottare per il titolo, con una difesa da ricostruire ed un Aaron Rodgers da “domare” avrebbe potuto fare così tanto bene; sicuramente però resta l’amaro in bocca di essere arrivati ad una sola partita dal grande ballo, non riuscendo a tenere testa ad una San Francisco completamente dipendente dal gioco di corse, e probabilmente nel momento più importante della stagione, è mancata la difesa, che invece tanto bene aveva fatto nella prima parte della regular season.
La regular season dei Packers era iniziata con otto vittorie nelle prime dieci giornate della regular season: la difesa è stata una delle più grandi sorprese di inzio stagione, ed un Rodgers non più costretto a caricarsi la squadra interamente sulle spalle era riuscito a far rivedere sprazzi delle sue migliori stagioni; altro importante sorpresa di inizio stagione è stato Aaron Jones, Rb al terzo anno di NFL, che ha avuto nel 2019 la sua miglior season da quando è fra i professionisti, anche grazie ad una ottima linea offensiva nei blocchi. Dopo la bye week era arrivata la sconfitta in trasferta contro i 49ers, nella peggior partita giocata finora quel momento da Rodgers e compagni, in cui si erano mostrati tutti i limiti della squadra, con una difesa non più al livello delle prime partite, un attacco sterile e soprattutto l’incapacità di reagire di fronte agli avversari, con il defensive coordinator dei Packers, Mike Pettine, in completa balia dell’attacco dei 49ers, arrivati a segnare 37 punti. Nonostante tutte queste incertezze i Packers non ne perdono più una fino alla fine del campionato, arrivando a conquistarsi il seed #2 che permette alla squadra di Green Bay il riposo nella prima settimana di playoff. Tornati dalla bye week al Lambeau Field arrivano i Seattle Seahawks di Russel Wilson e Pete Carrol; la partita viene vinta dai Packers per 28-23, con i Packers che avanti 21-3 arrivando quasi a rischiare la rimonta, salvo poi riuscire a resistere, ottenendo così la possibilità di andarsi a giocare la finale di Conference contro i 49ers, per ottenere un posto al Super Bowl.
La partita contro San Francisco però, come già successo anche in Regular Season, è un fallimento per Green Bay: la squadra del Wisconsin va negli spogliatoi con il punteggio di 27-0 in favore di Garoppolo e compagni, compromettendosi così la possiblità di vincere la partita, che finirà col punteggio di 37-20 in favore di San Francisco. A fallire un’altra volta è soprattutto la difesa (ed il defensive coordinator), che non riescono a trovare una soluzione al “problema Raheem Mostert”, autore di 4 TD e vera spina nel fianco dei Packers.
Finisce così un’altra stagione senza il titolo per i Packers, che però hanno avuto un netto miglioramento rispetto alle stagioni passate, grazie soprattutto alla ventata di novità portata da Matt LaFleur, il nuovo head coach.
COSA HA FUNZIONATO…
Se guardiamo alla prima parte della stagione, una delle cose che più funzionavano nei Packers era la difesa, vera protagonista delle prime partite, in cui l’atttacco guidato da Rodgers doveva ancora abituarsi al nuovo playbook di Matt LaFleur, ed è stato supportato in ottimo modo dalla sua secondaria. Con il passare delle partite è poi venuto fuori tutto il talento di Aaron Jones, che possiamo definire l’MVP di questa stagione green & gold: il RB nato in Georgia ha avuto la sua miglior stagione in NFL, concludendo con un totale di 19 TD (16 su corsa e tre su ricezione), oltre mille yard corse e 400 ricevute, diventando la vera spina nel fianco delle difese avversarie.
Il merito è anche da attribuire alla linea offensiva dei Packers, ottima sia in pass protection che in run blocking, aiutando quindi LaFleur a restituire un gioco di corse ai Packers, che dalle prime stagioni di Lacy in Wisconsin non erano più riusciti a mettere in piedi un running game che potesse togliere un pò di pressioni a Rodgers. Altra importante sorpresa sono stati Kenny Clark e Za’Darius Smith, per i quali è arrivata anche la convocazione al Pro Bowl.
…E COSA NON HA FUNZIONATO
La difesa; purtroppo nel momento più importante della stagione, il Championship Game contro i 49ers, la maggior parte delle colpe sono da attribuire alla difesa ed al Defensive coordinator, incapace di reagire di fronte all’ottimo lavoro svolto da Monstert, RB di SF, che ha fatto a pezzi la difesa di Green Bay, trovando per 4 volte il TD e correndo oltre 200 yard; la partita contro i NIners è però solamente la punta dell’iceberg di una difesa che nel corso della stagione ha più volte dimostrato di essere in difficoltà.
I Packers in toto sembrano essersi “sciolti” nel momento più importante della stagione, portando quindi a pensare che quello che è mancato è l’esperienza della squadra, con un Head Coach alla sua prima apparizione in post-season (e alla prima panchina) e pochi giocatori abituati alle grandi occasioni.
E ADESSO?
Adesso è compito di LaFleur mantenere alto il livello; è lui infatti più degli altri che dovrà riconfermarsi a questi livelli e dovrà riuscire a portare i Packers al Super Bowl, che manca dal 2010. Saranno necessari alcuni apporti, soprattutto in difesa, dove probabilmente Martinez saluterà, dopo la non ottima stagione passata. Si dovrà trovare un’alternativa a Aaron Jones nel running game e ci dovrà essere un miglioramento, od una firma importante, nel reparto dei WR, per dare armi in più ad Aaron Rodgers, alla disperata ricerca del secondo anello, il minimo per un giocatore del suo calibro.