[W05] Oakland Raiders vs New York Giants

Oakland Raiders – New York Giants 7-44

15 minuti e 7 secondi.
Tanto ci hanno messo i Giants a chiudere la pratica Raiders, grazie a 3 touchdown (contro zero), 250 yards totali (contro 18), una serie completa di primi down (contro nessuno). Insomma, un dominio completo da entrambi i lati del pallone e una partita impeccabile di Eli Manning che nonostante una dolorosissima fascite plantare che l’ha tenuto in forse sino all’ultimo, ha avuto il rating perfetto di 158.3 (un sistema di valutazione matematica delle prestazioni dei QB che tiene conto di percentuali, TD, intercetti, ecc..) con 8 su 10, 173 yards, 2 TD e la completa libertà di trovare sempre il ricevitore libero, tanti erano i secondi che la linea offensiva gli ha concesso ad ogni azione.
Coach Tom Coughlin ha tenuto in campo Manning sino a metà del secondo quarto, e poi col risultato in cassaforte ha schierato la riserva David Carr che a sua volta ha diretto egregiamente l’attacco dei G-Men senza grossi problemi sino al termine dell’incontro.
Ha colpito il numero di big play, sia di corsa che su passaggio, che i Giants sono riusciti ad eseguire; quando la difesa dei Raiders sembrava vicina a costringere al punt gli avversari, sistematicamente arrivava il gioco punitivo da oltre 10/15 yards che teneva vivo il drive.
Ahmad Bradshaw è stato una minaccia costante, in sole 11 corse ha totalizzato 110 yards e i primi 2 TD della partita, Brandon Jacobs ha tenuto impegnato il cuore della difesa  neroargento, ma non è stato solo l’attacco a brillare, il reparto difensivo ha totalizzato 6 sacks (2 di un monumentale Justin Tuck) costringendo Jamarcus Russell a perdere per ben tre volte l’ovale: palle perse che si sono subito tramutate in punti per New York.
I Raiders continuano la loro triste esistenza che li vede da 6 anni a questa parte detenere il peggior record della lega e mentre altre franchigie risalgono la china dopo annate mediocri e diventano competitive nell’arco anche di una sola stagione, beh a Oakland è un’altra storia. Non c’è nulla che funzioni, cambiano giocatori, allenatori, assistenti, ma la sostanza è che la mediocrità è il motivo ricorrente di quanto accade ed è un peccato perchè ci sono tanti giovani di valore, ma non c’è nessuno che sia in grado di insegnare loro cosa serve per diventare grandi insieme fino a formare una squadra degna di questo nome.
Come ciliegina sulla torta aspettiamoci da un momento all’altro guai giudiziari e successivamente disciplinari per coach Tom Cable: se verrà riconosciuta la sua colpevolezza in percosse e minacce verso un assistente (Randy Hanson) agli inizi di Agosto, crediamo che la sua carriera nella NFL giungerà mestamente al capolinea.
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