[NFL] Week 13: Rams e 49ers overtime senza pareggio finale

Ci sono voluti nove quarti, quattordici minuti e trentaquattro secondi, ma alla fine tra Rams e 49ers i primi hanno avuto la meglio. Dopo il pareggio 24-24 realizzato in maniera drammatica ed emozionante tre settimane fa a Candlestick Park, le due rivali storiche della NFC West si sono nuovamente affrontate in una partita che definire strana è usare un eufemismo. Come già tre settimane fa, chi aveva in mano la partita (stavolta i Niners) si è fatto rimontare malamente, l’ha quasi persa ai supplementari per poi gettare al vento una succosa occasione di vincerla e, questa volta, perderla definitivamente a ventisei secondi dalla fine grazie ad un field goal da 54 yard del rookie Zuerlein che ha evitato ai Rams l’onta del sorpasso nelle vittorie complessive da parte degli arcirivali di San Francisco.

Era una partita dal fascino davvero “old school”, quella di domenica sera a St.Louis, un po’ per la rivalità storica tra le due franchigie, un po’ per la divisa throwback dei Rams indossata per celebrare la settantacinquesima stagione che, unita a quella tradizionale dei Niners, dava l’impressione di un salto temporale di almeno una decina d’anni, oltre che far sorgere spontanea la domanda su quale mente perversa avesse avuto la brillante idea di cambiare delle divise splendide come quelle Gold Yellow e Royal Blue per passare a delle moderne ma anonime Navy Blue e Millennium Gold.
Premesse grafico/ambientali a parte, la rivincita tra due squadre che avevano chiaramente lasciato un conto in sospeso a San Francisco, si rivelava una partita probabilmente a senso unico, con i Niners che facevano valere la maggior compattezza di squadra ed i Rams che pagavano l’ennesima assenza del loro playmaker Danny Amendola, il cui ritorno tre settimane orsono li aveva aiutati moltissimo per avere la meglio sulla difesa di San Francisco.

Kaepernik era il quarterback partente per i Niners, dopo aver brillantemente confermato la buona prestazione fornita all’esordio proprio contro i Rams, e nel primo drive offensivo conduceva il proprio attacco per tutto il campo lasciando poi a Gore il compito di segnare il 7-0 con cui i Niners aprivano le danze.
Bloccati in attacco dall’inconsistenza dei propri ricevitori, ottimamente chiusi dai defensive backs avversari, e dal muro che linea e linebacker ergevano per fronteggiare le corse di Steven Jackson, i Rams erano incapaci di reagire, e dovevano affidarsi alla propria difesa che, pur a fasi alterne e con molta difficoltà, riusciva a reggere l’urto del gioco di corsa dei Niners ed a contenere l’estrema mobilità di Kaepernik.
I Rams fallivano un field goal con Zuerlein e, grazie anche ad un attacco ospite che iniziava ad avere qualche difficoltà ed a commettere qualche errore di troppo, una pessima partita chiudeva il suo primo tempo con i Niners avanti di soli sette punti.

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Nel secondo tempo i Rams sembravano scuotersi un po’, e Givens e Kendricks davano a Bradford qualche chance in più di completare qualche pallone, ma nonostante ciò la difesa dei Niners riusciva sempre, in qualche modo, ad avere la meglio.
La partita sembrava definitivamente finita quando i Rams si giocavano un quarto e goal dalla una yard con una chiamata cervellotica ed incomprensibile, mal congegnata e peggio eseguita da un Bradford che, nonostante la linea gli concedesse molto tempo per lanciare, sembrava non veder l’ora di liberarsi del pallone.
La difesa dei Rams aggrediva l’attacco avversario, ma quando i Niners riuscivano a convertire un terzo e dieci arrivando sulle quattordici yard, tutto sembrava perduto. Nel gioco successivo, invece, succedeva il primo patatrac per i Niners: inseguito dalla linea di difesa dei Rams, Kaepernik arretrava fin dentro la propria end zone e, per non essere placcato da Long, buttava via la palla causando una safety che portava il punteggio sul 7-2. La chiamata era alquanto dubbia, perchè è vero che la palla lanciata da Kaepernik era uscita qualche yard prima della linea di scrimmage (ricordiamo che per non incorrere nella penalità di intentional grounding un quarterback fuori dalla tasca può lanciare via la palla a patto che questa superi la linea di scrimmage originale) ma, come ha ricordato in telecronaca l’ex capo degli arbitri Mike Pereira, la linea di scrimmage si estende anche fuori dal campo, e per determinare l’intentional grounding bisogna valutare dove la palla tocca terra, non dove esce. Fatto sta che il booth non ha ritenuto di dover rivedere la chiamata, Harbaugh non ha potuto chiamare il challenge, e la safety è stata accordata.

Al di là dei due punti (sicuramente decisivi ai fini del risultato finale), la safety aveva l’effetto di ridare forza e vigore a dei Rams che apparivano spuntati e spompati, ma tutto sembrava vanamente cadere sotto i colpi di alcuni costosissimi drop (Kendricks e incredibilmente Jackson su tutti) che davano ai Niners l’opportunità di chiudere la partita. Il Field Goal di Akers che portava il punteggio sul 10-2 sembrava mettere il sigillo sull’incontro, ed arrivava invece il secondo patatrac per San Francisco.
Janoris Jenkins, David AkersI giochi tradizionali venivano ormai fermati abbastanza agilmente dai Rams, ed allora Harbaugh decideva di trasformare la NFL in College Football, prima mandando in campo delle formazioni con tre runningback, poi ricorrendo alla option. Ed era proprio in una di queste option che Kaepernik, forse intimorito dal blitz selvaggio dei Rams, lanciava un pitch sopra la testa di Ted Ginn Jr, il quale si vedeva piombare addosso Janoris Jenkins, che recuperava la palla sulla una yard e rotolava dentro la end zone, segnando il suo terzo touchdown in due settimane ma, soprattutto, portando i Rams ad una trasformazione da due dal pareggio a due minuti dalla fine dell’incontro.
Una penalità dubbia di falsa partenza costringeva i rams a giocare la trasformazione dalle sette, ma stavolta Kendricks non tradiva e riceveva il passaggio di Bradford pareggiando il conto a 10.

Negli ultimi due minuti Kaepernik si faceva perdonare l’erroraccio con una splendida corsa personale da 50 yards che permetteva ad Akers di calciare il field goal del 13-10, ma i Rams non avevano finito. Bradford emulava il suo collega in maglia bianca e si incaricava personalmente di chiudere due down, prendendosi anche una violenza non necessaria che metteva Zuerlein in posizione per mettere tra i pali il field goal del 13 pari dalle 53 yards a tempo scaduto.
Era ancora overtime, quindi, ed i Rams avevano (e sprecavano) la prima occasione per vincere la partita.
Ci si metteva anche Hekker, che svirgolava un punt ridando la palla ai Niners sullle 50, ma il solitamente affidabile Akers ripeteva l’errore di tre settimane fa mancando un agevole calcio da una trentina di yard. Era ancora Zuerlein ad avere sul piede la palla dellqa vittoria a ventisei secondi dalla fine. Questa volta “Greg the Leg” sparava un missile che sarebbe stato buono anche dalle settanta per mandare finalmente in paradiso i Rams che, alla fine di una dura ed estenuante battaglia, avevano la meglio per 16-13.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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