Come Netflix si è preso la NFL

Netflix ha speso 150 milioni di dollari per trasmettere due partite NFL, ma non due qualsiasi bensì quelle in programma nel giorno di Natale, festività che era una esclusiva NBA dal punto di vista televisivo.

Molti erano i timori dopo il (quasi) fiasco della trasmissione dell’incontro tra Paul e Tyson con collegamento instabile, bassa qualità e problemi di audio, ma Netflix ha imparato dai suoi errori fornendo uno spettacolo ai limiti della perfezione. Le due partite hanno avuto una qualità video altissima (non 4K, ma molto vicino) e nessun problema perlomeno dal mio punto di osservazione (social network e chat Telegram di Huddle Magazine).

In questo articolo non parleremo delle partite, non è questo che ci interessa, ma dello spettacolo che Netflix ha creato tutto intorno ad esse. Cominciamo con il prepartita nel quale sono stati coinvolti giornalisti di altri network, ex giocatori (qui l’elenco) e collegamenti vari per arrivare al primo show della serata con Mariah Carey e la sua ormai nota canzone natalizia.

Pubblicità

Ci sono diverse correnti di pensiero per quanto riguarda ex giocatori al commento di una partita NFL. Tony Romo, in epoca recente, è il capostipite di questa generazione con i Greg Olsen e i Tom Brady a seguire. Certo, non si può conoscere solo il gioco per poterlo commentare in televisione (o schermo equivalente), ma si devono avere i tempi e capire che non serve sbrodolare per spiegare quanto abbiamo visto. Ieri nella prima partita J.J. Watt se l’è cavata molto bene, forse unica piccolissima critica, il voler entrare sul play by play per mettere in evidenza un fallo commesso. 

La grande sopresa? Nelle pause il pubblico internazionale al posto della pubblicità ha avuto Scott Hanson e Drew Brees che commentavano la partita, raccontavano aneddoti, spiegavano il gioco, tutto mostrando tweet da ogni parte del mondo di appassionati che guardavano la partita. Gli unici spot erano quelli istituzionali NFL, con il flag football grande protagonista e degli show/film/serie Netflix. Nella seconda partita abbiamo ritrovato Greg Olsen al commento tecnico, conoscevamo già la sua abilità e si è confermata tale anche ieri sera.

L’investimento economico di Netflix non è stato solo nel 150 milioni di dollari alla NFL, nei costi di produzione e del personale, ma anche nello spettacolo. Nella pausa della seconda partita abbiamo visto un vero e proprio halftime show degno di un Super Bowl con lo spettacolo di Beyonce. 12 minuti di durata con 8 canzoni, ingresso su cavallo bianco e uscita salendo al cielo. 

Pubblicità

Subito dopo la prima partita sono stati diffusi i dati di visione, numeri impressionanti. Le due partite NFL erano un banco di prova importante per Netflix che ha dimostrato di poter competere, dal punto di vista produttivo e qualitativo, con i principali network USA.

https://twitter.com/nflmedia/status/1872025569266643093

T.Shirt e tazze di Huddle Magazine Merchandising

Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

Articoli collegati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.