Partita come da pronostico, quello in cui tutti i media davano Houston vincente a mani basse. E così è stato. I Texans controllano la partita con dimestichezza, forse sudando un pò più del previsto.
C.J. Stroud (23/36, 260 yard, 1TD e 0 Int) gioca morbido e gestisce bene le pressioni di una straordinaria difesa dei Bears. Il QB dei Texans si muove benissimo lateralmente schivando blitz e caccia all’uomo e pennella passaggi con stile da artista. Raccoglie soluzioni intelligenti nonostante perda per circa metà gara il suo RB di riferimento, Mixon (out per una distorsione alla caviglia). Senza Mixon i texani perdono dinamicità ma Akers compensa con la forza. Molto bene Nico Collins (135 yard e 1 touchdown), bravo anche Diggs che crea disimpegno ai compagni e si muove per confondere la secondaria di Chicago riuscendoci.
Male Chicago, ad eccezione di una difesa da 10 e lode.
Difesa che regge solidamente, che crea occasioni e che tiene viva la partita fino all’ultimo, disperato drive. Gordon e Johnson sono svegli e determinanti, insieme diventano un incubo ingestibile per l’attacco di Houston, mentre il front 7 dei Bears lavora di squadra in modo eccellente. Per come si è messa la partita va sottolineato che un kicker come Ka’imi Fairbairn (4/4 al field goal con uno da 59 yds) ha fatto la differenza, uomo partita e migliore in campo per i Texans. Togli lui e questa sfida prende una piega del tutto diversa.
Cairo Santos risponde per le rime e non sbaglia, nemmeno da lontano. Chi sbaglia invece è la sideline di Chicago, questa volta incapace di sciogliere i nodi ai quali aggiunge la bellezza di 2 challenge persi! E con essi brucia 2 timeout, uno dei quali risulterà vitale verso la fine. Errori da dilettanti nel contestare due chiamate poco discutibili e che persino ad occhio nudo durante il live del Sunday Night Football si vedono chiare.
Male Caleb Williams (23/37, 174 yard, 0 TD e 2 Int).
Passo indietro dell’esordiente, che orfano di una linea offensiva soffre e colleziona 3&out con fare “Trubiskyano” oltre a perdere la testa in un back to back di intercetti che solo il suo muro difensivo ha il potere di sdrammatizzare. Williams è disconnesso, gli mancano le mani di Allen che con la loro esperienza avrebbero potuto agevolare la sua domenica notte. Gli manca la precisione, e questa manca per la seconda domenica consecutiva; gli sguardi di DJ Moore verso Caleb dicono molto più delle parole, occhiatacce da frustrazione e linguaggio del corpo infastidito dal modus operandi del suo QB.
Williams va off-target, lanciando troppo spesso oltre i wideout che spendono energie inutilmente. Capita anche che il pallone arrivi corto o peggio alle spalle dei ricevitori. Insomma, un mezzo disastro. Williams non macina passaggi importanti ed è un peccato perchè forza e talento non gli mancano (a onor del vero regala un paio di side-arm mica male alle telecamere), si affida talvolta alle sue gambe ma non basta.
Gli allenatori offensivi dei Bears abusano degli screen pass e soffrono i blitz dei Texans, inoltre chiamano le corse centrali in modo prevedibile )non una novità) e leggono la difesa avversaria in modo errato come quando provano a correre su un secondo e otto invece di lanciare. Viene da pensare che la strategia offensiva si stata trascurata, tanto quanto il gioco sul Tight End perchè quando chiamato in causa Cole Kmet è un portento. Se Williams lancia lungo è impreciso, dunque perchè non appoggiarsi con più frequenza a delle spalle larghe? La cosa rimane un mistero…
La partita in generale è povera in termini di attacco e lo è da entrambi i lati. Houston però è più forte e ha un filo di esperienza in più che gli consente di tenere le redini del gioco.
Partita che invece è ricca di penalità, su queste ci si perde il conto; dalle più evidenti alle più stupide le flag sono tante, uno stormo di fazzoletti gialli che volteggia costante sul NRG Stadium. Fa ridere che i ref stiano lì a scervellarsi per trovare l’irregolarità e poi a gioco fermo sorvolino su un pugno al volto eclatante sferrato a bordo campo da parte della difesa texana in una fase importante del match. Il gesto non sanzionato è il più evidente delle oltre 20 irregolarità commesse dalle due formazioni combinate e arriva in un momento che se cavalcato nel modo giusto dai Bears avrebbe potuto riaprire in qualche modo la partita. Ma visto l’andazzo con ogni probabilità Chicago avrebbe sprecato la sua occasione e quindi siam qui a parlare del nulla.
I Texans dovevano vincere e lo ha fatto, Chicago doveva far tesoro di un’esperienza e non sappiamo se riuscirà nel suo intento. Caleb Williams ha la sua prima vera occasione per ribaltare il campo e per strappare i titoli sulle prime pagine del lunedì ma si scioglie come ghiaccio al sole d’estate. Appuntamento tra sette giorni ad Indianapolis con i Colts che arrivano da due sconfitte in due partite.