A Detroit domenica sera si disputava un Divisional Playoff difficilmente pronosticabile a inizio stagione NFL; se per quanto riguarda i padroni di casa c’erano delle ottime prospettive dopo il finale di stagione in crescita ed un viaggio nella postseason era possibile preventivarlo, non così si può dire per i Buccaneers che erano dati come una delle peggiori squadre, nel primo anno post-Brady e con molti punti interrogativi, sia nel roster che nel coaching staff. I Lions, dopo aver vinto la NFC North hanno avuto ragione nel turno precedente, non con qualche patema di troppo, dei Rams (24-23) mentre Tampa ha battuto nettamente i Philadelphia Eagles (32-9) in piena crisi nell’ultimo mese di regular season dopo un inizio stagione eccezionale. Entrambi i team non avevano grossi problemi di infortuni e la sfida del Ford Field si annunciava come tra le più equilibrate dei Divisional.
Dopo un primo drive sterile di Detroit Baker Mayfield inizia male la sua partita: viene intercettato dalla secondaria dei Lions e rientra in campo l’attacco coordinato da Ben Johnson. Questa volta Goff porta i suoi a ridosso della end zone ma è il kicker Badgley a sbloccare il risultato (0-3) Grazie alle ricezioni di Evans e Palmer i Buccaneers entrano nel campo avversario ma si devono accontentare anch’essi del calcio di McLaughlin (3-3) L’attacco dei Lions dimostra di avere molte armi a disposizione, con le corse di Gibbs e le ricezioni di St. Brown e del TE rookie LaPorta, con l’altro ricevitore Reynolds a ricevere da Goff il pallone per il primo touchdown del match (3-10) con il secondo quarto appena iniziato.
Il resto del periodo vive di drive che terminano con punt per entrambe le squadre, con Tampa che fallisce un FG da 50 yard che finisce sul palo, prima che Mayfield trovi le misure alla difesa di casa con 2 lanci consecutivi su Evans (per un totale di più di 50 yard) che portano l’attacco di Canales in piena red zone da dove Mayfield pesca Otton per il touchdown del pareggio (10-10) quando mancano pochi secondi all’halftime.
Al rientro dagli spogliatoi le difese sembrano prevalere contro gli schemi dei contrapposti offense, più volte costretti al punt; ma Goff orchestra un drive lungo (64 yard in quasi 4 minuti e mezzo) con le solite ricezioni di LaPorta e St. Brown a cui si aggiunge Wright, ma è un altro Reynolds (RB #13) a violare la end zone per il 10-17. Tampa, anche se con menù fluidità del team di casa, riesce a tornare nella red zone avversaria grazie soprattutto a 3 ricezioni consecutive con consistenti guadagni del TE Cade Otton ma è White, su lancio di Mayfield a segnare il touchdown che segna il pareggio provvisorio (17-17), con il terzo quarto che si esaurisce.
L’inizio dell’ultima frazione di gioco vede i Detroit Lions prendere il sopravvento, nel gioco e nel punteggio con 2 segnature ravvicinate (corsa di Gibbs e ricezione di St. Brown) che rapidamente spostano l’inerzia del match a favore della squadra di coach Campbell (17-31). I Buccaneers, con poco più di 6 minuti dal termine della partita, trovano le forze per un altro drive positivo, prima con un quarto down trasformato da Evans che riceve un lancio di Mayfield per 24 yard e poi con lo stesso Evans che riceve il touchdown che avvicina gli ospiti nel punteggio (23-31 dopo la trasformazione da 2 punti fallita). I Lions cercano di far passare più tempo guadagnando primi down ma devono ridare il possesso della palla a Tampa con 2 minuti rimanenti sul cronometro; Mayfield però subisce il secondo intercetto e la partita termina con Goff che si inginocchia per tre volte portando a zero l’orologio e segnando la vittoria dei suoi Lions.
I Buccaneers erano nettamente sfavoriti contro Detroit e va dato loro merito di aver tenuto aperta la sfida, almeno per tre quarti del match; Mayfield (26/41, 349 yard, 3 TD e 2 intercetti con 4 sack subiti) non è stato immune da errori, con i due turnover che hanno aperto e chiuso la sua partita, ma ha dimostrato di poter recitare ancora un ruolo da protagonista in una partita di playoff difficile come quella disputata al Ford Field; il QB ex prima scelta assoluta è sempre stato sotto pressione della difesa avversaria e anche il gioco di corsa (89 yard totali tra White e Edmonds) non ha aiutato l’attacco di coach Canales a rendersi meno prevedibile. Il gioco aereo ha tenuto in partita la franchigia della Florida con il solito Evans (147 yard in 8 ricezioni e 1 TD) e con l’emergente TD Otton (5 ricezioni per 65 yard e 1 TD) Godwin è un po’ mancato in un’occasione importante. La statistica sui terzi down (4 su 12) dice molto delle difficoltà trovate dalla offense di Tampa anche se le 400 yard abbondanti totali sono superiori rispetto a quelle degli avversari. In difesa notevoli le prestazioni di David (13 tackle, 1 sack, 2 TFL e 1 QBHit per lui) e Britt (12 tackle e 1 TFL) Winfield Jr non ha avuto una giornata positiva, come la pass rush per mettere sotto pressione Goff, che poteva essere una chiave del match.
I Lions arrivavano alla sfida con i Buccaneers da favoriti e hanno dimostrato tutto il loro potenziale, soprattutto in attacco. Goff (30/43, 287 yard, 2 TD e 0 intercetti con 2 sack) ha spesso trovato il ritmo giusto, non pressato eccessivamente dalla opposta difesa e potendo contare su target di primo livello. Anche il running game ha dato una grossa mano alla squadra del Michigan con Gibbs (74 yard e 1 TD) e Montgomery (33) che hanno reso multidimensionale l’attacco di Johnson, altra chiave pronosticata alla vigilia della sfida. Nel gioco aereo notevoli i numeri di LaPorta (9 ricezioni e 65 yard) e St. Brown (77 yard in 8 ricezioni e 1 TD) con giocate decisive dei vari Williams, Reynolds e Wright, oltre al duo di RB Gibbs/Montgomery. Anche se le yard totali sono meno di quelle di Tampa dimostrano un miglior equilibrio tra corse e lanci, rendendo più ardua alla difesa avversaria la lettura, e quindi il contenimento delle giocate dell’opposto attacco. La difesa ha iniziato e chiuso il match con 2 intercetti, con i DB Branch e Melifonwu migliori placcatori (9 tackle a testa) e per entrambi sack e TFL. I 4 sack totali messi a segno testimoniano la costante pressione dei pass rusher e il loro prevalere su una linea d’attacco abbastanza in difficoltà per tutta la giornata.
Tampa chiude la propria stagione con un bilancio sicuramente migliore di quello preventivato dalla maggior parte degli addetti ai lavoro alla partenza della stagione. Sicuramente la NFC South ha facilitato molto il compito del team di coach Bowles che comunque ha dimostrato di saper reagire dopo una striscia di 5 sconfitte in 6 partite a metà stagione che poteva compromettere l’intera annata. Nella seconda parte della stagione l’attacco ha saputo alzare il proprio livello di gioco e la difesa ha beneficiato dei giovani (Kancey, Diaby) oltre ai veterani come David, White e Winfield. Ora la parola passa al front office con decisioni importanti sui molti free agent (Mayfield ed Evans su tutti, ma anche Winfield e White in difesa) sulle mosse in vista del draft e sui possibili cambi nel coaching staff. Detroit domenica serà se la vedrà contro i favoriti San Francisco 49ers nel NFC Championship, che darà l’accesso al prossimo Super Bowl di Las Vegas. La squadra di coach Campbell è cresciuta moltissimo nelle ultime stagioni, con un roster giovane (frutto delle ottime mosse del front office) e con grandi motivazioni. Le individualità in attacco sono numerose (oltre che Goff, Gibbs e Montgomery, St. Brown, Reynolds e LaPorta) e la sfida che si giocherà al Levi’s Stadium di Santa Clara potrebbe rivelarsi più aperta del previsto. L’appetito vien mangiando e per i giovani leoni del Michigan l’occasione è ghiotta per puntare al Vince Lombardi Trophy!
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