Terza sconfitta consecutiva (Pittsburgh Steelers vs Cincinnati Bengals 16-10)

Terza sconfitta consecutiva per i Cincinnati Bengals che, al cospetto del proprio pubblico, soccombono contro i Pittsburgh Steelers per 16 a 10 in week 12. I Bengals, privi del loro QB titolare, Joe Burrow, si affidano al backup Jake Browning, mentre, dalla parte opposta della side line, Pittsburgh si presenta con un nuovo Offensive Coordinator, Eddie Faulkner, dopo l’allontanamento del coach Canada avvenuto la scorsa settimana.

Sono gli ospiti a segnare i primi tre punti della partita con un calcio del kicker Chris Boswell dalle 41 yard dopo un buon drive giocato da Pickett e compagni. Sono le corse del duo Harris-Warren a costituire l’ossatura del gioco offensivo degli Steelers insieme alle ricezioni centrali del TE Pat Freiermuth, vera spina nel fianco della difesa di casa. Il passivo, nel primo quarto, potrebbe essere ancora più pesante se il CB dei Bengals, DJ Turner, non avesse raccolto e riportato per 28 yard un fumble provocato dal defensive tackle Carter sulle 15 yard, bravo a procurare la caduta dello sferoide prolato dalle mani di Warren.

Sul fronte opposto, Browning, per almeno tutto il primo quarto, fa fatica a muovere la catena e non sembra saper gestire la pressione del front four avversario. Nel secondo periodo, grazie ad un buon ritorno del RB Williams e ad alcune giocate, come quella del WR Chase che raccoglie la palla deviata da un avversario e corre per 31 yard, Cincinnati riesce ad affacciarsi per la prima volta in red zone. Dalla linea delle 11 yard, con una formazione con doppio TE, Browning lancia un pass verso la sua sinistra ricevuto da Sample che corre in end zone saltando anche un proprio compagno di squadra.

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La partita scivola via fino all’intervallo con un canovaccio ben definito: sono gli Steelers a condurre il gioco, per yard e minutaggio, sebbene i loro possessi non si tramutino in punti. L’attacco dei Bengals è invece spuntato con possessi di breve durata; l’unica segnatura di Cincinnati è comunque sufficiente per portarsi in vantaggio all’intervallo, infatti si susseguono 5 punt, 3 degli ospiti e 2 dei padroni di casa.  

Ad inizio ripresa partono forte i Bengals che riescono a percorrere ben 57 yard portandosi in red zone sulle 18 yard avversarie, ma proprio in quel momento Browning commette un errore grossolano facendosi intercettare, dal CB Thompson, il lancio destinato al WR Chase.

Da lì in poi inizia un monologo Steelers, che mettono a referto punti in tutti e 3 i drive giocati con 1 touchdown e due field goal, portandosi sul 16 a 7. Il Touchdown è stato firmato dal RB Harris che proprio in settimana aveva espresso il suo rammarico per lo scarso utilizzo, ma la segnatura ha suscitato molte proteste dei padroni di casa perché gli arbitri han lanciato prima una flag, per un evidente holding ai danni del LB Pratt, salvo poi ritirarla convalidando la segnatura.

Cincinnati non riesce a reagire e a recuperare le distanze se non riducendo il distacco in garbage time con un field goal del kicker di casa McPherson. L’onside kick seguente è facile preda dello special team ospite e la partita si chiude con la victory formation giallonera.

La partita è stata abbastanza brutta con i Cincinnati Bengals che non hanno mai dato l’impressione di poter dare continuità alle azioni d’attacco: il QB Browning, 19 su 26 per 277 yard, non è stato in grado di produrre un gioco efficace e consistente, mettendo a referto solo 2 su 10 nei terzi down. Il gioco di corsa è stato a dir poco inesistente. Mixon, l’unico RB a correre, ha messo a referto 16 misere yard in 8 tentativi, con una media a portata di 2 yard. Zach Taylor ha giustificato questo suo gameplan con il tentativo di attaccare gli Steelers nei fondamentali che reputava più deboli, ma non è sembrata una grande idea lasciare un QB alla sua prima apparizione da titolare in NFL senza il supporto di un gioco di corsa per quanto lacunoso potesse essere. Pochi palloni per i wide receiver, con Chase che è risultato il più attivo con 81 yard e un paio di giocate da vero fenomeno, mentre il reparto TE ha ricevuto 8 volte accumulando però solo 38 yard complessive.

Prestazione in chiaroscuro per la difesa che nel primo tempo è riuscita a limitare l’attacco Steelers concedendogli yard ma non segnature, mentre nel secondo tempo non ha più retto, essendo anche stata costretta in campo per 37 minuti a fine partita, e ha permesso ai gialloneri di superare le 400 yard di guadagno, cosa inusuale per l’attacco di Pickett e compagni.

Quest’ultimo con 24 completi su 33 tentativi per 278 yard totali è uscito alla distanza. Impreciso nel primo tempo ma più efficace nella ripresa quando ha completato anche contro i blitz portatigli nei terzi down. Ottima la prestazione del TE Freiermuth che, con 9 ricezioni e ben 150 yard messe a referto, è stato davvero immarcabile per la difesa neroarancio. Fondamentale l’apporto del running game, sia per numero di portate, 33, che per continuità di guadagni, ben 153 yard con 4,6 yard a portata. Ottima, come al solito, la difesa, vero punto di forza della franchigia della Pennsylvania. 4 Sack complessivi, di cui 2 ad opera da TJ Watt resosi però protagonista di uno spiacevole episodio, avendo colpito, chiaramente per intimidirlo, il QB avversario alle spalle quando ormai la palla era già stata abbondantemente lanciata; Watt è un campione troppo forte per ridursi a ricorrere a questi mezzucci.

Pittsburgh, seppur con qualche difficoltà nel primo tempo, ha giocato una buona partita mettendo a segno ben 421 yard, cosa che non accadeva da ben 58 partite; per la prima volta quest’anno gli Steelers hanno vinto una partita facendo più yard degli avversari, restano tuttavia pochi i punti segnati 16, in linea con quanto realizzato nelle scorse settimane, rispetto alle yard conquistate. Il cambio di OC ha evidentemente sortito gli effetti sperati, anche se, ad onor del vero, già da un paio di partite si erano visti dei miglioramenti soprattutto nel gioco di corsa. A ben vedere il game plan si è basato sui punti deboli della difesa dei Bengals noti ai più, quali l’uso del TE con lanci al centro e il running game, che quest’anno Cincinnati non riesce a fermare con efficacia anche a causa dei molti tackle sbagliati. Sicuramente serviranno banchi di prova più probanti di una squadra in caduta libera come i Bengals per sapere se l’attacco degli Steelers sta facendo quei passi in avanti necessari per puntare a un qualcosa in più di una semplice comparsata ai playoff. Molto del destino di questa squadra passa naturalmente per le mani di Pickett, che, nonostante la discreta prova in questa partita, non trasmette ancora quel senso di affidabilità che dovrebbe ormai aver raggiunto.

Sul fronte opposto, i padroni di casa non sono entrati mai veramente in partita. Le statistiche sono impietose e si è palesato quanto sia pesata l’assenza di Burrow, che riesce a sopperire alle carenze del playcalling e alla cronica inefficacia del running game e della offensive line. Sarà dura per Cincinnati portare a casa qualche vittoria da qui a fine stagione.

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Il coaching staff dei Bengals, che è rimasto invariato per ben 5 stagioni, sta dimostrando tutti i suoi limiti e il record di Zach Taylor senza Burrow recita 4-20; probabile che a fine stagione siano l’OC Callahan e l’OL coach Pollack, perché è evidente che, specialmente in attacco, si faccia affidamento solo sul talento dei singoli e non su un sistema di gioco collaudato e affidabile.

Le due squadre si affronteranno di nuovo in week 16, ma sembra davvero difficile immaginarsi un risultato diverso.

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2 Commenti

    1. Quell’attacco peggio non può fare, vediamo se questa prima partita è solo una overreaction o ci sarà un reale cambiamento.

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