Terza vittoria consecutiva per i Cincinnati Bengals di Jake Browning che riescono a superare i Minnesota Vikings con un field goal all’overtime con un punteggio finale di 27 a 24. Singolare come le due franchigie si siano affrontate nel 2021 in week 1 e anche in quella occasione Cincinnati era riuscita a prevalere con il medesimo punteggio maturato grazie ad un field goal sempre al supplementare.
Partita non proprio entusiasmante nei primi due quarti di gara terminati con il punteggio di 7 a 3 per gli ospiti. Se da un lato la difesa di Minnesota ha buon gioco contro l’attacco guidato dal backup QB Browning, dall’altro i due intercetti subiti dal backup QB Mullens, tengono ancora viva la partita nonostante la differenza in termini di yard guadagnate e di primi down conquistati a favore degli ospiti. Nel terzo quarto, Minnesota allunga il vantaggio portandosi 14 a 3 grazie al secondo TD di giornata ad opera del WR J.Addison che riceve palla e si invola indisturbato in end zone. La difesa dei Bengals aveva tentato una cover 0 blitzando su una azione di 3&8, ma Mullens è riuscito lo stesso a evitare la pressione scaricando velocemente il pallone. Il terzo quarto si chiude 17 a 3 grazie ad un calcio del kicker Joseph dopo che i Vikings avevano recuperato palla con un intercetto.
La partita sembra ormai incanalata verso una netta vittoria degli ospiti allorquando l’attacco dei Bengals inizia inaspettatamente ad essere efficace: il touchdown di Higgins accorcia le distanze sul 17 a 10 a quattro secondi dall’inizio dell’ultimo quarto. Minnesota riprende palla ma con un 3&out è costretta a ricorrere al punt consentendo ai padroni di casa di ripartire dalle 37 yard dopo il ritorno. Browning riesce ad evitare una brutta situazione convertendo un 3&21 grazie ad una ricezione di Chase e, successivamente a portarsi ad una yard dalla end zone. Il primo tentativo di sfondamento va a vuoto, ma, nel secondo ci pensa il RB Mixon a portare la palla al di là della linea sfruttando le sue doti di guadagno after contact. La partita è in perfetta parità. Quella lunga conversione, che è stata la giocata chiave del drive, è sulla coscienza di Brian Flores che è stato troppo aggressivo in una situazione dove probabilmente sarebbe bastato restare in cover e non concedere la chiusura del down.
Minnesota non si arrende e, nonostante lo spavento corso con il possibile intercetto del LB Pratt riportato in end zone annullato da un offside, riesce a riportarsi in vantaggio con un altro touchdown del WR Addison che riceve un passaggio per una yard dopo una splendida corsa di Chandler da 30 yard. Mancano a quel punto 3 minuti e 48 secondi al termine della partita. Il QB Browning rimanendo freddo e lucido e si inventa un lancio sotto pressione dalle 21 yard verso il WR Higgins. Il numero 5 di casa, anche lui come Addison al secondo touchdown di giornata, compie un incredibile gesto atletico: dopo aver ricevuto a una yard dalla end zone, riesce, con una mossa strepitosa da vero fuoriclasse, ad allungare il braccio in caduta, portando il pallone al di là della linea, segnando il momentaneo pareggio; 24 pari dopo la conversione da un punto.
Nei supplementari, dopo un punt iniziale, Minnesota si trova a giocare un 3&1 sulla linea delle 42 yard. Sembra fatta perché il primo down metterebbe una serie ipoteca sulla vittoria finale, ma accade l’imponderabile; la QB sneak non riesce per ben due volte. Mullens invece di buttarsi in avanti, quasi si nasconde dietro il compagno. Anche qui il coaching staff dei Vikings ha davvero lasciato perplessi, ignorando completamente la possibilità di utilizzare Chandler che ha chiuso la partita con 5,7 yard conquistate a portata. Dal turnover on down, Browning completa un altro lancio in pressione verso il centro; stavolta è il WR Boyd a ricevere palla e ad involarsi verso la end zone guadagnando 44 yard e sfruttando lo scontro tra 3 difensori di Minnesota. Il calcio finale del kicker McPherson chiude la partita a favore dei Bengals.
Jake Browning chiude con 29/42 per 324 yard; un 4° quarto davvero ben giocato con due pass di notevole fattura (su Higgins e Boyd), ma solo dopo che era riuscito a combinare poco o nulla nei primi 45 minuti di gioco. Cerca Higgins molto più di Chase (che uscirà per un colpo anzitempo) e, nonostante alcuni drop, alla fine la scelta si rivela vincente. Il running game non è efficace come nelle scorse partite: i RB Mixon, Brown e Williams corrono per 80 yard ma con sole 3,6 yard a portata. Per il rush finale di stagione saranno da valutare le condizioni di Chase che è uscito anzitempo dolorante ad una spalla, ma sembra che possa essere disponibile già per la prossima partita. Un passo indietro lo ha fatto la OL considerando i 4 sack che hanno comportato 22 yard perse. Ancora inefficaci i trick-play, con Hudson che si è trovato il pallone in mano per lanciare nel primo tempo senza sapere cosa farsene.
In chiaroscuro la prestazione della difesa dei Bengals. Se da un lato sono state concesse ben 424 yard, dall’altro i ragazzi allenati da Lou Anarumo hanno comunque prodotto 2 intercetti, 3 sack, 3 tackle for loss e ben 11 QB hits. Rimangono comunque irrisolti i soliti problemi: la scarsa copertura della zona centrale del campo, particolarmente colpita da TE e WR avversari e la scarsa capacità di contrastare le corse. L’infortunio season-ending occorso a DJ Reader, rottura del tendine del quadricipite, rappresenterà un grande problema per la difesa di Cincinnati, ma anche con lui in campo non si era trovato modo di arginare le corse avversarie che sono state decisive soprattutto durante il primo drive. Da segnalare che anche il cornerback Ivey ha subito la stessa sorte beffarda durante un’azione degli special team, lesione dei legamenti del ginocchio, e pertanto dovremo aspettare la prossima stagione per rivederlo in campo.
Sul fronte opposto, Mullens lancia 33 passaggi completandone 26 per 303 yard complessive, ma sono i due intercetti del primo tempo che pesano come macigni sulla sua prestazione, anche perché avvenuti uno sulla 1 yard dei Bengals e l’altro sulle 30. Anche nel finale Mulles si dimostra poco efficace nell’azione di Qb sneak, risultata decisiva per le sorti dell’incontro, condannando di fatto Minnesota alla sconfitta. Il running game con 30 portate per 143 yard totali (4,8 di media) è sembrato essere il vero punto di forza della franchigia, nonostante l’assenza del running back titolare Mattison. Non si comprende perché ad un certo punto della partita, Minnesota abbia deciso di privarsene preferendo lanciare, soprattutto vista l’uscita dal campo di Reader. Justin Jefferson e soprattutto Addison sono i target preferiti mettendo a referto ben 195 yard complessive. Lo stesso Hockenson con 63 yard ha sempre dato l’impressione di riuscire a infilarsi bene tra le maglie della difesa avversaria e avrebbe meritato probabilmente di essere cercato di più. La difesa guidata da Hunter, 2 sack e 3 tfl, è sembrata molto organizzata ed è stata capace di tenere gli avversari a soli 3 punti per tre quarti di gioco. Certo nell’ultimo quarto si sono visti tutti i limiti di una secondaria che davvero sembra il grosso punto debole di questa difesa.
Con questa vittoria i padroni di casa conquistano il 6° seed nonostante le vittorie di Colts, Houston e Bills. Con un calendario molto difficile, dovendo affrontare Pittsburgh, Kansas City e Browns, per Cincinnati rimane molto complicata la strada per accedere alla post season, specie considerando la perdita di DJ Reader, vera colonna portante della difesa. Contro le difese organizzate come quella di Minnesota, l’attacco dei Bengals si esprime solo a sprazzi, vivendo di fiammate.
Minnesota, che si ritrova ad avere anch’essa il 6° seed, ma con un record inferiore,7-7, dovrà vedersela 2 volte con Lions e con i Packers già sconfitti in week 8 e deve mangiarsi le mani per l’occasione sciupata. Davvero sembrava che questi Vikings avessero tutte le carte in regola per portarsi a casa la partita. Il coaching staff deve analizzare bene le giocate chiave per evitare di ripetere gli errori sanguinosi fatti sabato sera. Rispetto ai Bengals però, che devono fronteggiare una vera e propria ammucchiata con 6 squadre per gli ultimi due posti (con Cleveland ormai ad un passo dal 5° seed), Minnesota sembra avere meno competitor: oltre a Green Bay, vi sono i Rams, Seattle ed i Saints per 2 posti, considerando che verosimilmente una tra Dallas e Philadelphia raggiungerà il 5° seed. Il record non sarà quello un po’ bugiardo dello scorso anno, ma la squadra sembra avere basi solide su cui impostare un ciclo, anche se tutto gira attorno all’enigma di quale sarà il quarterback che guiderà i Vikings il prossimo anno.