Diventa naturale allora andare a calcolare, per ogni franchigia, il numero di vittorie delle avversarie nella stagione precedente per ipotizzare una classifica basata sulla difficoltà dei calendari di ogni formazione, la cosiddetta strength of schedule, concetto poco conosciuto negli sport europei a gironi, perché da noi normalmente è previsto che tutte le squadre si affrontino reciprocamente lo stesso numero di volte, cosa ovviamente impossibile in un campionato con sole 17 partite e 32 compagini.
Questa è quella prevista per il 2023.
Naturalmente non c’è nulla di più aleatorio dal momento che questo farebbe presupporre che il valore delle squadre non sia mutato sostanzialmente da una stagione a quella successiva, mentre sappiamo bene quanto, grazie al draft e alla free agency, le cose in NFL cambino in fretta. Un esempio su tutti: la NFC East che due anni fa era considerata la division più debole della lega, la passata stagione ha portato ben tre squadre ai playoff e la quarta li ha sfiorati.
Non ci resta allora che andare a vedere a posteriori l’attendibilità della strength of schedule della passata stagione rispetto alle aspettative; analizzando il grafico seguente che ha nell’area rossa le squadre che hanno avuto un calendario più difficile delle aspettative e in verde uno più facile. Il risultato è frutto del differenziale tra la percentuale di vittorie delle squadre avversarie nel 2021 e quella effettivamente conseguita nel 2022.
I Los Angeles Rams, pur avendo avuto un calendario nettamente migliore rispetto alle aspettative, non sono riusciti ad approfittarne; analogamente i Chicago Bears che ne hanno avuto uno molto più complicato non hanno ottenuto risultati sensibilmente peggiori del potenziale della squadra, a dimostrazione che la strength of schedule è un parametro con relativa affidabilità statistica.
Sappiamo bene quanto affrontare lo stesso avversario in un periodo della stagione o in un altro possa avere esiti molto diversi in funzione del suo stato di forma, dell’affiatamento di nuovi allenatori e giocatori, degli infortuni che ha dovuto patire e magari anche delle condizioni atmosferiche, motivo per cui personalmente disapprovo le sfide con la stessa rivale divisionale troppo ravvicinata (vorrei una regola che preveda obbligatoriamente almeno 4 giornate tra l’andata e il ritorno).
Continuiamo pure a gioire per un calendario apparentemente favorevole e lanciamoci in ardite previsioni di vittorie e sconfitte, ma non illudiamoci che alla fine della stagione l’esito si riveli tale.
(Giorgio Prunotto)