XFL: review di week 8
L’ottava giornata della XFL ha espresso i primi verdetti sulla corsa ai playoff e regalato al pubblico quattro partite incertissime fino agli ultimi secondi.
St Louis Battlehawks – Vegas Vipers 21-17 OT
I Battlehawks vincono una difficile partita contro i Vipers che, nonostante fossero già eliminati dalla corsa alla post season, hanno giocato con la grande orgoglio e sono stati piegati solo nel primo overtime della stagione.
Sono proprio i giocatori in nero a passare in vantaggio al primo possesso con una rush di 5 yard di John Lovett a coronamento di una sequenza di azioni tutte giocate sulle corse dello stesso Lovett e del QB Jalen McClendon. Proprio McClendon risulterà, alla fine, il giocatore fondamentale per le fortune della franchigia del Nevada, sia nel portare la palla, 62 yard in 13 portate, sia come passatore, con un buon 13 su 23 per 159 yard e un TD pass. La conversione da due punti, un passaggio di McClendon per Martavis Bryant, porta i Vipers avanti per 8-0. I Battlehawks accusano il colpo e nel loro primo possesso si fermano in prossimità della linea di midfield e sono costretti al punt. Vegas riparte dalle proprie 8 yard e mantiene il possesso per quasi nove minuti, ancora privilegiando il gioco a terra, per arrivare fino alle 13 di St Louis dove, sul quarto e cinque, decide di affidarsi al piede di Sam Sloman, il Kicker con qualche presenza in NFL (Rams e Titans) nel 2020, ingaggiato nella scorsa settimana. Il passivo di undici punti dà la sveglia a St Louis che, guidata da Nick Tiano che ha sostituito l’infortunato A.J. McCarron, mette a segno un touchdown grazie ad un pass di 32 yard dello stesso Tiano per Hakeem Butler. Segue la conversione da due punti realizzata da Tiano per l’8-11. Vegas continua a portare la palla e consumare minuti, ma stavolta si deve accontentare di un calcio da 43 yard che Sloman fallisce.
E’ il turno di Nick Tiano, che preferisce affidarsi al gioco aereo ma, dopo aver infilato tre bei completi per 35 yard, si fa intercettare da Marwin Evans un passaggio destinato ad Austin Prohel. McClendon inaugura il nuovo drive con un gran passaggio a Bryant per un guadagno di 39 yard ed un altro a Brian Burt per altre dieci yard ma poi,in prossimità dlla red zone, con sette yard da guadagnare, incappa in tre incompleti di fila per un turnover on down.
Il secondo tempo inizia con St Louis che arriva fino alle 30 di Vegas dove é costretta ad affidarsi al calcio di Donald Hageman che però, da 48 yard, non centra i pali. Il terzo periodo si consuma in due possessi infruttuosi, poi all’inizio del quarto, I Vipers incorrono in un turnover quando Travis Feeney atterra McClendon forzandogli un fumble che LaCale London recupera per i Battlehawks che però non riescono a trarre vantaggio dal possesso perché poco dopo perdono a loro volta il possesso in seguito a un intercetto della safety Maurice Smith. Seguono due drive senza esito, poi Pita Taumoepeni forza un fumble di Bryan Hill e restituisce il possesso a Vegas sulle 27 di St Louis dove McClendon ancia un TD pass per Geronimo Allison per il 17-8. Siamo ancora a metà del periodo e si sa che Mccarron é uno specialista in come back, ma McCarron non c’é e allora Anthony Becht, l’Head coach di St Louis, su un quarto e sei estrae il coniglio dal cilindro: ordina un punt, ma si tratta di un fake, il punter Sterling Hofrichter, invece di calciare, passa Gary Jennings in posizione di hunter che riceve e si invola verso la end zone. La trasformazione da tre punti, un TD pass di Tiano per Darrius Shepherd riesce e il gap di nove punti é completamente azzerato. 17-17 e si va al primo overtime del campionato.
Ricordiamo che il regolamento XFL prevede, per spezzare il pareggio, tre tentativi di segnare per ciascuna squadra, partendo dalla linea delle 5 yard, come nella trasformazione da due punti. Il successo vale appunto due punti. I Battlehawks trasformano i primi due tentativi rendendo inutile il terzo perché Vegas fallisce i suoi e la partita termina con St Louis vincente 21-17.
I Vipers escono sconfitti ma confermano che i notevoli miglioramenti rispetto alle prime uscite, mentre St Louis si prepara a seguire con interesse la sfida tra Defenders e Sea Dragons.
Orlando Guardians – Arlington Renegades 16-18
I Guardians chiudono gli impegni casalinghi ospitando i Renegades in piena bagarre per la corsa ai playoffs con l’intenzione di confermare il momento positivo culminato con la vittoria sui Defenders. Arlington presenta nel ruolo di QB il veterano Luis Perez, arrivato dai Vipers per dare un impulso al passing game dei texani finora alquanto deludente.
Il primo turno d’attacco é dei Renegades e Perez conduce un drive imperniato soprattutto sulle corse di Laddie Brown e De’Veon Smith ma arrivato sulle cinque di Orlando deve accontentarsi dei tre punti di Tyler Russolino che calcia il field goal da 23 yard. La replica di Orlando é un field goal di Josè Borregales da 24 yard. Sul finale del periodo Quintten Dormady incorre nel primo dei turnover dei Guardians perché perde la palla in seguito ad un intervento di Bruce Hector. Il fumble viene ricoverato e riportato in end zone da De’Vante Bausby al suo secondo TD stagionale. L’ovale torna ai Guardians ma Dormady, atterrato da Will Clarke, commette un altro fumble che viene poi ricoperto da Isaiah Graham-Mobley. L’azione successiva dei texani produce soltanto un field goal di Russolino per il 12-3. Dormady, dopo i due fumble disastrosi, si riscatta concludendo con una corsa di due yard in touchdown, un drive condotto a suon di passaggi per Cody Latimer, Eli Rogers e Jordan Thomas. La conversione per il punto addizionale non va e si va al riposo sul 12-9 per i Renegades.
Il terzo periodo vede tre turnover consecutivi: prima uno per mancata conversione del quarto tentativo di Orlando, poi uno di Arlington per un fumble di Nate Becker, provocato da un intervento difensivo di Najeem Hosein, poi ancora un intercetto di Joe Powell che restituisce il possesso ai Renegades sulle 22 di Orlando. Bastano tre portate di Smith e un passaggio di Perez per Rannell Hall per arrivare a una yard dal traguardo, che viene coperta da una corsa ancora di DeVeon Smith. Con nove punti di vantaggio, siamo 18-9, per i Renegades sembra fatta, anche perché Dormady, in giornata decisamente sfortunata, si fa intercettare da Willy Taylor un passaggio inteso per Eli Rogers. Succede però che Taylor, nel riportare l’ovale, commetta a sua volta fumble chrestituisce l’ovale ai Guardians. Seguono due possessi infruttuosi, uno per parte, poi i Guardians si riavvicinano grazie ad un drive molto ben gestito da Quinten Dormady che completa quattro bei passaggi, l’ultimo dei quali per la ricezione in TD da 19 yard di Eli Rogers. Il punto addizionale porta il punteggio sul 18-16 per i Renegades a poco più di tre minuti dal termine. Arlington riesce a tenere il possesso per due minuti, ma poi é costretta al punt. Manca un minuto e quaranta e i Guardians partono dalle proprie 21 con l’obiettivo di raggiungere una posizione che permetta almeno di calciare un field goal. Con tre buoni passaggi Dormady arriva sulle 44 di Arlington con quattro tentativi e 32 secondi a disposizione. Al primo tentativo però, mentre effettua il drop-back per prepararsi al passaggio, viene raggiunto da Willie Taylor che lo atterra e gli fa perdere la palla chiudendo così la partita.
Col senno di poi si potrebbe dire che prima di tentare il passaggio si potevano fare un paio di tentativi di corsa per arrivare alle 35 e calciare ma, si sa, “del senno di poi son piene le fosse”. I Renegades fanno un passo importante in attesa di sapere come andrà l’incontro tra Houston e San Antonio, che potrebbe essere decisivo.
San Antonio Brahmas – Houston Roughnecks 15-17 OT
La partita chiave per la qualificazione ai playoffs vede la matematica promozione di Houston che, dopo tre sconfitte consecutive, torna alla vittoria piegando i Brahmas soltanto in overtime al termine di una partita durissima, dominata dalle due difese. I Brahmas, nonostante il recente arrivo di Paxton Lynch dai Guardians, schierano nel ruolo di QB ancora Jack Coan che soffre molto pressione della difesa di Houston a causa della insufficiente protezione della propria OL. Chiuderà con un 23 su 41 per 190 yard, neanche tanto male se non avesse lanciato due intercetti e subito ben sei sack.
La prima serie d’attacco é di Houston, che parte subito forte e, guidata da un Brandon Silvers ritornato dopo aver saltato l’ultima partita per infortunio, va subito in touchdown al termine di un drive prevalentemente aereo completato con una ricezione da 3 yard in end zone di Deontay Burnett. La replica di San Antonio é un buon drive in cui Coan alterna buoni passaggi per Landen Akers e Jaques Patrick, con le corse dello stesso Patrick, ottima la sua partita con 95 yard guadagnate su corsa oltre alle 38 conquistate con quattro ricezioni. L’avanzata però si ferma a due yard dalla linea di end zone perché la goal line di Houston respinge tre tentativi costringendo Hines Ward, Head Coach dei Brahmas, ad accontentarsi del field goal di Parker Romo. Nel secondo periodo San Antonio raggiunge il pareggio grazie a un altro calcio di Romo da 42 yard al termine di una lunga serie di giochi che si ferma a 24 yard dalla meta per un quarto e dieci. Nel possesso successivo sono i Roughnecks a calciare un field goal che Austin Jones realizza da 41 yard. Prima della fine del primo tempo Coan si fa intercettare da Will Likely , ma subito dopo anche Silvers subisce a sua volta un intercetto da parte di Jack Koerner proprio allo scadere del tempo.
Il primo drive del terzo periodo e dei Brahmas, ma Coan subisce il suo secondo intercetto da parte di Trevon Mason che poi riporta l’ovale fino alle 7 di San Antonio. Da questa posizione di partenza bastano due giochi per mandare Garrett Owens in end zone con un passaggio di 5 yard. La conversione da un punto non va e si resta sul 15-6 per Houston. Per il resto del terzo periodo e buona parte del quarto assistiamo ad una serie di possessi improduttivi con i due punter impegnati in calci di allontanamento finché, a tre minuti dalla fine, Silvers si fa intercettare da Kameron Kelly un passaggio inteso per il WR Travell Harris. Partito dalle 32 di Houston, Jack Coan, nonostante subisca il sesto sack della partita, riesce ad arrivare fino alla linea delle 2 yard grazie a due passaggi per Akers e Patrick. Sarà poi compito di Patrick correre le due yard rimanenti per il touchdown del 15-12. La conversione da tre punti per il pareggio non va e Hines Ward ricorre al tentativo di trasformare il “quarto e quindici” per conservare il possesso. Il tentativo riesce e San Antonio riesce ad avanzare fino alle 31 di Houston per affidarsi al calcio di Parker Romo che centra i pali per il 15-15 che manda la partita in overtime.
Houston riesce a realizzare uno dei tre tentativi mentre San Antonio li fallisce tutti e l’incontro termina con i Roughnecks vincenti e matemeticamente promossi al playoff per il titolo della South Division, che vedrà come probabili avversari gli Arlington Renegades. Per i Brahmas sarà necessario vincere le ultime due partite (Guardians e Defenders) e sperare nella doppia sconfitta dei Renegades contro Defenders e Roughnecks, evento combinato con poche probabilità di realizzazione ma mai dire mai.
Seattle Sea Dragons – D.C. Defenders 33-34
Dopo tre partite di grande incertezza, decise tutte al fotofinish, arriva finalmente il Sunday Night con la sfida più attesa della settimana tra i Defenders, primi, ma reduci dall’inaspettata sconfitta di Orlando, e i Sea Dragons provenienti da una serie di cinque vittorie consecutive.
Dopo un possesso a testa di studio, senza esito, Washington alla seconda serie offensiva mette a segno un touchdown fulmineo: Ta’Amu serve prima un passaggio di 10 yard per Chris Blair, poi ne piazza un altro con cui lo stesso Blair conquista altre 52 yard fino alle 2 di Seattle dove viene fermato da Linden Stephen. Le ultime due yard vengono coperte da una corsa di Abram Smith. Segue la trasformazione da due punti per l’8-0. Dopo u three &out di Seattle, Washington tenta senza successo di convertire un “quarto e dieci” restituendo l’ovale sulle 39 yard di Seattle. Da qui Ben DiNucci gestisce una serie di giochi di corsa affidandosi soprattutto a Philip Lindsay, il running back ingaggiato nei giorni precedenti. Sarà proprio Lindsay a chiudere con una corsa di due yard in end zone per il 6-8. Il tentativo di conversione da tre punti non va a buon fine. Quando manca poco più di un minuto alla fine del primo tempo, al termine di un possesso di quattro minuti, i capitolini allungano grazie a un TD pass di 11 yard di Jordan Ta’Amu per Ryquell Armstead. Anche stavolta la conversione da due punti, un rush di Lucky Jackson, riesce e Washington si porta sul 16-6 con cui si chiude il primo tempo.
Il primo possesso del secondo tempo é di Seattle, ma DiNucci é in serata no e dopo tre tentativi deve ricorrere al punt. I Defenders ripartono dalle proprie 29 e, complice un pass interference di Stephen che gli fa guadagnare quaranta yard, arrivano fino alle 14 di Seattle da cui Ta’Amu serve il TD pass per Alex Ellis per il 22-6. Sembra finita per i Sea Dragons, finora incapaci di reagire, ma succede qualcosa che cambia il verso della partita: I Defenders tentano la trasformazione da due punti ma Nico Lalos forza un fumble a Ta’Amu, la palla viene ricoverata da Tyrell Adams che la riporta nella end zone di Washington. Per le regole XFL il turnover sulla conversione, se riportato in end zone assegna i punti previsti alla squadra che si difendeva. Si va sul 22-8 ma l’evento dà un’iniezione di fiducia ai Dragoni che nel possesso successivo segnano un touchdown con un big play di DiNucci che serve un passaggio di 46 yard a Juwann Green.Segue la conversione da un punto a cura Lucky Jackson e sul 22-15 la partita si riapre. Washington nel possesso seguente incorre in un fumble di D’Eriq King che viene ricoverato da Austin Faoliu per Seattle, ma i Sea Dragons perdono a loro volta l’ovale perché un passaggio di DiNucci viene intercettato da Joseph Wallace. Il conseguente turno offensivo di Washington non produce guadagno e la palla torna a Seattle che all’inizio dell’ultimo periodo mette a segno il field goal da 29 yard di Dominik Eberle peril 18-22. Il resto del quarto periodo é una serie di drive in cui i due attacchi prendono definitivamente il sopravvento. Washington consuma ben sette minuti in un drive quasi tutto impostato sulle corse di Abram Smith che si conclude con un TD pass di 5 yard di Ta’Amu per Brandon Smith che riporta Washington avanti di 10 punti. DiNucci, che non può perdere troppo tempo, risponde con tre giochi di passaggio per T.J.Hammonds, Blake Jackson e infine con un pass di 56 yard per Juwann Green per il 24-28, che diventa 27-28 dopo la conversione da tre punti con la ricezione di Jackson. Il festival dei big plays continua con un passaggio di Ta’Amu a Chris Blair per un touchdown da 70 yard che riporta Washington avanti di sette punti, 34-27.
La replica di Seattle é un filotto di nove passaggi completi di un DiNucci completamente trasformato dopo un primo tempo quasi disastroso, che porta alla ricezione di Jahcour Pearson per 14 yard per il touchdown ddel 33-34. Il tentativo di conversione da due punti per vincere la partita non va e Jim Haslett ordina il “quarto e quindici per tentare di raggiungere almeno la zona per calciare un field goal, ma il passaggio per Josh Gordon viene difeso efficacemente da Michael Joseph e la partita termina con la vittoria dei Defenders e la loro qualificazione matematica ai playoffs.
Per i Sea Dragons tutto é rimandato allo scontro diretto della prossima settimana a St Louis ne quale dovranno necessariamente vincere per raggiungere i Battlehawks.
L’ottava giornata é stata certamente la più emozionante dall’inizio del torneo, che era cominciato un po’ sottotono con alcune squadre inizialmente molto deboli rispetto alle altre. Il livello di gioco é cresciuto col passare delle settimane e ora non ci sono più partite dall’esito scontato: un bel successo per Dwayne Johnson e Dany Garcia, che stanno costruendo un ottimo prodotto. Ora bisognerà scegliere accuratamente le location per migliorare l’affluenza di pubblico. La scelta di due piazze “non NFL” come St Louis e San Antonio dovrebbe indicare la strada da seguire e ci sono città come San Diego e Oakland che risponderebbero certamente con grande entusiasmo.