Uno sguardo al 2022: Tampa Bay Buccaneers

I Buccaneers, nonostante un record negativo (8-9) sono riusciti a vincere la NCF South Division (la più debole della NFL) guadagnando un posto nei playoff, ma subito eliminati dai Dallas Cowboys anche disputando il match tra le mura amiche del Raymond James Stadium di Tampa.

COME DOVEVA ANDARE…

Dopo l’epica cavalcata del 2020 conclusa con la vittoria al Super Bowl e la stagione 2021 conclusa con la sconfitta nei playoff per mano dei futuri campioni Rams, il 2022 è vista come la stagione buona per ritornare a contendere il titolo, dopo che Brady ha annunciato il ritiro ma subito dopo è ritornato alla guida dei Buccaneers; il maggior cambiamento è nel coaching staff, dove il DC Todd Bowles diventa Head Coach al posto dell’amatissimo Bruce Arians; in Florida arrivano anche i WR Russel Gage e Julio Jones, il TE Kyle Rudolph, il DB Logan Ryan e dal draft il DL Logan Hall e il RB Rachaad White. Molte anche le partenze sia in attacco (le due guardie titolari Cappa e Marpet e il TE Gronkowski) che in difesa (Pierre-Paul e Suh) oltre al pesante infortunio in prestagione del centro titolare Ryan Jensen.

…E COME È ANDATA

Basta una parola: MALISSIMO. E’ pur vero che Tampa si è aggiudicata la NFC South Division per la seconda volta consecutiva, ma con un record negativo e con prestazioni altalenanti che hanno evidenziato le difficoltà tecniche, fisiche e caratteriali degli uomini chiave, a partire da Tom Brady. I Buccaneers non hanno avuto strisce vincenti di 3 partite e, senza la difficile e sudata vittoria in casa contro Atlanta, avrebbero collezionato un striscia di 6 sconfitte consecutive.

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La conquista della Division è stato merito più della pochezza degli avversari divisionali più che della forza della squadra di Bowles. L’epilogo contro i Cowboys nella wildcard (14-31) è stato il risultato di una stagione a dir poco deludente.

COSA HA FUNZIONATO…

Non è semplice trovare gli aspetti positivi della stagione di Tampa. Brady, nonostante l’età, ha dimostrato di avere ancora i numeri (490 completi su 733 lanci per 4694 yard, 25 TD e 9 int) per restare nell’elite dei QB della NFL anche se il record dei lanci tentati e completati è più responsabilità del poco redditizio gioco di corsa.

Per fortuna Evans e Godwin hanno consolidato la loro reputazione tra i ricevitori della lega. Il primo (77 ricezioni per 1124 yard e 6 TD) ha collezionato l’ottava stagione consecutiva con oltre 1000 yard ricevute in 8 stagioni da professionista, anche se spesso è stato un po “dimenticato” dal suo QB; Godwin (104 ricezioni per 1023 yard e 3 TD) è rientrato dopo un terribile infortunio nella scorsa stagione e più di una volta è stato il bersaglio preferito di Brady.

In difesa il duo di LB interni, Lavonte David e Devin White (entrambi con 124 tackle), si è confermato come uno dei migliori della lega; Vita Vea si è dimostrato uno dei NT più dominanti della NFL ed è stato leader nei sack (6.5). Da citare anche l’ottima prestazione da rookie del punter Jake Camarda che molte volte ha “tolto le castagne dal fuoco” in situazioni critiche per i suoi; per lui ci sono 10 punt in touchbak (primo della NFL) e nel complesso è tra i primi 5 punter della lega.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

E purtroppo si arriva inevitabilmente alla parte più sostanziosa per quanto riguarda le prestazioni dei Buccaneers. Brady, nonostante i numeri citati, è sembrato spesso fuori sync con i suoi ricevitori ed è parso più preoccupato a rimproverare i suoi compagni che a trovare le misure delle difese avversarie; difese che hanno avuto il vantaggio di non essere impensierite particolarmente dalle corse dei portatori di palla di Tampa: il miglior RB (Fournette) ha collezionato 668 yard (3.5 di media a portata) e 3 TD, mentre la speranza White (rookie) è stato di poco migliore (3.7 media) con 1 solo TD.

Tra i ricevitori grande delusione per Julio Jones con solo 10 partite giocate, 24 ricezioni per 299 yard e 2 TD; anche il compagno Russell Gage, arrivato per dare profondità al reparto, ha dato un modesto contributo (70 ricezioni, 426 yard pur con 5 TD)

Anche i TE hanno deluso parecchio, per primo Kyle Rudolph approdato in Florida per riempire, anche se parzialmente, il vuoto lasciato da Rob Gronkowski, per lui solamente 3 ricezioni per 28 yard e 1 TD in 9 gare disputate, anche il veterano Cam Brate (20 ricezioni per 174 yard, 0 TD) non è stato all’altezza, con il solo Cade Otton (rookie) a dare qualche segnale positivo con 42 ricezioni per 391 yard e 2 TD.

In una difesa 3-4 la maggior parte della pressione e dei sack è sulle spalle dei OLB e questo non è successo, Barrett si è infortunato troppo presto e i rincalzi non sono stati produttivi: il trio Nelson, Nassib e Tryon-Shoynka ha totalizzato 13 sack, troppo pochi per impensierire gli attacchi avversari. Il backfield difensivo è stato penalizzato dai tanti infortuni ai titolari, e questo non ha aiutato un reparto già in difficoltà nelle ultime stagioni.

Anche il kicker Succop ha messo del suo con 7 errori sui 38 tentativi di FG, con un 2 su 7 dalle 50 in su che dimostra che anche il veteranissimo forse è arrivato al traguardo della carriera.

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Negli elementi negativi non si può non citare il coaching staff, a partire dal HC Bowles grande esperto di difesa ma che nei panni del capo allenatore ha spesso evidenziato limiti tecnici e caratteriali; forse ancora più di Bowles sul banco degli imputati merita di esserci l’OC Byron Leftwich che ha continuato a persevare con schemi e chiamate nonostante i risultati pessimi e poco efficaci; i detrattori dell’ormai ex offensive coordinator sostengono che nella stagione vincente del 2020 il merito del gioco offensivo dei Buccaneers fosse più di Arians che suo….

E ADESSO?

A Tampa si respira un’atmosfera pesante: il coaching staff è stato rivoluzionato, con l’arrivo di Dave Canales (ex Seahawks) come OC, ma molti sostengono che il vero problema sia il capo allenatore, ovvero Todd Bowles che è rimasto alla guida della squadra.

Il grosso enigma, dopo il ritiro di Brady, è ovviamente chi sarà il QB titolare, con il solo Kyle Trask a contratto (Blaine Gabbert è free agent); dalle scelte di Licht e della proprietà dipenderà molto dell’immediato futuro della franchigia della Florida. Con Trask (solo 9 lanci in 2 anni da Pro) si punta al futuro ma senza la certezza di avere una soluzione a breve-medio termine; le alternative sono: puntare al draft (magari con una trade) per prendere un franchise QB, ma troppe altre squadre hanno bisogno di giocatori nel ruolo e con l’attuale scelta n. 19 Tampa non può ambire a grossi nomi; oppure puntare ad un veterano per dare tempo a Trask di assumere il ruolo per cui è stato scelto nel 2021, si parla di Mayfield (Rams), Garoppolo (49ers) e Minshew (Eagles)

Tramite il mercato o il draft si dovrà puntare anche a rafforzare due reparti con estrema urgenza: la linea d’attacco, dal 2021 al 2022 solo i due tackle sono rimasti invariati e il LT veterano Donovan Smith è appena stato rilasciato in offseason; il backfield difensivo con molti protagonisti che sonderanno il mercato, essendo free agent: Mike Edwards, Sean Murphy-Bunting, Keanu Neal e Logan Ryan.

Nelle settimane che portano al Draft di fine aprile bisognerà capire se la dirigenza dei Buccaneers punterà ad un aggiustamento con dei giocatori nei ruoli chiave o si deciderà per una più radicale ricostruzione, cedendo gli elementi più pregiati e scommettendo sulle giovani leve.

Il futuro dei Buccaneers è in bilico…..

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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